Santorum vince in Alabama e Mississippi
Lo sfidante di Romney porta a casa due stati del sud e tiene aperte le primarie repubblicane
di Francesco Costa
Rick Santorum ha vinto le primarie repubblicane in Alabama e Mississippi, conquistandosi così ormai senza alcun dubbio il titolo di principale – se non unico – sfidante di Mitt Romney. In Alabama, col 98 per cento delle schede scrutinate, Santorum ha ottenuto il 34,5 per cento dei voti, Gingrich il 29,3 per cento, Romney il 29 per cento, Paul il 5 per cento. In Mississippi, col 99 per cento delle schede scrutinate, Santorum ha ottenuto il 32,9 per cento dei consensi, Gingrich il 31,3 per cento, Romney il 30,3 per cento, Paul il 4,4 per cento.
Dal punto di vista dei delegati, in Mississippi Romney e Santorum prendono 13 delegati ciascuno, Gingrich 12. In Alabama Santorum prende 17 delegati, Gingrich 12, Romney 10. Ieri si votava anche alle Hawaii e nelle Samoa Americane, con molti meno delegati in palio, e ha vinto Romney. Già durante il Super Tuesday Santorum aveva dimostrato di essere più forte di Romney negli stati del sud e della cosiddetta Bible Belt, più solidamente religiosi e conservatori. I risultati di stanotte lo confermano, nonostante il vantaggio economico e organizzativo di Mitt Romney e nonostante anche gli storici legami di Newt Gingrich – che è della Georgia – con il sud degli Stati Uniti.
“Lo abbiamo fatto di nuovo”, ha detto Santorum ai suoi sostenitori in Louisiana, dove si vota la settimana prossima. “Questo è il momento in cui i conservatori devono riunirsi”, ha proseguito, mettendo pressione su Gingrich. L’ex speaker della Camera, però, ha fatto notare di aver preso più o meno il numero di voti e i delegati dei suoi rivali e ha promesso nuovamente di portare avanti la sua candidatura fino alla convention. “Gli sforzi dell’elite mediatica di convincere la nazione dell’inevitabilità di Romney sono appena falliti: se sei il favorito e continui ad arrivare terzo, non sei un gran favorito”. Romney ha diffuso un comunicato per dire semplicemente che “dopo stanotte abbiamo molti delegati in più” e quindi “siamo più vicini alla nomination”.
Stando ad alcuni sondaggi, i cui risultati sono esposti dal New York Times, sia in Alabama che in Mississippi la maggioranza degli elettori repubblicani considerava Romney come il candidato con le migliori possibilità di battere Obama a novembre. In entrambi i casi, però, non lo hanno considerato abbastanza conservatore e quindi abbastanza affidabile dal punto di vista ideologico. Romney aveva fatto campagna elettorale con molta intensità e dispendio di risorse sia in Alabama che in Mississippi, non solo per conquistare delegati ma anche per mostrare di poter essere politicamente forte anche negli stati del sud.
La vittoria di Santorum ha tre conseguenze fondamentali. La prima è mettere ulteriormente in discussione la possibilità – già piuttosto complessa, come abbiamo visto – che Mitt Romney arrivi alla convention estiva di Tampa con in tasca il sostegno della maggioranza assoluta dei delegati, 1144. La seconda, come abbiamo detto, è imporsi come più forte, se non unico, rivale di Romney. La terza conseguenza è aumentare la pressione su Newt Gingrich perché abbandoni la sua candidatura, ormai senza uno scopo che non sia fornire visibilità mediatica al candidato: analisti e osservatori sono praticamente unanimi nel pensare che un ritiro di Gingrich aiuterebbe Santorum e gli permetterebbe di contrastare Romney con maggiore efficacia.
Le primarie repubblicane si spostano ora il prossimo 18 marzo a Porto Rico, il 20 in Illinois, il 24 in Louisiana. Dal 15 al 24 il Missouri terrà dei caucus.
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