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  • Mercoledì 16 gennaio 2013

L’arresto dell’ex sindaco di Parma

E di alcuni importanti imprenditori cittadini, in un'inchiesta sulla corruzione che prosegue quella che fece cadere la giunta

Aggiornamento: nel 2020, a dieci anni dall’inizio delle indagini, il procedimento giudiziario contro l’ex sindaco di Parma Pietro Vignali e gli altri indagati è stato archiviato dal gip Mattia Ferrarini, su richiesta della pm Paola Dal Monte che ha motivato spiegando che «gli investigatori, ad avviso di chi scrive, sono incorsi in alcuni errori di valutazione. Ciò che non è stato correttamente valutato è che perché si possa configurare il reato in oggetto è necessario dimostrare che tutte le singole assunzioni sono avvenute al solo scopo di favorire la persona assunta». Di questo, dicono i pm, non c’è prova: «ma solo del fatto che i sindaci in un lungo arco temporale hanno ritenuto di nominare secondo un criterio che per come è formulato rasenta la discrezionalità dei dirigenti». Il tribunale di sorveglianza di Bologna ha concesso a Vignali la riabilitazione.

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Il Procuratore della Repubblica di Parma Gerardo Laguardia ha illustrato in una conferenza stampa alle 11 di mercoledì mattina l’inchiesta che ha portato all’arresto (probabilmente convertito ai domiciliari) dell’ex sindaco di Parma Vignali e di altre tre persone. La nuova inchiesta non è altro che un altro filone delle precedenti: Vignali era già stato coinvolto nello scandalo politico conseguente ad alcuni casi di corruzione nel Comune di Parma che lo aveva costretto a dimettersi.

Dalle prime ore dell’alba è in corso una operazione della Guardia di Finanza condotta per conto della Procura. Arrestati ai domiciliari il consigliere regionale del Pdl Luigi Giuseppe Villani, l’ex sindaco di Parma Pietro Vignali, l’ex presidente della società partecipata comunale Stt Andrea Costa e l’editore del quotidiano Polis e presidente del cda di Iren Emilia Angelino Buzzi.
Dalle prime informazioni risulta che i quattro “hanno tenuto costantemente, nel corso di più anni – scrivono le Fiamme Gialle – una condotta fraudolenta finalizzata ad accumulare ingenti ricchezze da destinare ad usi strettamente privati”, tra cui il “finanziamento della campagna elettorale per le elezioni amministrative di Parma del 2007”, il “controllo della stampa locale” e la “fidelizzazione della popolazione parmense e non ad un particolare ‘movimento’ politico anche al fine di una eventuale candidatura alle successive elezioni politiche nazionali”.
Sequestrati beni per circa 3,5 milioni di euro e disposto dal giudice per le indagini preliminari Maria Cristina Sarli il sequestro di beni mobili ed immobili intestati e riconducibili agli arrestati. Le ordinanze sono state richieste questa estate e firmate solo oggi dal gip: un lasso di tempo giustificato probabilmente dai numerosi atti di indagine.  Ulteriori particolari saranno forniti in una confenza stampa in tarda mattinata.

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(foto Alessandro Fiocchi – LaPresse)