Gli iPhone con i pezzi di Samsung

Apple e la società sudcoreana si scontrano nei tribunali ma sono e rimangono ottimi partner commerciali quando si tratta di componenti

Lunedì Apple ha ottenuto da un tribunale tedesco la sospensione delle vendite del Galaxy Tab 10.1, il tablet prodotto da Samsung e ritenuto sostanzialmente un plagio dell’iPad. La decisione della Corte federale ha reso più tesi i rapporti tra le due società, che si combattono con cause e controcause legali sui loro tablet e smartphone da diversi mesi. Le diatribe in tribunale non impediscono comunque a Samsung e ad Apple di collaborare e di avere stretti rapporti commerciali per quanto riguarda l’acquisto dei componenti che servono per costruire i dispositivi mobili.

Il grafico dell’Economist, basato sui dati forniti da iSuppli, dimostra quanto Apple sia dipendente da Samsung per quanto riguarda alcuni componenti fondamentali per il funzionamento dei suoi iPhone. La società di Steve Jobs non costruisce materialmente il proprio smartphone: delega l’intera operazione a ditte esterne che ricevono i componenti da decine di fornitori, li assemblano e inviano poi il prodotto finito alla società che si occupa di venderlo e distribuirlo ai suoi clienti. L’assemblaggio viene curato da Foxconn, una società con enormi stabilimenti in Cina spesso oggetto di critiche per le difficili condizioni di lavoro cui sono sottoposti i suoi operai, mentre diverse parti degli iPhone vengono prodotte e fornite da Samsung.

Samsung fornisce alcuni dei componenti più importanti come le memorie che ospiteranno poi il sistema operativo degli iPhone e i dati, la memoria temporanea (DRAM) e alcuni processori. Complessivamente, il 26 per cento del costo per i componenti deriva da pezzi acquistati da Apple direttamente da Samsung. Questo fa di Apple uno dei principali clienti di Samsung, e rende al tempo stesso Samsung uno dei principali fornitori di Apple. Samsung fa qualcosa di simile anche con altre aziende che producono elettronica ed è un sistema che le torna utile: producendo processori, memorie e altri pezzi in grande numero, può ridurre i costi avendo così a disposizione componenti meno cari utili anche per la produzione dei suoi smartphone e tablet a prezzi concorrenziali. Il sistema conviene anche ad Apple, che può delegare la produzione ad altre società, concentrandosi sulla progettazione e la realizzazione di nuovi dispositivi e nuovi programmi.

La seconda parte del grafico mostra i costi totali di produzione pari a 560 dollari. I componenti costano complessivamente 178 dollari per ogni iPhone, poi c’è il lavoro di Foxconn pari a 14 dollari al pezzo e infine la fetta di 368 dollari di Apple. I costi sono quindi molto alti, ma grazie al successo dell’iPhone in questi anni, la società ha ottenuto comunque enormi profitti tanto da ottenere nell’ultimo trimestre di quest’anno il primo posto tra i produttori di smartphone con il 19,1 per cento del mercato, come si vede nell’ultima parte del grafico.