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  • Martedì 27 marzo 2012

L’Ontario legalizza i bordelli?

La Corte d'Appello ha stabilito che le restrittive leggi in vigore violano i diritti di chi si vuole liberamente prostituire

La Corte d’Appello dell’Ontario, una delle dieci province del Canada, ha stabilito che le case di appuntamento per le prostituite devono essere legalizzate [pdf]. Con la sua decisione la Corte ha confermato due delle tre sentenze che erano state emesse nel 2010 dalla Corte superiore dell’Ontario e ha di fatto sovvertito le attuali leggi federali sulla prostituzione. Secondo la Corte d’Appello solamente l’adescamento deve continuare a essere illegale, mentre la prostituzione può essere esercitata nei bordelli senza particolari vincoli di legge. In Canada la prostituzione non è di per sé vietata, ma ci sono molte norme che vincolano il suo esercizio e che in diversi casi lo rendono impossibile.

La decisione della Corte d’Appello dell’Ontario potrà essere modificata solamente dalla Corte Suprema del Canada, le cui decisioni hanno valore nell’intera federazione. Se la legalizzazione venisse confermata, i bordelli diventerebbero legali in tutto il paese. L’attuale sentenza non è comunque da subito esecutiva, cosa che dovrebbe consentire al governo di intervenire e rispondere con nuove proposte di legge.

Secondo i giudici della Corte, le leggi ora in vigore violano i diritti di chi offre prestazioni sessuali in cambio di denaro, impedendo loro di lavorare in casa o in altri luoghi sicuri e obbligando molte persone a doversi dotare di servizi di sicurezza per esercitare la professione. Nel 2010 le tre leggi in materia furono dichiarate incostituzionali da un giudice della Corte Superiore dell’Ontario. In quell’occasione fu stabilito che i casini, la presenza di manager delle prostitute e l’adescamento dovessero essere legalizzati. La Corte d’Appello ha confermato le sentenze su bordelli e manager per le prostitute, mentre ha dato parere contrario all’adescamento e a qualsiasi altra forma di pubblicità e comunicazione per promuovere la prostituzione.

foto: theapoc