L’Assemblea Nazionale francese ha ratificato il “Fiscal Compact”

Ma nella maggioranza ci sono state divisioni e voti contrari, e d'altra parte Hollande in campagna elettorale aveva promesso di rinegoziare il patto di bilancio europeo

French president FranÁois Hollande delivers a speech after a meeting with his Croatian counterpart Ivo Josipovic at the Elysee palace on October 9, 2012 in Paris. AFP PHOTO / PATRICK KOVARIK (Photo credit should read PATRICK KOVARIK/AFP/GettyImages)

French president FranÁois Hollande delivers a speech after a meeting with his Croatian counterpart Ivo Josipovic at the Elysee palace on October 9, 2012 in Paris. AFP PHOTO / PATRICK KOVARIK (Photo credit should read PATRICK KOVARIK/AFP/GettyImages)

L’Assemblea Nazionale della Francia ha ratificato oggi il Fiscal Compact, il Patto di bilancio europeo. Si tratta del controverso accordo fiscale approvato il 2 marzo 2012 da 25 stati dell’Unione Europea: una serie di misure vincolanti per i paesi dell’Unione Europea e basate sul principio del pareggio di bilancio che entrerà in vigore il 1 gennaio 2013. Gli stati che aderiscono sono obbligati a non superare il deficit strutturale (cioè il disavanzo, l’ammontare della spesa pubblica non coperta dalle entrate) dello 0,5% del PIL nel medio termine. Per entrare in vigore in quella data, il trattato dovrà essere ratificato da almeno dodici paesi che hanno l’euro. I paesi che non hanno firmato il trattato sono il Regno Unito e la Repubblica Ceca.

L’Assemblea francese ha ratificato il trattato con 477 voti a favore, 70 contrari e 21 astenuti. Nove membri dell’Assemblea non hanno partecipato alla votazione. Tra i 70 membri che hanno votato contro ci sono stati anche 22 membri del Partito Socialista, il partito del Presidente François Hollande, e tra i 21 astenuti, nove erano socialisti. Nel partito dei Verdi, composto da 17 membri e che fa parte della maggioranza di governo, 12 hanno votato contro, 3 a favore e 2 si sono astenuti. Sempre all’interno della maggioranza, il gruppo di sinistra Radical, Républicain, Démocrate et Progressiste (RRDP) ha votato in maggioranza a favore della ratifica: 14 a favore e 2 contro. Tra i partiti di opposizione, la maggioranza dell’UMP, il partito dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, 167 hanno votato a favore, 17 contro e 6 si sono astenuti.

Domani il progetto di legge sarà esaminato dal Senato. Lì ci sarà forse bisogno dei voti dei partiti dell’opposizione per ottenere la maggioranza: da solo il Partito Socialista non ce la farebbe, scrive Le Monde. Se sarà approvato anche al Senato, il Fiscal Compact verrà adottato in via definitiva dal Parlamento francese. Hollande, dopo il voto dell’Assemblea, ha detto di essere soddisfatto: «La sinistra si è unita per votare il trattato, senza bisogno dei voti della destra, anche se è positivo che larga parte dell’opposizione lo abbia votato». Jean-Marc Ayrault, il primo ministro, ha detto che la «Francia ha dimostrato di voler consolidare il suo impegno in Europa». Di tutt’altro avviso Jean-Luc Mélenchon, leader del Fronte di Sinistra, che ha detto che «con l’adozione del trattato l’Assemblea Nazionale ha commesso un crimine contro il popolo e la democrazia».

Scrive Le Monde che questi voti contrari appartenenti alla maggioranza potrebbero indebolire il presidente Hollande. La vittoria di oggi da parte di Hollande può essere considerata una «vittoria relativa»: al di là dei membri del suo partito, i Verdi e il Fronte di Sinistra hanno votato contro, criticando le misure di austerità che saranno attuate nei prossimi due anni. Anche lo stesso Hollande, comunque, aveva definito il trattato troppo sbilanciato a favore del rigore, per il rischio di creare una recessione generalizzata in tutta l’Europa: soprattutto per il rischio che le banche limitino ancora di più i crediti alle imprese. In campagna elettorale aveva promesso che avrebbe rinegoziato il cosiddetto Fiscal Compact, cosa in cui evidentemente non è riuscito.

Oltre che nei confronti dei partiti della propria maggioranza di governo, sembra che la posizione di Hollande si sia indebolita anche nei confronti dei cittadini, secondo l’Economist. Anche la Francia sta attraversando problemi economici legati alla crescita e per Hollande sta diventando sempre più difficile riuscire a mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale: sulla creazione dei posti di lavoro e una maggiore equità sociale. Proprio per quanto riguarda il deficit, mancherebbero ancora 33 miliardi di euro per raggiungere l’obiettivo prefissato: dal 5,2 per cento del PIL del 2011. al 3 per cento. E il 10 settembre è stata presentata la manovra economica: 30 miliardi di euro per due anni, di cui 20 miliardi di nuove tasse e 10 miliardi di tagli alla spesa pubblica.

Foto: François Hollande (PATRICK KOVARIK/AFP/GettyImages)