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    Le leggi sull’immigrazione in Europa

    Francia

    Le recenti riforme sull’immigrazione e l’integrazione – fatte nel 2006 e nel 2007 – volevano promuovere un’immigrazione "scelta" e un’integrazione riuscita, e adattare il flusso migratorio alle capacità di accoglienza del paese e ai suoi bisogni economici.

    Il sistema giuridico francese è organizzato attorno a due tipi principali di permesso di soggiorno: uno temporaneo, della durata massima di un anno legato alla situazione specifica dello straniero, e uno a lungo termine, decennale e rinnovabile: prevede che chi ne fa richiesta abbia la residenza da almeno 5 anni e abbia ottenuto il “contratto di accoglienza e integrazione”, che prevede una formazione linguistica e civica.

    La legge prevede uno speciale titolo di soggiorno per gli stranieri che hanno un contratto di lavoro per determinate attività professionali o per stranieri la cui professione è richiesta in specifiche zone che presentano difficoltà di reperimento di mano d’opera. Uno dei problemi relativi all’immigrazione maggiormente sentiti in Francia è l’accoglienza degli stranieri per ricongiungimento familiare, su cui la legge del 2006 è intervenuta prevedendo disposizioni più restrittive: le risorse economiche dello straniero che lo richiede devono essere pari almeno al salario minimo garantito e il legame va dimostrato con un test sul DNA.

    Il rifiuto di un permesso di soggiorno o del suo rinnovo può non essere motivato. L’immigrazione clandestina è sanzionata penalmente con un anno di carcere e una multa e può prevedere l’interdizione dal territorio francese per un periodo fino a tre anni.

    (KENZO TRIBOUILLARD/AFP/Getty Images)

    Regno Unito
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    Le leggi sull’immigrazione in Europa

    Regno Unito

    L'immigrazione nel Regno Unito si basa su un sistema a punti che ha l'obiettivo di promuovere l'arrivo di lavoratori qualificati. I cittadini non-UE che vogliono rimanere nel Regno Unito oltre sei mesi devono fare richiesta in anticipo di un visto o di un permesso di ingresso. Dal primo ottobre 2013 sono entrate in vigore alcune modifiche per rendere le cose più facili alle aziende e a chi studia nel Regno Unito e vuole rimanere anche per lavorare: ad esempio è stato eliminato l'esame di inglese obbligatorio per i dipendenti trasferiti in una sede britannica. Il governo Cameron ha annunciato l'obiettivo di portare sotto le 100 mila persone annue l'immigrazione netta nel paese prima del 2015.

    (AP Photo/Richard Lewis)

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    Le leggi sull’immigrazione in Europa

    Germania

    A luglio 2013 la Germania ha introdotto diversi cambiamenti nella legislazione sull'immigrazione, con l'obbiettivo di contrastare la mancanza di lavoratori qualificati. Dagli anni Settanta e fino ai primi anni Duemila, le leggi e la burocrazia tedesche sono state particolarmente poco favorevoli all'immigrazione. Ma i risultati del primo censimento in Germania negli ultimi 25 anni e le previsioni demografiche hanno fatto cambiare le cose: nel 2025 si prevede la mancanza di circa 5 milioni di lavoratori qualificati nel paese. Di conseguenza, le leggi sono state modificate piuttosto rapidamente e, come scrive Reuters, «la Germania ha oggi una delle legislazioni più permissive per l'immigrazione di lavoratori molto qualificati» tra i 34 membri OCSE: sono stati presi provvedimenti per l'insegnamento del tedesco all'estero e per riconoscere i titoli di studio ed è stata velocizzata la procedura per rilasciare i visti per motivi di lavoro. La Germania ha già oggi una folta presenza di immigrati, soprattutto di origini turche.

    (AXEL SCHMIDT/AFP/Getty Images)

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    Le leggi sull’immigrazione in Europa

    Spagna

    La Spagna prevede permessi di permanenza temporanea fino a 90 giorni e di permanenza per periodi superiori a 90 giorni ripartiti, a loro volta, in periodi da 90 giorni a 5 anni e in permanenza a tempo indeterminato per chi ha soggiornato per almeno 5 anni nel paese.

    Per entrare nel territorio spagnolo servono tre requisiti:
    - il possesso di documenti validi di identità;
    - la prova di avere sufficienti mezzi di sostentamento per la durata del soggiorno;
    - la prova dello scopo e delle condizioni del soggiorno.

    In Spagna non è indispensabile che uno straniero ottenga il permesso di soggiorno prima di cominciare a svolgere un'attività lavorativa, sia autonoma che dipendente. Il permesso di soggiorno serve solo a convalidare (e non a costituire) il proprio diritto a risiedere sul territorio nazionale.

