Obama: chiudere Guantanamo e limitare droni

US President Barack Obama holds a press conference in the Brady Press Briefing Room of the White House in Washington, DC, on April 30, 2013. The President on Tuesday warned of rushing to judgement on possible use of chemical weapons by Syria. AFP PHOTO / Saul LOEB (Photo credit should read SAUL LOEB/AFP/Getty Images)
US President Barack Obama holds a press conference in the Brady Press Briefing Room of the White House in Washington, DC, on April 30, 2013. The President on Tuesday warned of rushing to judgement on possible use of chemical weapons by Syria. AFP PHOTO / Saul LOEB (Photo credit should read SAUL LOEB/AFP/Getty Images)

Washington (Usa), 23 mag. (LaPresse/AP) – Continuare la lotta al terrorismo, molto cambiato nell’ultimo decennio, ma al tempo stesso limitare gli attacchi dei droni a quelle situazioni in cui si è sicuri di non rischiare vittime civili, e andare verso una chiusura del carcere di Guantanamo. Questi i messaggi lanciati dal presidente degli Usa Barack Obama nel suo lungo discorso sulla sicurezza nazionale, tenuto questa sera alla National Defense University.

USA PIU’ SICURI, MA TERRORISMO CAMBIATO. Nel suo intervento Obama ha sottolineato come gli Stati Uniti oggi siano più sicuri grazie al lavoro portato avanti dalla sua amministrazione per combattere il terrorismo. Tuttavia, ha ammesso, le minacce sono ora più diffuse rispetto a un decennio fa. “Il nucleo di al-Qaeda in Afghanistan e Pakistan – ha detto il presidente – è in via di sradicamento”, e le minacce reali oggi sono quelle “contro i diplomatici all’estero” oppure quelle rappresentate “dai terroristi nati in casa”. Un accenno chiaro all’attentato alla maratona di Boston. “Questo è il futuro del terrorismo e perciò dobbiamo forgiare nuove risposte”, ha detto ancora il presidente, spiegando come a suo avviso le minacce attuali siano più simili a quelle precedenti gli attacchi dell’11 settembre. Il governo, ha aggiunto, dovrà trovare il giusto equilibrio tra sicurezza nazionale e società aperta. Un riferimento anche al recente scandalo che ha coinvolto il dipartimento di Giustizia, accusato di aver violato la libertà di informazione per indagare su alcune fughe di notizie. Nei giorni passati l’amministrazione ha ammesso di aver controllato segretamente i dati relativi a due mesi di telefonate di giornalisti di Associated Press dello scorso anno, e di aver letto le email del giornalista James Rosen di Fox News.

USO DRONI LEGALE, MA EVITARE VITTIME CIVILI. Gran parte del discorso sulla sicurezza di Obama è stata dedicata agli attacchi effettuati con i droni in territorio straniero. Queste operazioni sono efficaci e legali, ha detto il presidente, ammettendo però che talvolta gli attacchi provocano anche morti civili, il che ha sollevato le forti critiche dei Paesi in cui Washington cerca di contrastare il terrorismo. “Per me e coloro che sono nella mia catena di comando – ha spiegato – queste morti ci perseguiteranno finché vivremo”. Per questo, ha detto, prima di ogni attacco “ci deve essere la quasi certezza che nessun civile venga ucciso o ferito”. In questa direzione, Obama ha anche annunciato di aver firmato una nuova serie di linee guida politiche per controllare quando gli Usa possano ricorrere ad attacchi con droni contro sospetti terroristi.

DETENUTI GUANTANAMO SARANNO TRASFERITI IN YEMEN. Attesa c’era anche per le parole dedicate al caldo tema del carcere di Guantanamo, per la cui chiusura Obama sta spingendo da tempo, nonostante l’avversione di parte del Congresso. Proprio ieri è emerso che il Pentagono ha chiesto oltre 450 milioni di dollari per la manutenzione e il miglioramento della struttura nell’anno fiscale che inizia il primo ottobre. Confermando l’intenzione di chiudere la prigione, dove molti dei 166 detenuti sono da settimane in sciopero della fame, Obama ha annunciato che eliminerà il divieto di trasferimento dei detenuti in Yemen, in vigore dalla fine del 2009, e che prima di procedere sarà analizzato caso per caso. L’amministrazione aveva bloccato tutti gli spostamenti in Yemen dopo il fallito attentato su un aereo di linea sopra Detroit il 25 dicembre 2009. L’uomo accusato di aver organizzato l’attacco, Umar Farouk Abdulmutallab, aveva ricevuto l’addestramento proprio in quel Paese. Dei 166 detenuti che attualmente si trovano a Guantanamo, circa 90 sono yemeniti.

CONTINUARE LOTTA A TERRORE. Gli Stati Uniti, ha detto ancora Obama, sono a un “crocevia” nella lotta contro il terrorismo. “Nessuno, né io né un altro presidente – ha aggiunto – può promettere la totale sconfitta del terrorismo. Ciò che possiamo fare, ciò che dobbiamo fare, è smantellare le reti che rappresentano un pericolo diretto, e rendere meno probabile che nuovi gruppi prendano piede, il tutto mantenendo le libertà e gli ideali che difendiamo”. Il numero uno della Casa Bianca si è quindi concentrato sulla minaccia “interna” del terrorismo che, ha detto, è difficile da combattere perché crea preoccupazioni sulle libertà civili. Il presidente ha inoltre annunciato che parlerà con il Congresso per ridefinire l’autorità data al presidente nel 2001, sull’onda della guerra contro al-Qaeda. Il capo di Stato ha detto che non firmerà leggi volte a espandere questa autorità ulteriormente. Obama ha quindi avvertito che il terrorismo rimane un problema di sicurezza nazionale ma, ha detto, bisogna riconoscere che non ogni “gruppo di teppisti” legati ad al-Qaeda rappresenta una credibile minaccia per gli Usa.

CONTESTATO DA ATTIVISTA. Non sono mancati momenti di tensione, quando un’attivista da dietro le telecamere ha gridato frasi sui droni e Guantanamo, interrompendo tre volte il discorso. La donna, identificata come Medea Benjamin, attivista anti-guerra del gruppo Code Pink, è stata poi trasportata fuori dalla sala del National Defense University, dove Obama stava parlando. Tra le altre cose, la Benjamin ha urlato: “86 sono già stati liquidati. Rilasciateli oggi!”. Sembra si riferisse ai detenuti che sono ancora nel carcere di Guantanamo nonostante abbiamo avuto l’ok al trasferimento dalla struttura.

Pubblicato il 23 maggio 2013
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