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  • Giovedì 1 settembre 2011

Campioni con lo zainetto rosa

Sui campi da baseball degli Stati Uniti si estende una nuova comica forma di nonnismo da spogliatoio

I giovani lanciatori dei Colorado Rockies prima di una partita contro i Cincinnati Reds a Denver, Colorado (Photo by Doug Pensinger/Getty Images)
I giovani lanciatori dei Colorado Rockies prima di una partita contro i Cincinnati Reds a Denver, Colorado (Photo by Doug Pensinger/Getty Images)

Il New York Times ha raccontato di una sempre più diffusa pratica tra i giocatori americani di baseball, uno sport in cui le tradizioni e le consuetudini umane sono metà della storia e dove, come spiega l’articolo, “gli allenatori indossano le stesse divise dei giocatori e allo stadio si vendono le stesse confezioni di popcorn caramellato da sempre”. Tra queste tradizioni c’è quella di una serie di umiliazioni e mobbing praticati nei confronti delle matricole delle squadre maggiori – stiamo parlando degli atleti più popolari del paese, professionisti del “passatempo nazionale” – che negli ultimi anni ha trovato una nuova buffa e imbarazzante forma, che racconta anche del tipico machismo di ogni spogliatoio sportivo. I giocatori più giovani, e soprattutto i cosiddetti “lanciatori di rilievo” (ruolo particolarissimo di riserva del lanciatore, a metà tra un giocatore di serie B e un risolvipartita), vengono costretti a scendere in campo, e quindi ad attraversarlo sotto gli occhi di tutto il pubblico, con degli infantili zainetti scolastici in spalla, o molto ridicoli oppure molto femminili. Hannah Montana, Hello Kitty e Dora l’esploratrice sono particolarmente adatti, racconta l’articolo del New York Times: “e soprattutto rosa!”, spiega Jason Isringhausen, 37enne giocatore dei New York Mets particolarmente fedele all’iniziativa.

In uno sport in cui l’età media dei giocatori è particolarmente alta, e la maturità è quindi un attributo più riconosciuto e ammirato che in altri, l’umiliazione dello zainetto da ragazzino (o peggio, da ragazzina) è particolarmente pesante, spiega Bryan Shaw, 23 anni, degli Arizona Diamondbacks: «Mi ridono dietro tutti. Mi urlano “carino, il tuo zainetto!”». La tradizione vuole che il più giovane lanciatore di rilievo abbia la responsabilità di portare bevande, merende, medicinali e generi vari di conforto quando le squadre scendono in campo, e i compagni gliele preparano bene dentro alcune borse e nello zainetto. A Michael Stutes dei Philadelphia Phillies ne hanno fatto portare per tutta la stagione uno di Hello Kitty con attaccato un boa di piume fucsia. Ma le “reclute” interpellate dicono di adeguarsi al rito rispettosamente e di aspettare di potersi rifare sui loro successori, come in tutti i nonnismi della storia.
E, conclude il New York Times, con la inclinazione alle tradizioni del baseball, questo potrebbe durare per decenni.