Le motivazioni della sentenza Mediaset contro Berlusconi

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
30-04-2013 Roma
Politica
Senato - Fiducia Governo Letta 
Nella foto: Silvio Berlusconi PD
Photo Mauro Scrobogna /LaPresse
30-04-2013 Roma
Politics
Senate - vote of confidence Letta Government
In the picture: Silvio Berlusconi PD
Foto Mauro Scrobogna /LaPresse 30-04-2013 Roma Politica Senato - Fiducia Governo Letta Nella foto: Silvio Berlusconi PD Photo Mauro Scrobogna /LaPresse 30-04-2013 Roma Politics Senate - vote of confidence Letta Government In the picture: Silvio Berlusconi PD

Milano, 23 mag. (LaPresse) – La gestione dei diritti tv per le reti Mediaset ha sempre fatto capo a Silvio Berlusconi, che ha continuato ad occuparsene in prima persona anche dopo la sua discesa in campo politico. Lo scrivono i giudici della seconda corte d’Appello di Milano che hanno condannato l’ex premier a 4 anni per frode fiscale e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici nel processo di secondo grado sui diritti tv di Mediaset, confermando la sentenza di primo grado. Nelle motivazioni il collegio presieduto da Alessandra Galli scrive che “almeno fino al 1998 vi erano state le riunioni per decidere le strategie del gruppo, riunioni con il proprietario Silvio Berlusconi”. Per i giudici “era assolutamente ovvio che la gestione dei diritti, il principale costo sostenuto dal gruppo, fosse una questione strategica e quindi fosse di interesse della proprietà, di una proprietà che appunto, rimaneva interessata e coinvolta nelle scelte gestionali, pur abbandonando l’operatività giornaliera”.

Inoltre, per i giudici “l’operazione illecita” era “portata a termine costituendo società e conti esteri a ciò dedicati, un sistema parallelo” alla “ordinaria gestione delle società del gruppo” che è proseguito per molti anni “nonostante i ruoli pubblici assunti” da Silvio Berlusconi “e condotto in posizione di assoluto vertice”.

Pubblicato il 23 maggio 2013
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