Gli Oscar del Post

Odiamo gli indifferenti, e prendiamo posizione, in senso proprio e figurato

HOLLYWOOD, CA - FEBRUARY 24: Preparations continue for the 84th Annual Academy Awards at the Hollywood and Highland on February 24, 2012 in Hollywood, California. (Photo by Frazer Harrison/Getty Images)
HOLLYWOOD, CA - FEBRUARY 24: Preparations continue for the 84th Annual Academy Awards at the Hollywood and Highland on February 24, 2012 in Hollywood, California. (Photo by Frazer Harrison/Getty Images)

La premiazione dei film dell’anno da parte dell’Academy hollywoodiana è un raro esempio di premio in cui gli standard di qualità e successo presso il grande pubblico sono entrambi abbastanza alti (con eccezioni, certo), a differenza di altri casi nei settori più vari: dal premio Strega ai Grammys a Sanremo al Nobel per la pace, eccetera. Insomma è una delle occasioni in cui ci si può riconoscere o meno con le scelte senza dovere indignarsi o sentirsi estranei. E anche al Post, dove seguiamo il cinema da appassionati pur nella consapevolezza che siamo tutti allenatori della nazionale e critici cinematografici, ci disponiamo a passare la nottata a vedere come andrà stavolta, pur mantenendo solide riserve su alcune delle scelte degli anni passati.

Così, abbiamo deciso di prendere posizione, dire da che parte stiamo, e avere degli auspici della cui realizzazione essere contenti o del cui fallimento rammaricarci. Il miglioramento del mondo va perseguito in ogni angolino, e per restare solo al passato recente un anno in cui vince Chicago, Titanic o il Signore degli Anelli non è uguale a un anno di The Departed, The millionaire o Crash. Questi sono dunque gli endorsement del Post sulle categorie principali (scelti all’interno delle nomination), vada come vada.

Miglior film: The Artist
Le critiche che lo riducono a un film che fa figo dire di avere apprezzato ci rimbalzano. Il cinema – come la musica – è questione spesso di gusti facili, ma non così stupidi. Il Post lo ha scelto di misura su Moneyball e The tree of life, scartando tutti gli altri titoli in nomination, perché è un film spiritoso e inventivo, e per coprirsi le spalle dalle accuse di troppo modernismo.

Miglior attore: Gary Oldman per La talpa
Vince a mani basse, con solo una preferenza in redazione lasciata a Jean Dujardin e una a Brad Pitt.

Migliore attrice: Meryl Streep per La lady di ferro
Per quanto il direttore abbia sostenuto che “è tanto brava” lo sente dire di Meryl Streep da quando era bambino, ha infine dovuto ammettere che “è tanto brava”. Seconda votata è stata Rooney Mara di “The girl with the dragon tattoo”.

Miglior regista: Terence Malick per The tree of life
Il film in redazione ha incassato tanti consensi quanti fastidi. L’attitudine conciliatoria e unanimista del Post ha accettato il compromesso di premiare Malick per la regia, che bravo è bravo, e non si discute.

Miglior attore non protagonista: Jonah Hill per Moneyball
Non un premio davvero “conquistato”: ammettiamo che pochi in redazione avessero visto tutti i film in ballo in questa categoria. Persino il direttore, primo fan di Moneyball, avrebbe investito più volentieri sui suoi coetanei Nick Nolte, Christopher Plummer e Max Von Sydow. Ma non li aveva visti, ed è stato escluso dal voto.

Miglior attrice non protagonista: Jessica Chastain per The Help
Qui il voto è stato sparpagliato anche su Bérénice Bejo e Octavia Spencer.

Migliore sceneggiatura originale: Midnight in Paris
Pur avendo incassato l’unico esplicito veto nel corso del voto – che lo ha escluso da altri premi su cui aveva avuto degli endorsement – sulla sceneggiatura ha superato The Artist e A separation.

Migliore sceneggiatura non originale: Moneyball
Che ci rifiutiamo di citare con il suo povero titolo tradotto, e che prendiamo a modello di ogni aspirazione rivoluzionaria (e di ogni lucidità sui suoi risultati).