Il “dossier” contro Roberto Maroni

Che cosa c'è nell'inchiesta di Panorama sulle indagini interne di Belsito nella Lega (e le accuse su un affitto pagato a Calderoli con i soldi del partito)

Mentre proseguono le indagini delle cinque procure che si stanno occupando del presunto utilizzo illecito dei rimborsi elettorali della Lega Nord da parte del suo ex tesoriere, Francesco Belsito, e dei possibili legami con la ‘ndrangheta, oggi i giornali si occupano dei difficili rapporti all’interno del partito. Lo spunto arriva da un’inchiesta pubblicata sul numero di questa settimana di Panorama, dove Giacomo Amadori ipotizza che Belsito avesse messo in piedi un’attività di dossieraggio per ottenere informazioni su Roberto Maroni e altri esponenti della Lega Nord, che volevano vederci chiaro nella gestione dei conti da parte del suo ex tesoriere.

Il dossier
Stando a quanto racconta Amadori, a partire dallo scorso gennaio Belsito avrebbe “sguinzagliato la sua squadretta di segugi” verso Maroni. La squadra era composta da un investigatore privato, tale V., e da un maresciallo dei carabinieri in congedo, tale G., con qualche traversia giudiziaria alle spalle. I due avrebbero raccolto materiali e informazioni su Roberto Maroni per tre mesi circa, ora in possesso dei magistrati. Tra i documenti ci sarebbero le visure di tre società.

La Quiet, secondo V., è proprietaria di una catamarano da 320mila euro. Il titolare sarebbe un compositore pugliese che risiede a Milano. La barca è ormeggiata nel porticciolo di Sestri Ponente, Genova. «In realtà noi riteniamo, come ci ha riferito una fonte, che il natante sia riconducibile a Maroni» avverte il detective. Secondo V., l’ex ministro avrebbe anche un motoscafo a Varazze in procinto di essere spostato a Palermo. L’uomo ha in mano diversi fogli di appunti dove è segnalato il trasferimento di un’altra barca a motore di 12,5 metri da Varazze a Portorose in Slovenia. Il proprietario sarebbe un fantomatico “vice” o “segretario” di Maroni e il trasporto sarebbe stato effettuato via terra con un autotreno guidato da un poliziotto con scorta al seguito.

Naturalmente non c’è nulla di illecito nel possedere una o più barche, ma secondo gli autori del dossier nei confronti di Maroni le proprietà potrebbero celare transazioni economiche opache o poco chiare. Dopo l’incontro con V. e G., Amadori spiega di essere rimasto con “un lungo elenco di nomi, collegamenti e sospetti senza prove”. L’unica cosa notevole è che a quanto pare l’allora tesoriere della Lega Nord avesse incaricato due persone di indagare su Maroni alla ricerca di qualche irregolarità.

Il “colloquio” con Belsito
Amadori spiega su Panorama di aver avuto anche qualche colloquio con Francesco Belsito, che ha confermato di voler rilasciare una intervista vera e propria solo dopo essere stato sentito dai magistrati. L’ex tesoriere racconta che quando fu nominato sottosegretario alla Semplificazione, Maroni dispose nei suoi confronti “uno screening completo” e in maniera ufficiale tramite il ministero dell’Interno. Belsito dice anche di non aver mai avuto alcun tipo di rapporto con la mafia e la ‘ndrangheta: “In Calabria, dove sono nati i miei genitori, non scendo da trent’anni”. L’ex tesoriere ha confermato ad Amadori di aver disposto le ricerche su Maroni:

Non appena ho capito chi fossero i nemici, ho deciso di fare un po’ di ricerche su quelli che sostengono di essere trasparenti, puliti e corretti. Presto ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità.

Umberto Bossi
Stando alla versione di Belsito, l’allora leader della Lega Nord era stato informato dell’attività di dossieraggio: “Gli ho detto che mi sentivo accerchiato e che stavo cercando di capire alcune cose su Maroni. Se mi ha scoraggiato? In realtà non mi ha detto niente”. Sembra quindi che Umberto Bossi fosse a conoscenza dell’iniziativa di Belsito, cosa che potrebbe ora complicare i rapporti con Maroni, per la gioia dei retroscenisti che oggi ipotizzano uno scontro finale tra i due al prossimo Congresso federale, convocato per eleggere il nuovo leader del partito.

