Luca Barbareschi si è scusato con Catia Polidori

Con un avviso a pagamento sulla Stampa: l'aveva accusata nel 2010 di aver votato la fiducia al governo Berlusconi per tutelare gli interessi del CEPU

Oggi, sulla Stampa, Luca Barbareschi ha pubblicato un avviso a pagamento per chiedere scusa alla sua ex compagna di partito Catia Polidori. Dopo la votazione della fiducia delle camere al governo di Silvio Berlusconi, il 14 dicembre 2010, Luca Barbareschi – che all’epoca era deputato di Futuro e Libertà per l’Italia, il partito fondato da Gianfranco Fini nel 2010 dopo aver lasciato il PdL – attaccò Polidori per aver votato a favore del governo nonostante la sua appartenenza a FLI. Barbareschi disse:

«La Polidori è stata minacciata per le sue aziende. Le hanno detto che le chiudevano le sue aziende.»

Secondo Barbareschi, il voto della sua collega venne condizionato da alcune presunte minacce contro ipotetici interessi relativi alla sua azienda di famiglia, il CEPU (Centro Europeo Preparazione Universitaria), una società che offre servizi per la preparazione agli esami universitari e ai test di ammissione. Catia Polidori fece causa a Barbareschi per diffamazione. Oggi, sulla Stampa, Luca Barbareschi ha pubblicato un avviso a pagamento in cui dice di aver compreso che Catia Polidori non ha mai avuto a che fare con il CEPU (a causa di un errore di omonimia), e di aver verificato, consultando sue precedenti dichiarazioni, la sua coerenza con la decisione di votare la fiducia. Barbareschi ha lasciato FLI all’inizio del 2011.

Sento il dovere di porgere pubblicamente le mie scuse all’On. Catia polidori per averla ingiustamente offesa e diffamata allorché, in data 14 dicembre 2010, nell’immediatezza del voto di fiducia al Governo Berlusconi, ho dichiarato alla stampa che il suo appoggio all’esecutivo era stato determinato dall’interesse di proteggere il CEPU, sua azienda di famiglia, poiché ella aveva ricevuto minacce sulla chiusura di tale azienda se avesse votato in modo contrario

In tale contesto, aggiungevo di essere convinto di tali affermazioni e che in tale condotta avrebbe potuto ipotizzarsi corruzione di pubblico ufficiale. Per tali dichiarazioni, l’On. Catia Polidori mi ha convenuto in giudizio per diffamazione, lamentando una gravissima lesione della sua reputazione personale e politica.

All’esito della lettura dell’atto di citazione e della documentazione allegata, sento il dovere di scusarmi con la mia collega e riconoscere che l’On. Polidori ha avuto un comportamento lineare e coerente con il proprio convincimento politico e con quanto aveva già affermato nelle riunioni di gruppo e che non ha alcun interesse, diretto o indiretto, nel CEPU, azienda del tutto estranea alla sua persona e alla sua famiglia.

Riconosco, pertanto, che quanto da me dichiarato nella concitazione del momento era gravemente offensivo e frutto di non veritiere informazioni. Tuttavia, le mie parole sono state indotte dall’erroneo convincimento, che il CEPU fosse riconducibile all’On. Polidori, essendo detto Istituto controllato da altro Polidori, che è soltanto omonimo della mia collega.

Foto: Luca Barbareschi (LaPresse)