La Commissione Europea cerca funzionari

E non ne trova, sembra soprattutto perché gli stipendi che offre sono troppo bassi (ma dipende dai punti di vista)

nella foto, il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso (AP/Yves Logghe)
nella foto, il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso (AP/Yves Logghe)

Da qualche tempo la Commissione Europea ha problemi ad assumere personale per il suo staff. Come spiega EUobserver.com, sono sempre di meno le persone competenti che rispondono agli annunci di lavoro della Commissione. In particolare, sono sempre meno i candidati dei paesi europei più ricchi e avanzati. Per fare un esempio, la popolazione della Germania rappresenta il 16,3 per cento di quella europea. Tuttavia nel 2010 i tedeschi che hanno fatto domanda per entrare nella Commissione come “funzionario amministratore” erano solo il 7,61 per cento dei candidati. Nel 2011, questa percentuale è scesa ulteriormente al 6,82 per cento, dunque meno della metà della cosiddetta equa rappresentanza del proprio paese. La situazione peggiora con i britannici, che teoricamente rappresentano il 12,38 per cento della popolazione europea, ma che nel 2011, quando si sono candidati per la stessa posizione in Commissione, sono stati solo il 2,39 per cento del totale dei candidati.

Il problema, secondo la Commissione europea, è principalmente legato alle retribuzioni delle varie posizioni, che sarebbero troppo basse per gli standard dei paesi più ricchi. In genere si parte dai 4mila euro lordi al mese in su, una cifra che molti economisti e dirigenti degli stati economicamente più in salute rifiutano perché considerata troppo bassa. Secondo lo slovacco Maroš Šefčovič, Commissario europeo per le relazioni interistituzionali e l’amministrazione, questo problema rischia di diventare strutturale entro il 2020, quando il 60 per cento degli attuali funzionari ed economisti sarà andato in pensione e non avrà, viste le premesse, un numero sufficiente di sostituti all’altezza e rappresentati equamente a livello geografico.

Questo problema sarebbe iniziato nel 2004, quando sono stati ridotti di molto i compensi e le pensioni dei lavoratori della Commissione, e sta avendo conseguenze anche nel breve termine. Per esempio, attualmente la Commissione ha bisogno di 59 nuovi economisti nel suo Dipartimento degli Affari Economici e Finanziari. Le nuove posizioni sono state create di fatto dal nuovo Patto di Bilancio e serviranno a controllare molto più attentamente i bilanci dei singoli paesi europei, per non parlare di quelli dei paesi che hanno ricevuto aiuti finanziari per evitare il fallimento, come la Grecia. Sinora solo 6 di questi 59 posti sono stati assegnati; per altri 22 si stanno valutando i candidati, mentre i restanti 28 non riusciranno a essere assegnati, almeno da qui a breve.

Le spese della Commissione Europea assorbono il 6 per cento dei 130 miliardi del budget europeo annuale. Questa somma, che rimarrà tale fino all’anno prossimo, dovrebbe comunque ulteriormente scendere nel prossimo periodo 2014-2020. I paesi membri lo decideranno nei prossimi mesi, ma Regno Unito e Germania hanno già invocato ulteriori tagli al budget. Il tutto a scapito, secondo Šefčovič, dell’equa rappresentanza proporzionale degli stati membri in Commissione e della professionalità dei suoi funzionari ed economisti.

nella foto, il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso (AP/Yves Logghe)