    Inoltre, di regola, non è consentito l'accesso a cittadini provenienti da paesi in via di sviluppo in cui si siano verificate o siano in corso epidemie. La domanda per il rilascio del permesso di soggiorno deve essere presentata entro un mese dalla data di arrivo in Spagna. Il divieto di ingresso deve essere motivato.

    Secondo la Ley de estranjería la clandestinità non è un reato e non è quindi perseguibile penalmente. Questo non significa che la Spagna abbia rinunciato ad adottare misure di contrasto del fenomeno, ma che ha scelto (teoricamente) di privilegiare le sanzioni amministrative, stabilendo diversi gradi per ogni infrazione (lieve, grave e molto grave). La clandestinità rientra nella terza categoria e come tale viene punita con una multa fino a 6 mila euro. In alternativa alla sanzione amministrativa può essere adottato, per le violazioni gravi e molto gravi, un provvedimento di espulsione, cosa che spesso accade.

    (AP Photo/Emilio Morenatti)

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    Le leggi sull’immigrazione in Europa

    Olanda

    L'idea generale dietro la legge che regola l'immigrazione in Olanda è un'ammissione restrittiva.

    Dal 2006 è in vigore una legge che limita pesantemente gli accessi al paese attraverso un test di lingua e una “tassa” di 350 euro a cui va aggiunta una “prova di integrazione”, che prevede un esame sulla cultura e i valori del Paese.

    Sono inoltre state irrigidite le norme per il ricongiungimento familiare e le richieste di asilo politico.

    Gli stranieri provenienti da paesi non membri dell'Unione Europea hanno bisogno di un visto, di un passaporto e di mezzi economici sufficienti al proprio mantenimento per tutta la durata del soggiorno. Chi desidera rimanere in Olanda per più di tre mesi ha bisogno di un'autorizzazione al soggiorno temporaneo, che deve essere richiesta all'ambasciata olandese del paese di provenienza, e di un permesso di soggiorno, che deve essere richiesto entro tre giorni dall'arrivo. La durata del permesso è al massimo di un anno. Tutti i documenti richiesti, che variano a seconda del permesso, devono essere redatti in olandese, inglese, francese o tedesco, altrimenti devono essere tradotti da un traduttore che ha prestato giuramento presso un tribunale olandese.

    Dopo cinque anni di residenza, è possibile richiedere un permesso di residenza permanente.

    (Holland luchtfoto/AFP/Getty Images)

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    Le leggi sull’immigrazione in Europa

    Grecia

    La Grecia è uno dei paesi d’Europa con l'ordinamento più controverso e criticato sull’immigrazione.

    I permessi sono divisi in due categorie: per il soggiorno breve e quello di lunga durata con una validità superiore ai tre mesi.

    La Grecia ha uno dei tassi di accoglimento delle richieste d’asilo più bassi d’Europa (meno dell’1 per cento nel 2011) e diversi problemi burocratici e amministrativi che ritardano e ostacolano le pratiche.

    L’Organizzazione delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha criticato nel marzo 2012 il fatto che più di 100 persone, inclusi donne e bambini, dormivano il sabato notte davanti alla sede centrale della polizia ad Atene, cercando di rientrare nel limite massimo delle venti domande di asilo che ogni settimana vengono accettate dalla polizia.

    Il numero degli immigrati in Grecia è cresciuto fortemente a partire dagli anni Novanta, quando la fine dei regimi comunisti ha portato a grandi spostamenti di popolazione dai Balcani, in particolare dall’Albania. Tra il 2001 e il 2011 la popolazione di origine straniera in Grecia è triplicata, raggiungendo il 7,3 per cento della popolazione totale. Dai primi anni Duemila la Grecia è diventata poi il principale punto di ingresso dei migranti senza documenti e in cerca di asilo dall’Asia e dall’Africa: secondo l’agenzia Frontex, creata dall’Unione Europea nel 2005 per gestire i confini comunitari, il 90 per cento degli ingressi irregolari di persone nell’Unione Europea avveniva alla frontiera tra Grecia e Turchia, alla fine del 2010.

    Nel 2011, Frontex ha registrato un ulteriore aumento del 17 per cento degli ingressi, che superano i 50.000 all’anno. Le autorità greche, da parte loro, stimano in un milione il numero di stranieri senza documenti che vivono attualmente in Grecia (un paese di circa 11 milioni di abitanti). Secondo la legge greca, la detenzione prima dell'espulsione può durare fino a sei mesi per i richiedenti asilo e i migranti irregolari. Inoltre, viene considerato reato l'ingresso e l'uscita irregolari nel e dal paese.

