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  • Giovedì 7 novembre 2013

Arlacchi e le libere elezioni azere

Milena Gabanelli chiede al parlamentare europeo come mai abbia dichiarato "eque e trasparenti" le elezioni nel poco democratico Azerbaigian

Supporters of presidential candidate Jamil Hasanli gather during a rally in Baku on September 22, 2013, ahead of the presidential vote on October 9, 2013. AFP PHOTO / TOFIK BABAYEV (Photo credit should read TOFIK BABAYEV/AFP/Getty Images)

Supporters of presidential candidate Jamil Hasanli gather during a rally in Baku on September 22, 2013, ahead of the presidential vote on October 9, 2013. AFP PHOTO / TOFIK BABAYEV (Photo credit should read TOFIK BABAYEV/AFP/Getty Images)

Il Corriere della Sera pubblica giovedì un articolo di Milena Gabanelli sulle contraddittorie versioni date dagli osservatori internazionali a proposito delle elezioni che si sono da poco tenute in Azerbaigian: e in particolare sul parere di Pino Arlacchi, capo della missione del Parlamento Europeo. Arlacchi – sociologo e deputato europeo eletto con l’Italia dei Valori e poi passato al PD – ha avuto in passato ruoli importanti legati all’ONU sullo studio e le strategie contro il traffico internazionale di droga, per i quali è stato molto discusso in relazione all’efficacia delle scelte prese e delle azioni teorizzate. Sulla questione Azerbaigian Arlacchi aveva dato una risposta qualche giorno fa dopo un articolo di Panorama.

Il 9 ottobre 2013 ci sono state le elezioni e il Presidente uscente viene riconfermato con l’85% dei voti e per il terzo mandato consecutivo. Il 10 ottobre Pino Arlacchi, eurodeputato e capo missione di 7 osservatori ufficiali del Parlamento europeo, dichiara che le elezioni sono state “libere, eque e trasparenti.”
Lo stesso giorno il capo della missione Osce/Odihr in Azerbaijan dal 28 agosto, composta da 388 osservatori, dichiara che «queste elezioni non si sono minimamente avvicinate agli standard Osce».
Perché Pino Arlacchi ha visto la democrazia laddove, secondo autorevoli indici internazionali – Human Rights Watch, Freedom House – la democrazia è invece la grande assente? È un mistero.
In Europa le reazioni non si fanno attendere: il 16 ottobre, dopo la discussione preliminare sul Rapporto Arlacchi al Parlamento europeo, Ulrike Lunacek, portavoce affari esteri dei Verdi Europei, parla di elezioni caratterizzate da «ben documentate violazioni dei diritti umani, intimidazione dell’opposizione e restrizione dei fondamentali principi democratici». Werner Schulze, portavoce affari esteri dei Verdi/Alleanza Libera Europea aggiunge che «un piccolo numero di membri del Parlamento Europeo sta minando la reputazione dell’intero Parlamento nella sua lotta per i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto».
Il 18 ottobre Hannes Swoboda, presidente dello stesso gruppo di cui fa parte Pino Arlacchi, dichiara che «il gruppo dei Socialisti e Democratici prende le distanze dai risultati della missione elettorale per le recenti elezioni presidenziali», e aggiunge «in Azerbaijan decine di attivisti e giornalisti, incluso un candidato presidenziale, sono ingiustamente imprigionati per le loro attività politiche».

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(foto: una manifestazione degli oppositori del regime azero a settembre, TOFIK BABAYEV/AFP/Getty Images)