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  • Venerdì 14 ottobre 2011

Il vescovo incriminato per aver coperto un prete pedofilo

Secondo l'accusa, il vescovo di Kansas City Robert Finn non ha denunciato un prete della sua diocesi per il possesso di materiale pedopornografico

FILE – This May 3, 2004, file photo provided by the Archdiocese of Kansas City and St. Joseph, Mo., shows the Rev. Monsignor Robert Finn, who is facing a criminal charge for not telling police about child pornography that was found on a priest’s computer. Finn, now Bishop of the Kansas City-St. Joseph Catholic Diocese, pleaded not guilty Friday, Oct. 14, 2011, to a misdemeanor count of failing to report suspected child abuse. (AP Photo/Archdiocese of Kansas City and St. Joseph)

FILE – This May 3, 2004, file photo provided by the Archdiocese of Kansas City and St. Joseph, Mo., shows the Rev. Monsignor Robert Finn, who is facing a criminal charge for not telling police about child pornography that was found on a priest’s computer. Finn, now Bishop of the Kansas City-St. Joseph Catholic Diocese, pleaded not guilty Friday, Oct. 14, 2011, to a misdemeanor count of failing to report suspected child abuse. (AP Photo/Archdiocese of Kansas City and St. Joseph)

Robert Finn, vescovo di Kansas City legato all’Opus Dei, è stato incriminato di «reati minori» per non aver immediatamente denunciato, come obbligano a fare le leggi del Missouri, un prete della sua diocesi già sospettato di pedofilia e accusato di possedere foto pedopornografiche. Il materiale si trovava nel computer del reverendo Shawn Ratigan e il vescovo, secondo il Grand Jury, ne era a conoscenza già da dicembre. La denuncia è stata fatta con cinque mesi di ritardo: a maggio, quando Shawn Ratigan è stato arrestato.

L’incriminazione a Robert Finn è datata 6 ottobre, ma è stata tenuta riservata fino ad oggi, quando il vescovo è rientrato da un viaggio all’estero. L’avvocato Gerald Handley ha detto che «Finn si dichiara innocente e nega ogni responsabilità penale a suo carico». In un comunicato, nel pomeriggio, Finn ha aggiunto: «Affronteremo la vicenda con ferma volontà e una difesa vigorosa. La diocesi ha sempre assicurato completa collaborazione agli inquirenti».

Secondo l’accusa, Ratingan aveva un centinaio di foto che erano state scoperte da un tecnico al lavoro sul suo portatile: alcune ritraevano dei minori vestiti ma con l’inquadratura sulla zona inguinale, e altre una bambina di due o tre anni con i genitali nudi. Jean Peters Baker, procuratore della contea di Jackson, ha dichiarato che Finn, sarebbe stato informato dei fatti e avrebbe avuto, già allora, «motivi ragionevoli» per sospettare gli abusi e inoltrare una denuncia.

Ulteriori prove che Robert Finn avesse dei sospetti sulla condotta di Ratigan starebbero, secondo l’accusa, in una nota della diocesi datata 19 maggio 2010, nella quale si riportavano alcune lamentele dei parrocchiani contro Ratigan, visto ripetutamente fuori da una scuola mentre scattava fotografie. Robert Finn ha riferito di aver letto la relazione solo sette mesi dopo. Il parrocchiani hanno ora creato una pagina Facebook: “Bishop Finn Must Go”.