Perché il governo lavora di notte?

Se lo chiede Paolo Rastelli sul Corriere, mettendo in dubbio che alle due del mattino si possa avere grande lucidità e dandosi anche una risposta

Ieri il Consiglio dei ministri è iniziato alle 18.30 e si è concluso quasi otto ore dopo, alle 2.20 del mattino del giorno dopo. Paolo Rastelli in un articolo sul sito del Corriere – pubblicato significativamente alle 3.03 di notte – si chiede perché, per prendere decisioni così complesse, non si possa iniziare l’incontro la mattina presto: in un paese normale, di notte si dorme e di giorno si lavora. Forse, si chiede il giornalista, “viene il dubbio che tutto ciò sia voluto”.

Il Consiglio dei ministri di martedì notte si è riunito per mettere a punto una legge di stabilità (che meno pudicamente potremmo chiamare manovra, nonostante le infinite smentite degli ultimi mesi) che prevede interventi per la bellezza di 11,6 miliardi. Si è riunito verso le 18,30 e l’approvazione è arrivata all’1,15, ossia quasi sette ore dopo. D’altronde l’argomento è di quelli pesanti (sono previsti anche tagli inevitabilmente dolorosi) ed è logico che ci voglia tempo. Una maratona certo faticosa, resa ancora più lunga dal fatto che non è finita qui: subito dopo il governo si è messo a discutere della riforma del titolo V della Costituzione, quello sul federalismo, altro argomento non proprio dei più agevoli da discutere a notte inoltrata e che è stato approvato intorno alle 2,20. E allora ce la facciamo la domanda da 100 miliardi di dollari: perchè non cominciano prima? Perchè non evitano queste non stop a botte, si immagina, di caffè e panini?

Non è la prima volta che il governo Monti si produce in queste non stop: nel luglio di quest’anno l’approvazione allaspending review arrivò anch’essa dopo sette ore, intorno alla una di notte, seguita poi (come è successo anche martedì notte) da una surreale conferenza stampa in cui giornalisti e governanti, comprensibilmente stanchi, si scambiavano informazioni su argomenti complicati, per metabolizzare i quali ci sarebbero voluti ben altri studio e lavoro di approfondimento. E allora ripeto: che senso hanno queste maratone notturne, magari lanciate dopo che la giornata è stata occupata in partecipazioni a non imperdibili convegni e a dibattiti non proprio vitali?

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