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  • Martedì 10 luglio 2012

I soldi di Obama e Romney

Un grafico diffuso dallo staff del presidente mostra le difficoltà dei democratici nella raccolta fondi: i repubblicani li hanno superati per due mesi consecutivi

di Francesco Costa – @francescocosta

A quattro mesi dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, secondo i sondaggi la situazione è ancora in equilibrio: Barack Obama gode di un tasso di popolarità non eccezionale ma nemmeno tragico, Mitt Romney si trova nella stessa terra di mezzo, la situazione è ancora aperta e incerta in diversi stati americani. Su un fronte, però, Romney sta battendo Obama: la raccolta fondi.

Da due mesi Mitt Romney e il partito repubblicano raccolgono più finanziamenti di quanti riescano a fare Barack Obama e il partito democratico. A giugno Romney ha raccolto 106 milioni di dollari, Obama si è fermato a 71 milioni: oggi il candidato repubblicano alla presidenza ha a disposizione quattro volte il denaro contante che aveva a disposizione appena tre mesi fa. Fino ad aprile Obama aveva raccolto ogni mese più soldi di Romney, ma di norma il grosso delle donazioni viene effettuato negli ultimi mesi di campagna elettorale e quanto è accaduto a maggio e giugno preoccupa i democratici: cittadini, aziende e gruppi di interesse di orientamento centrista, che nel 2008 avevano preferito Obama a McCain, stanno tornando a sostenere i repubblicani. E a giugno, per la prima volta, Romney ha registrato un afflusso significativo di donazioni inferiori ai 250 dollari: quelle che i repubblicani di norma faticano a raccogliere, al contrario dei democratici.

Di questo passo Mitt Romney potrebbe raccogliere circa 800 milioni di dollari per la sua campagna. Barack Obama, che nel 2008 raccolse la cifra record di 780 milioni di dollari ed è considerato una macchina da raccolta fondi, potrebbe non raggiungere il miliardo di dollari che molti osservatori e analisti avevano pronosticato per la campagna elettorale del 2012. Nella politica statunitense, di norma il presidente è avvantaggiato nella raccolta fondi: perché molto spesso viene rieletto e quindi è considerato più forte, e perché usufruisce di status e contatti ad altissimi livelli, che non sempre i suoi sfidanti possono eguagliare. Le fatiche di Obama in questi mesi nella raccolta fondi sono attribuite alle sue posizioni nei confronti della finanza, sulla necessità di alzare le tasse su ricchi e super-ricchi e regolare meglio il settore, alle accuse a Mitt Romney per via della sua carriera nei fondi di private equity, nonché alla ridotta mobilitazione dell’elettorato democratico, imparagonabile a quella del 2008.

Lo staff di Obama si dice piuttosto preoccupato. Nell’ultima settimana di giugno è aumentato sensibilmente il numero di email dirette ai volontari e agli iscritti alle newsletter democratiche, con sollecitazioni di donazioni sempre più preoccupate. All’inizio di luglio una email firmata dallo stesso Barack Obama e diretta a iscritti e volontari diceva così: “Se le cose continuano così, sarò il primo presidente in carica a essere superato in quanto a soldi raccolti e spesi nella sua campagna per la rielezione”. Una successiva email, firmata da Ann Marie Habershaw, capo operativo della campagna, diceva: “Di questo passo potremmo perdere”. Email di questo genere, dirette a volontari e sostenitori, sono fatte soprattutto per sollecitare sforzi e donazioni – si veda anche l’immagine sotto – ma segnalano inequivocabilmente un momento di difficoltà.

Gli analisti vicini al partito democratico sostengono, come riporta il New York Times, che i ritmi della raccolta fondi di Romney rallenteranno: è normale, e accadde anche a John Kerry nel 2004, che alla fine delle primarie di partito il candidato vincitore goda di molte donazioni, da parte di chi aspettava la fine della competizione. Quelli vicini ai repubblicani si confortano invece con i soldi raccolti dai cosiddetti “super PAC”, i comitati politici che possono raccogliere fondi senza limiti, senza obblighi di trasparenza e anche all’estero, purché formalmente agiscano in modo indipendente e non coordinino le loro attività con i candidati. I repubblicani li stanno usando moltissimo, raccogliendo e spendendo decine di milioni di dollari. I democratici fanno molta fatica anche su quel fronte.

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