Usa, commissione Senato approva riforma immigrazione

Washington (Usa), 22 mag. (LaPresse/AP) – La riforma dell’immigrazione ha superato il primo voto al Senato degli Usa, presso la commissione Giustizia, con 13 voti favorevoli contro cinque contrari. Ora dovrà essere sottoposta al voto del Senato. Gioia tra gli attivisti, che dopo l’approvazione hanno gridato ‘Yes, we can. Sì, se puede!’ (‘Sì, possiamo’ in inglese e spagnolo). Il provvedimento, oltre ad aprire la strada alla cittadinanza statunitense per 11,5 di migranti che vivono illegalmente nel Paese, creerà anche un nuovo programma di visti per la manodopera straniera poco qualificata e permetterà l’ingresso di lavoratori qualificati in maggiori quantità. Al tempo stesso, chiede che il governo prenda nuovi provvedimenti per contrastare la futura immigrazione illegale.

La legge, ha commentato il presidente Barack Obama, è “in gran parte in linea con i principi della riforma di buon senso che avevo proposto, e va incontro alla sfida di correggere il nostro sistema di immigrazione imperfetto”. I repubblicani hanno accettato l’idea di una riforma dopo che la larga maggioranza degli elettori ispanici ha sostenuto la corsa alla Casa Bianca di Obama, mettendo in evidenza come il Gop venga spesso concepito come un partito lontano da giovani e minoranze. Oggi, prima del voto, c’è stata tuttavia un po’ di suspance, quando il senatore Patrick Leahy, presidente della commissione, ha sollevato un dibattito sulla proposta di dare a coniugi etero e omosessuali stessi diritti, sotto la legge sull’immigrazione. Ma i sostenitori della riforma hanno avvertito che forzare un voto su questo punto avrebbe potuto portare i repubblicani a togliere il proprio sostegno.

A poche ore dal voto, la commissione ha inoltre trovato un accordo per un aumento nel programma di visti per lavoratori dell’high-tech. Il numero di lavoratori del settore tecnologia ammessi nel Paese ogni anno sale infatti da 65mila a 110mila, con la possibilità di un ulteriore aumento al 180mila, a seconda anche dei livelli di disoccupazione.

Pubblicato il 22 maggio 2013
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