Lonely Planet è nei guai, di nuovo

Per superare la crisi progetta di ricollocare o licenziare almeno 100 dipendenti della sua sede in Australia, e non è molto chiaro quale sarà il suo futuro

LONDON, UNITED KINGDOM - MAY 26: Burmese monk U Uttara puts down his guide book into the pile of Lonely Planet books dropped at the entrance of the publication's London headquarters 26 May 2000 as part of a call to boycott Lonely Planet books because of their Burma publication which demonstrators say supports tourism to the country ruled by a repressive junta government. The demonstration group Burma Campaign called for the boycott on the 10th anniversary of the legislative election results in Burma which were cast aside by the military regime. (ELECTRONIC IMAGE) (Photo credit should read JONATHAN UTZ/AFP/Getty Images)
LONDON, UNITED KINGDOM - MAY 26: Burmese monk U Uttara puts down his guide book into the pile of Lonely Planet books dropped at the entrance of the publication's London headquarters 26 May 2000 as part of a call to boycott Lonely Planet books because of their Burma publication which demonstrators say supports tourism to the country ruled by a repressive junta government. The demonstration group Burma Campaign called for the boycott on the 10th anniversary of the legislative election results in Burma which were cast aside by the military regime. (ELECTRONIC IMAGE) (Photo credit should read JONATHAN UTZ/AFP/Getty Images)

La casa editrice australiana Lonely Planet, nota per pubblicare dal 1972 una collana di guide turistiche molto famose nel mondo, ha annunciato mercoledì 17 luglio che all’interno dell’azienda avverranno «una serie di cambiamenti al fine di affrontare meglio gli stimoli esterni, che permetteranno all’azienda di continuare a prosperare». Secondo l’Herald Sun, un quotidiano locale di Melbourne (Australia), la riorganizzazione colpirà circa 100 dipendenti dell’azienda fra redattori, autori e cartografi, che saranno licenziati oppure assegnati a nuovi incarichi. Inoltre, secondo alcune fonti dello stesso giornale, NC2 Media, l’azienda che ha comprato Lonely Planet da BBC nel marzo 2013, starebbe pensando di non investire più nel mercato dell’editoria creativa.

Nella mattinata di mercoledì era circolata la notizia che Lonely Planet avrebbe trasferito nelle sedi di Londra e di Nashville, nel Tennessee (Stati Uniti), molti dei suoi dipendenti che attualmente si occupano di editoria digitale in quella di Melbourne, a causa del fatto che il dollaro australiano negli ultimi tempi è diventato molto forte. Daniel Hougton, il direttore esecutivo di NC2 Media, ha parzialmente smentito la notizia, ammettendo però che ci saranno alcuni tagli e che alcuni dipendenti saranno ricollocati: «ci sono alcune mansioni che sono svolte da troppe persone, ma ne sono state create di nuove e la possibilità di essere assegnati a nuovi compiti esiste», ha detto Houghton.

Giovedì mattina la dirigenza di NC2 Media ha avuto colloqui individuali con alcuni dipendenti della sede di Melbourne; secondo l’Herald Sun la compagnia avrebbe inoltre annunciato che ci saranno alcuni «cambiamenti» all’interno di NC2 Media stessa, e un dipendente di Lonely Planet ha detto che «sono stati molto chiari sul fatto che non sono più interessati alla produzione di contenuti creativi». Si è stimato che circa un terzo dei dipendenti della sede di Melbourne sarà coinvolto nella riorganizzazione. Altri tagli sul personale sono previsti nelle sedi di Lonely Planet di Londra e di Oakland, in California. Al momento non è ancora chiaro se in futuro NC2 Media abbia intenzione di smettere di pubblicare le guide turistiche, né per ora sono stati annunciati rilevanti cambiamenti al piano editoriale.

Lonely Planet a partire dal 1972 ha venduto più di 120 milioni di guide turistiche; circa quattro mesi fa BBC Worldwide, il ramo commerciale della società inglese, aveva venduto la casa editrice a NC2 Media per circa 51,5 milioni di sterline (circa 60 milioni di euro), cioè il 60 per cento di quanto aveva speso per comprarla nel 2007, 130,2 milioni di sterline. Nel 2012 era stata accusata dalla stampa internazionale di giustificare o ridimensionare nelle proprie guide turistiche i crimini di alcune dittature del mondo. Nei primi sei mesi del 2013 Lonely Planet ha aumentato le entrate del 7 per cento, arrivando a circa 4,3 milioni di sterline (circa 5 milioni di euro).

foto: JONATHAN UTZ/AFP/Getty Images