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  • Lunedì 22 ottobre 2012

Novità sulla strage in Alta Savoia

Il ciclista che era stato definito "l'uomo nel posto sbagliato al momento sbagliato" era in realtà il bersaglio di chi ha sparato, dice la prima perizia

LaPresse
06-09-2012 Chevaline, Francia
estero
Alta Savoia, uccisa famiglia britannica in vacanza sul lago
Cameras are seen in front of Gendarmes who blocks access to a site where people were shot to death near Chevaline, French Alps, Thursday Sept. 6, 2012. A 4-year-old British girl hid for eight hours beneath the bodies of slain family members in the back of their car before she was discovered by French investigators who had been guarding the vehicle, a prosecutor said Thursday. Three people — a man and two women — had been shot to death, as was a French cyclist whose body was found nearby.

LaPresse
06-09-2012 Chevaline, Francia
estero
Alta Savoia, uccisa famiglia britannica in vacanza sul lago

Cameras are seen in front of Gendarmes who blocks access to a site where people were shot to death near Chevaline, French Alps, Thursday Sept. 6, 2012. A 4-year-old British girl hid for eight hours beneath the bodies of slain family members in the back of their car before she was discovered by French investigators who had been guarding the vehicle, a prosecutor said Thursday. Three people — a man and two women — had been shot to death, as was a French cyclist whose body was found nearby.

Il quotidiano francese Le Parisien ha anticipato parte della perizia balistica sulla strage avvenuta a Chevaline (nel dipartimento dell’Alta Savoia) lo scorso 5 settembre, quando un uomo, sua moglie e la madre di lui, tutti e tre cittadini britannici, furono uccisi a colpi di pistola mentre le due figlie della coppia riuscirono a sopravvivere. Nella strage fu ucciso anche il ciclista Sylvain Mollier, cittadino francese di 45 anni. Secondo le prime conclusioni degli inquirenti fu proprio quest’ultimo a essere colpito per primo (sette volte, di cui due alla testa) ed essere, dunque, il principale obiettivo di chi ha sparato.

(La strage in Alta Savoia)

Il 5 settembre Sylvain Mollier, in congedo di paternità per la nascita del terzo figlio, uscì con la bicicletta per una passeggiata e si ritrovò al centro di una sparatoria. Da subito il procuratore Eric Maillaud lo definì «l’uomo che si era trovato nel luogo sbagliato al momento sbagliato». Inizialmente gli investigatori francesi avevano detto che una delle ipotesi possibili per la serie di omicidi era legata a una disputa familiare sull’eredità tra Saad al-Hilli, l’uomo ucciso, e suo fratello Zaid al-Hilli, che aveva però negato ogni tipo di coinvolgimento. In seguito si era ipotizzato che l’assassinio di al-Hilli (che si occupava di telecomunicazioni satellitari e civili) fosse legato a una contesa di nuove tecnologie tra servizi segreti.

Uno dei primi esiti (ancora provvisori) delle indagini sembra però descrivere uno scenario differente: l’assassino avrebbe colpito per primo Sylvain Mollier, suo reale bersaglio, e avrebbe poi sorpreso l’ingegnere Saad al-Hilli fuori dalla macchina con la figlia maggiore, Zainab. L’esame delle suole delle scarpe dell’uomo confermerebbe questa versione. Saad al-Hilli in un secondo momento e per cercare di fuggire sarebbe risalito in macchina raggiunto qui dai colpi di pistola, prima della moglie e della suocera sedute sul sedile posteriore. La figlia che si trovava fuori con lui non avrebbe fatto in tempo a scappare ed è infatti stata ritrovata lungo la strada violentemente picchiata e ferita alla spalla, ma viva.

L’assassino sarebbe poi tornato verso il ciclista già colpito per ucciderlo: le angolature dei proiettili che hanno colpito Sylvain Mollier sono infatti diverse. Il suo corpo sarebbe stato anche trascinato vicino alla macchina della famiglia britannica ed è stato ritrovato con le braccia lungo i fianchi. Gli esperti balistici hanno confermato che i bossoli raccolti sul luogo del ritrovamento dell’auto appartengono tutti alla stessa arma, una pistola automatica calibro 7,65 e che l’assassino è un solo uomo, un individuo che si è mosso molto sulla scena del crimine, che si è spostato «da una vittima all’altra» con un «comportamento disordinato», «non coerente con il profilo di un killer professionista». L’ipotesi che a sparare fosse stato un solo uomo era stata confermata anche dalla bambina di sette anni sopravvissuta alla strage.