Le liberalizzazioni rinviate

Le commissioni concludono oggi i lavori sulla manovra, dopo averne amputato ieri una parte importante

La manovra economica dovrebbe concludere oggi il suo iter nelle commissioni – in realtà doveva accadere ieri, ma c’è stato un rinvio – con l’esame degli emendamenti e dei subemendamenti. Il testo dovrebbe arrivare alla Camera domani, mercoledì, per essere approvato entro la fine della settimana, probabilmente con un voto di fiducia. Da lunedì comincerebbe quindi l’iter al Senato, che si concluderebbe entro Natale.

(“Come cambierà la manovra”)

Le modifiche di cui si parla le abbiamo descritte ieri e hanno a che fare soprattutto con l’adeguamento delle pensioni più basse all’inflazione e alla soglia di esenzione dall’IMU, la nuova imposta sugli immobili. La notizia principale di ieri, però, inattesa, è stata il rinvio dal 2012 al 2013 di alcune delle poche liberalizzazioni contenute nel testo licenziato dal Consiglio dei ministri. Il decreto legge approvava, tra le molte cose, la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C, quelli a pagamento, perché fossero venduti anche nelle parafarmacie; liberalizzava in via sperimentale gli orari di apertura degli esercizi commerciali nelle località turistiche e città d’arte; permetteva ai gestori delle pompe di carburante di rifornirsi da qualunque produttore, senza clausole di esclusiva; aboliva il criterio delle distanze minime per l’apertura di esercizi commerciali; aboliva il divieto di esercizio di una attività economica al di fuori di una certa area geografica e l’abilitazione a esercitarla solo all’interno di una determinata area; aboliva il divieto di esercizio di una attività economica in più sedi; aboliva l’imposizione di prezzi minimi o commissioni per la fornitura di beni e servizi.

(“La manovra in 12 punti”)

L’unica norma a rimanere in piedi, di queste, sarebbe quella sulle farmacie. E a questo punto non si può escludere che in commissione o in aula non si faccia marcia indietro anche su quello. Le misure di cui sopra sarebbero dovute entrare in vigore all’inizio del 2012: entreranno invece in vigore all’inizio del 2013 (se niente interviene prima per annullarne gli effetti, scenario non improbabile). La liberalizzazione delle licenze dei tassisti, invece, è abrogata e basta. Questi ritocchi si aggiungono a quelli sul taglio degli stipendi dei politici e a quelli sulle province, la cui abrogazione slitta al 2013. In ogni caso, tutte queste modifiche dovranno essere confermate dal voto dell’aula: e se il governo, come pare probabile, chiederà la fiducia su un maxiemendamento e sul testo della manovra, alla fine deciderà quali modifiche accogliere e quali no.

foto: Lapresse