    (ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)

    Austria
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    Le leggi sull’immigrazione in Europa

    Austria

    La legislazione austriaca sull'immigrazione è stata modificata in modo organico e in senso molto restrittivo con il Fremdenrechtspaket ("pacchetto di leggi sugli stranieri"), entrato in vigore il primo gennaio 2006 e poi emendato ampiamente nel 2010.

    Tutti i permessi di residenza per cittadini di paesi non-UE devono essere richiesti di persona e all'estero: chi presenta la domanda deve dichiarare di avere un'assicurazione sanitaria valida in Austria, una sistemazione e mezzi finanziari adeguati a mantenersi. Se uno dei criteri non viene rispettato, il permesso può essere negato.

    È richiesto inoltre un test obbligatorio di conoscenza del tedesco. Fino al 2011, il numero massimo di persone che potevano ottenere i permessi era stabilito annualmente dalle autorità austriache: successivamente è stato introdotto un sistema "a punti" per favorire l'ingresso di lavoratori qualificati, sul modello delle legislazioni di Canada e Australia, introducendo la "Carta Rosso-Bianco-Rosso".

    (Ulli Michel/Getty Images)

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    Le leggi sull’immigrazione in Europa

    Romania

    Ai cittadini non-UE è richiesto un visto all'ingresso nel paese e, se intendono restare per più di sei mesi, un permesso ulteriore che deve essere richiesto alle ambasciate della Romania all'estero.

    Gli stranieri di paesi non membri dell'Unione Europea che vanno in Romania per lavorare possono ottenere un'autorizzazione sia all'estero, dopo un contatto con il proprio datore di lavoro, sia nel paese stesso. Possono essere rilasciati permessi a tempo indeterminato nel caso in cui una società rumena assuma uno straniero: il sito dell'ispettorato generale per l'immigrazione della Romania specifica però tra le prime condizioni per il rilascio del permesso che i posti "non possano essere occupati da cittadini rumeni o dell'UE".

    Il governo della Romania approva ogni anno l'ammontare massimo dei permessi di lavoro che possono essere rilasciati: per il 2013 sono circa cinquemila.

    (Sean Gallup/Getty Images)

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    Le leggi sull’immigrazione in Europa

    Danimarca

    La legislazione danese sull'immigrazione è simile a quella britannica e promuove soprattutto l'arrivo di lavoratori qualificati.

    Negli ultimi anni la legge è stata più volte criticata per essere tra le più restrittive d'Europa: anche i ricongiungimenti familiari, uno degli ambiti in cui le legislazioni sono solitamente più permissive, erano subordinati a un test e, nel 2011-2012, a un sistema di punteggi (poi rimosso).

    È richiesto un deposito cautelare pari a circa seimila euro (fino al 2012 era del doppio).

    Per ottenere il permesso di residenza permanente è necessario aver lavorato per tre degli ultimi cinque anni.

    (JONATHAN NACKSTRAND/AFP/Getty Images)

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    Le leggi sull’immigrazione in Europa

    Malta

    L'ordinamento maltese in materia di immigrazione è piuttosto rigido. Recentemente se ne è discusso a causa della decisione del governo di impedire a una barca che trasportava 102 naufraghi di attraccare al porto de La Valletta.

    Il fenomeno dell'immigrazione clandestina è regolato dall'Immigration Act e prevede fino a 12 mesi di detenzione preventiva per i richiedenti asilo, che possono arrivare a 18 se la richiesta è rifiutata. Per i clandestini la carcerazione preventiva è di 18 mesi. Per ottenere un permesso di soggiorno a Malta è necessario avere un passaporto valido, dimostrare lo scopo e le condizioni della visita e dimostrare di avere mezzi sufficienti per mantenersi; non bisogna inoltre essere considerati una minaccia per l'ordine pubblico o la sicurezza nazionale.

    Ci sono diversi tipi di permessi con diverse durate. Il permesso di residenza di tipo ordinario viene riservato alle persone che vivono e cercano lavoro a Malta e a coloro che vogliono registrare sull'isola la propria residenza fiscale. Con l’approvazione di un permesso di lavoro la residenza viene automaticamente concessa.

    Per ottenere una residenza permanente vi sono invece rigide condizioni finanziarie e di proprietà da soddisfare.

    (AP Photo/Antonio Calanni)

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    Il Post è una testata registrata presso il Tribunale di Milano, 419 del 28 settembre 2009 - ISSN 2610-9980

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