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  • Lunedì 12 agosto 2013

La polizia contro i pirati somali

La Stampa racconta come si svolgono le operazioni antipirateria nel Golfo di Aden sulla fregata italiana Zeffiro

398452 13: United States aircraft carriers USS Theodore Roosevelt, USS Carl Vinson, and guided missile cruisers USS Vella Gulf, USS Antietam are joined by the Italian aircraft carrier ITS Garibaldi and guided missile frigate ITS Zeffiro, and the Canadian guided missile destroyer HMCS Iroquois as they sail in formation December 9, 2001 in the Northern Arabian Sea. The ships are part of the coalition task force supporting Operation Enduring Freedom. (Photo by US Navy/Getty Images)
398452 13: United States aircraft carriers USS Theodore Roosevelt, USS Carl Vinson, and guided missile cruisers USS Vella Gulf, USS Antietam are joined by the Italian aircraft carrier ITS Garibaldi and guided missile frigate ITS Zeffiro, and the Canadian guided missile destroyer HMCS Iroquois as they sail in formation December 9, 2001 in the Northern Arabian Sea. The ships are part of the coalition task force supporting Operation Enduring Freedom. (Photo by US Navy/Getty Images)

Alberto Alpozzi della Stampa racconta con ricchezza di informazioni e spiegazioni il lavoro della missione europea contro la pirateria nel Golfo di Aden, dopo essere stato a bordo della fregata italiana Zeffiro che ne fa parte (qui ci sono le foto che ha fatto).

Golfo di Aden, coste a Nord della Somalia. A bordo della fregata Zeffiro è stata avvistata un’imbarcazione sospetta, un «dhow», la tipica «barca madre» utilizzata in queste acque calde e insidiose dai pirati somali. L’equipaggio prende i posti di manovra previsti per un «Friendly Approach»: l’abbordaggio non ostile per verificare la presenza di minacce. Dalla plancia della Zeffiro vengono presi contatti via radio con l’imbarcazione sospetta.
Batte bandiera indiana. I fucilieri della Marina sono pronti a tutto, ma l’imbarcazione si dimostra collaborativa e scopre i teli per mostrare le merci. Non ci sono minacce visibili. Il team del San Marco predispone e un assetto leggero: un solo gommone con quattro uomini, con un interprete e un nocchiere. Un elicottero, modello AB-212, che sorvolerà l’area di operazioni. Sulla Zeffiro uno «sniper», il tiratore abilitato al tiro di precisione tiene sotto controllo la situazione a bordo del «dhow».
«Il momento più delicato – spiega il capo team del San Marco, il secondo capo Michele Milella – è in genere quando si chiede a tutto l’equipaggio di spostarsi a prua con le mani alzate». Una richiesta che viene fatta per verificare la collaborazione e, soprattutto, per un più facile controllo degli uomini.

(continua a leggere sulla Stampa)

(la USS Theodore Roosevelt, la USS Carl Vinson, la USS Vella Gulf, la USS Antietam – navi della marina statunitense – assieme alle italiane ITS Garibaldi e ITS Zeffiro, e alla canadese HMCS Iroquois nel mare d’Arabia nel 2001; foto US Navy/Getty Images)