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  • Martedì 10 gennaio 2012

Malinconico si è dimesso

La storia delle vacanze pagate da altri gli è costata il posto da sottosegretario

Aggiornamento delle 13.15. Carlo Malinconico si è dimesso da sottosegretario alla presidenza del Consiglio, al termine di un incontro con Mario Monti durato circa un’ora e mezza.

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Carlo Malinconico, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, è intervenuto ieri sul caso che lo riguarda da qualche giorno, relativo alle sue vacanze negli anni 2007 e 2008 e a chi gliele pagò. Ieri il Corriere della Sera aveva chiesto chiarimenti, mentre il Giornale e il Fatto avevano chiesto addirittura le sue dimissioni. La storia, in breve, è questa: nel 2007 e nel 2008 alcuni imprenditori che anni dopo saranno coinvolti nell’inchiesta sulle grandi opere, quelli della cosiddetta “cricca”, hanno pagato le vacanze in un albergo di lusso di Carlo Malinconico e di sua moglie, mentre questo era segretario generale della presidenza del Consiglio. I chiarimenti forniti da Malinconico, per quanto contribuiscano a una più completa conoscenza dei fatti, non alleggeriscono la sua posizione, anzi.

Nei giorni scorsi Malinconico aveva fatto sapere al Giornale di essere stato in vacanza a spese di altri “a sua insaputa” e soltanto dal 2008 in poi, quindi dopo la fine del suo incarico a Palazzo Chigi, nonostante l’informativa dei carabinieri citata dalla stampa in questi giorni facesse esplicito riferimento ad alcuni soggiorni occorsi nel 2007. Soggiorni che Malinconico ha ammesso con le dichiarazioni di ieri.

«Andai per la prima volta all’Hotel Pellicano nell’agosto del 2007. Ci tornai all’inizio del maggio 2008 in concomitanza con la fine del mio incarico»

Carlo Malinconico non è indagato, perché non è reato accettare favori da imprenditori se non si fa nulla in cambio, e oggi non ci sono elementi per pensare che Malinconico abbia fatto qualcosa per sdebitarsi. Non si può dire che fosse altrettanto disinteressata la generosità degli imprenditori che pagavano i suoi conti, Piscicelli e Balducci, che smetteranno di pagargli le vacanze con la sua uscita da Palazzo Chigi e qualche anno dopo saranno coinvolti in un’inchiesta centrata proprio sui regali elargiti a ministri e alti funzionari pubblici, allo scopo di ottenere vantaggi e appalti. Malinconico ricostruisce così la vicenda.

«Sono stato Segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri fino al 7 maggio 2008. Ho conosciuto l’ingegner Balducci quando era presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, ben noto, stimato e considerato in tutti gli ambienti istituzionali. Solo diversi anni dopo, nell’ambito di una vasta indagine, è emerso un intreccio insospettabile di rapporti che lo coinvolgerebbe. Ma nel 2007-2008 tutto ciò era inimmaginabile. Allora vedevo, come tanti, in Balducci un collega di prestigio. Mai fatto favori a lui né lui mai mi chiese di fargliene. Non ho mai conosciuto Anemone. Piscicelli mi è stato presentato quando, nell’estate 2007, fui invitato da Balducci a visitare alcuni rustici ristrutturati da Piscicelli, che però non risultarono di mio interesse»

Riguardo i pagamenti, Malinconico dice così:

«Si sa che pagai una parte dei soggiorni. Mi fu detto dall’albergo che per i precedenti era stato provveduto senza specificare da chi. Pensai fosse stato Balducci e insistetti per non gravare su di lui. Non ci fu modo di riuscirvi, sicché irritato cancellai le permanenze successive e non tornai più all’albergo. Solo ora, a seguito delle indagini (di cui ho avuto conoscenza indirettamente) e alle dichiarazioni rese alla stampa, apprendo che Piscicelli avrebbe pagato di propria iniziativa e per ragioni a me del tutto ignote alcuni dei miei soggiorni», aggiunge spiegando di aver fatto un bonifico all’albergo dicendo che ogni pagamento effettuato da altri «deve considerarsi inaccettabile e privo di effetti»

Malinconico dice quindi di avere pagato personalmente il conto dell’albergo adesso, quattro anni dopo, e di aver smesso di frequentare la struttura resosi conto che non era in grado di pagare da sé né rintracciare chi lo faceva per lui. A leggere l’informativa dei carabinieri le cose sembrano essere andate in modo un po’ differente, come racconta il Fatto: Malinconico tornò a frequentare l’hotel “Il Pellicano” altre volte, dopo le prime vacanze pagate “a sua insaputa”, e in una circostanza telefona a Balducci per ringraziarlo riguardo il suo soggiorno (per ringraziarlo della prenotazione, dice Malinconico, e non del pagamento).

Malinconico dovrebbe avere in giornata un colloquio con il presidente del Consiglio. Sia il Giornale che il Fatto oggi chiedono le sue dimissioni, ieri sera Enrico Mentana durante il Tg di La7 parlava apertamente di questa eventualità per la giornata di oggi. Il Giornale aggiunge però che “Malinconico non ne avrebbe alcuna intenzione”. Sergio Rizzo, intanto, sul Corriere della Sera ricostruisce la sua lunga e ricca carriera professionale.

Carlo Malinconico ha giocato, correttamente, d’anticipo. Appena saputo che per lui si sarebbero schiuse le porte del governo di Mario Monti si è affrettato a dimettersi da tutti gli incarichi. E non ne aveva certamente pochi, l’ex presidente della Federazione degli editori.

foto: LaPresse