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  • Lunedì 25 marzo 2013

L’incendio di Ban Mae Surin

Le foto del campo che ospita migliaia di profughi birmani, dopo un violento incendio che venerdì ha ucciso 37 persone

Myanmar refugees cover their mouths as a Thai army helicopter (not pictured) takes off at the Mae Surin camp in Mae Hong Son province on March 24, 2013. Thai rescue workers picked through the ashes of hundreds of shelters for Myanmar refugees, after a ferocious blaze swept through a camp in northern Thailand killing 35 people. AFP PHOTO/ Nicolas ASFOURI (Photo credit should read NICOLAS ASFOURI/AFP/Getty Images)
Myanmar refugees cover their mouths as a Thai army helicopter (not pictured) takes off at the Mae Surin camp in Mae Hong Son province on March 24, 2013. Thai rescue workers picked through the ashes of hundreds of shelters for Myanmar refugees, after a ferocious blaze swept through a camp in northern Thailand killing 35 people. AFP PHOTO/ Nicolas ASFOURI (Photo credit should read NICOLAS ASFOURI/AFP/Getty Images)

Venerdì 22 marzo un incendio nel campo profughi di Ban Mae Surin, che ospita più di 3 mila rifugiati birmani nell’estremo nord della Thailandia, ha ucciso 37 persone, per la maggior parte donne e bambini soffocati, e più di 100 feriti. Secondo la polizia, che ha escluso l’ipotesi che l’incendio fosse doloso, le fiamme sarebbero state originate da una cucina di bambù. Il governatore della regione ha dichiarato che l’incendio ha distrutto quasi 400 capanne, lasciando più di 2.300 rifugiati senza alloggio, e ha comunicato l’intenzione di ricostruire le capanne distrutte nella stessa zona, che è l’unica ad avere accesso facile e per tutto l’anno all’acqua grazie ad un ruscello che scorre nelle vicinanze del campo.

Ban Mae Surin è uno dei nove campi allestiti negli anni Ottanta sul confine tra Thailandia e Birmania per accogliere i rifugiati, per lo più appartenenti alla minoranza Karen, un gruppo etnico che per più di sessant’anni ha lottato contro il governo centrale birmano per ottenere maggiore autonomia, prima di firmare un accordo con il presidente Thein Sein all’inizio del 2012.