Denaro
Nel suo articolo su Panorama, Amadori sostiene che l’investigatore V. veniva pagato direttamente con i soldi del partito: “l’ultimo bonifico, dell’importo di 2.100 euro, confida l’investigatore, era il compenso per le indagini sugli autori di una biografia internettiana non proprio agiografica di Belsito. L’inchiesta su Maroni, invece, non sarebbe stata saldata. Anche perché V. non ha avuto il tempo di portarla a termine”.

Roberto Maroni
Intervistato sempre su Panorama di questa settimana, Maroni spiega di essere venuto a conoscenza del presunto dossieraggio direttamente dal settimanale.

E questa immondizia è stata raccolta dall’interno della Lega? Dopo quello che ho sentito inizia una guerra termonucleare globale. Io voglio sapere, anzi, pretendo di sapere, se davvero qualcuno all’intero della Lega mi ha spiato e ha addirittura ordinato un dossier su di me, voglio e pretendo di sapere chi lo abbia fatto. Sia chiaro: non mi fermerò fino a quando gli eventuali responsabili non saranno cacciati. Altrimenti me ne andrò via io: non resterò un minuto in più se, una volta accertate le responsabilità, non se ne andranno tutti i colpevoli.

Maroni a Panorama spiega anche di non aver nulla da nascondere per quanto riguarda le barche. Una fu comprata nel 1997 con altri due amici con 50 milioni di lire, in seguito fu venduta. Con altri due amici ne comprò un’altra con quote ciascuno da 40mila euro, fatta valutare di recente vale 55mila euro. E sulla barca che secondo G. e V. sarebbe stata trasferita a Portorose in Slovenia la spiega così:

Ha detto Portorose? Pure ignoranti li hanno presi questi 007! Io ho una barca, come ho detto prima, che ho tenuto per tre anni a Portorosa, con la “a” finale, che si trova in Sicilia. Ora l’ho spostata in Sardegna a Porto Corallo, che non c’entra niente con Portorose. Più che emuli di James Bond questi signori sembrano Qui, Quo, Qua.

Rosy Mauro
Ieri sera, mercoledì 18 aprile, Rosy Mauro era ospite della trasmissione televisiva Matrix di Canale 5. La settimana scorsa è stata espulsa dalla Lega Nord, tra le altre cose per essersi rifiutata di lasciare l’incarico di vicepresidente del Senato come le era stato chiesto dal partito. Durante la puntata ha spiegato di non aver “mai sentito parlare di dossieraggio, di spiate o altro” all’interno della Lega Nord. Ha anche detto di aver parlato con Belsito perché era un dirigente del partito e nessuno poteva “far finta di non conoscerlo: tutti hanno avuto a che fare con lui”. Secondo Mauro, tutto lo scandalo legato a Belsito sarebbe nato per favorire alcuni nella “guerra di successione interna” al partito.

I magistrati stanno indagando su alcuni investimenti e giri di denaro effettuati con i rimborsi elettorali che potrebbero essere riconducibili a Rosy Mauro. Si parla anche di diamanti e case che, secondo l’inchiesta, sarebbero stati acquisiti con i soldi della Lega Nord. A Matrix, Mauro si è difesa dicendo di aver fatto tutti gli acquisti con il proprio denaro e di non essere a conoscenza di irregolarità nel finanziamento del SIN.PA, il sindacato padano da lei fondato.

Con i miei risparmi ho comprato tante cose. Ho comprato tutto, anche le case. I miei 730 parlano e sono pubblici come i miei investimenti e tutti possono vedere le donazioni fatte di tasca mia al sindacato.

Roberto Calderoli
Dalle carte delle indagini, spiegano su SkyTg24, “emergerebbe che l’affitto di casa dell’ex ministro Roberto Calderoli, al momento uno dei tre triumviri che guida il partito insieme con Roberto Maroni e Manuela Dal Lago, sarebbe stato pagato con i soldi della Lega Nord”. Si parla di un affitto pari a 2.200 euro mensili pagato per un appartamento in via Ugo Bassi al Gianicolo.

foto: LaPresse