Le carte dell’inchiesta Tarantini

I magistrati di Bari hanno depositato i documenti di chiusura delle indagini sul presunto traffico di prostituzione a favore di Silvio Berlusconi, citando pure Manuela Arcuri

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
03-08-2011 Roma
Politica
Senato – informativa del Governo su crisi economica
Nella foto: Silvio Berlusconi
Photo Mauro Scrobogna /LaPresse
03-08-2011 Roma
Politics
Senate – Government report on economic crisis
In the picture: Silvio Berlusconi

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse
03-08-2011 Roma
Politica
Senato – informativa del Governo su crisi economica
Nella foto: Silvio Berlusconi
Photo Mauro Scrobogna /LaPresse
03-08-2011 Roma
Politics
Senate – Government report on economic crisis
In the picture: Silvio Berlusconi

I magistrati di Bari che indagano sul traffico di prostituzione di cui il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sarebbe stato cliente hanno depositato giovedì gli atti di conclusione delle indagini, che comprendono “otto indagati e più di centomila intercettazioni (effettuate fino all’estate del 2009 ma non trascritte). Ventotto capi di imputazione (tra cui associazione per delinquere e favoreggiamento della prostituzione) e trenta ragazze portate nelle residenze del premier”. L’inchiesta ha tra gli indagati Gianpaolo Tarantini e suo fratello Claudio, Sabina Began, l’avvocato brindisino Salvatore (detto Totò) Castellaneta, l’amico di Tarantini Massimiliano Verdoscia, Pierluigi Faraone, Letizia Filippi, Francesca Lana. Scrivono i magistrati:

«Il Tarantini promotore e organizzatore dell’associazione, al fine di consolidare il rapporto con Silvio Berlusconi (avviato nell’estate del 2008), ottenere per il suo tramite, incarichi istituzionali e allacciare avvalendosi della sua intermediazione rapporti di tipo affaristico con i vertici della Protezione civile, di Finmeccanica spa, di società a quest’ultima collegate (Sel Proc sc., Selex sistemi integrati spa e Seicos spa), di Infratelitalia spa e altre società, provvedeva a:
1) Ricercare le donne, personalmente o per il tramite di altri partecipi, persuadendole a prostituirsi o rafforzando il loro iniziale proposito di prostituirsi, in occasione degli incontri che egli stesso organizzava presso le residenze di Silvio Berlusconi;
2) Selezionare le donne, personalmente o per il tramite degli altri partecipi, secondo specifiche caratteristiche fisiche (giovane età, corporatura esile)
3) Impartire, in occasione di tali incontri, disposizioni sull’abbigliamento da indossare e sul comportamento da assumere;
4) Sostenere le spese di viaggio e soggiorno delle donne proveniente da varie parti d’Italia, mettere loro a disposizione il mezzo per raggiungere il luogo dell’incontro».

Le carte riportano i nomi di decine di donne che Tarantini avrebbe indotto a prostituirsi con il PresdelCons: sui siti di news oggi (e sui giornali di domani) ha avuto molto spazio una confusa formula in cui i magistrati suggeriscono che un simile invito sarebbe stato fatto anche all’attrice Manuela Arcuri, che lo avrebbe rifiutato.

«Gianpaolo Tarantini la indusse a prostituirsi in favore di Silvio Berlusconi con la promessa che lo stesso l’avrebbe favorita per la conduzione del festival di Sanremo, non riuscendo a portare a termine il suo proposito a causa del rifiuto opposto della stessa»

Gli avvocati di Silvio Berlusconi hanno definito infondate le ricostruzioni dei pubblici ministeri baresi, indicando come “conviviali”- qualunque cosa significhi – le serate a cui si riferisce la documentazione: e hanno intanto presentato una memoria presso la procura di Napoli per l’indagine condotta in quella sede, contestando la richiesta che Berlusconi si presenti per deporre entro domenica.

Aggiornamento: la Stampa riporta una formulazione diversa e più chiara sul tentato coinvolgimento di Manuela Arcuri.

«atti idonei e diretti in modo non equivoco a indurre Manuela Arcuri a prostituirsi in favore di Silvio Berlusconi prospettandole la possibilità di un personale interessamento di quest’ultimo (sollecitato vieppiù dalla stessa Arcuri) per consentire la partecipazione del fratello ad una trasmissione televisiva, non riuscendo a portare a termine il loro proposito per ragioni indipendenti dalla loro volontà»