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  • Domenica 3 luglio 2011

E poi ci sono i divorzi gay

Dove dovranno andare le coppie omosessuali sposate se poi un giorno non vorranno più stare insieme?

Subito dopo l’approvazione della legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso, il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo, ha invitato apertamente le coppie omosessuali americane ad andare a sposarsi a New York, se lo stato in cui vivono non glielo consente. «Venite a sposarvi a New York, sarà ottimo per il turismo», ha detto. La proposta ha esplicitato la possibilità, del resto già esistente, del turismo matrimoniale, ma ha anche sollevato un aspetto meno dibattuto, eppure molto rilevante, del matrimonio tra omosessuali e dei diritti a esso collegati: dove dovranno andare le coppie sposate se poi un giorno vorranno chiedere il divorzio? John Schwartz ne parla sul New York Times.

Le persone omosessuali che si sposano e poi tornano in stati con legislazioni ostili al loro matrimonio potrebbero trovarsi in un limbo legale. Per esempio una coppia che si sposa a New York e che poi chiede il divorzio in Texas si potrebbe ritrovare a combattere non solo tra di sé ma anche con il procuratore generale del Texas, Greg Abbott, che ha già più volte tentato di intervenire su questo aspetto sostenendo che se lo stato non riconosce il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso non deve riconoscere neanche il diritto al divorzio.

Ma se bloccata in Texas, l’infelice coppia non potrebbe nemmeno tornare a New York per un divorzio lampo. La legge sul matrimonio gay dello stato di New York non richiede infatti la residenza per potersi sposare, ma la richiede almeno per 90 giorni per ottenere il divorzio. «Dove possiamo divorziare?», chiede Tobias Barrington Wolff, professore di legge alla University of Pennsylvania. «La risposta potrebbe essere, in maniera perversa, da nessuna parte».

Una donna sposata con un’altra donna a New York, per esempio, potrebbe andare in Texas e sposarsi tranquillamente con un uomo, se l’interpretazione del procuratore generale Abbott dovesse prevalere. Non sarebbe neanche tenuta a dire al futuro marito di essere già sposata a New York.

«Il Texas ha legalizzato la bigamia?», fa notare il professore Andrew Koppelman della Northwestern University. Naturalmente il divorzio gay non è una novità – il Massachusetts fu il primo stato americano a introdurre il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel 2004 e prima ancora c’erano state le unioni civili nel Vermont nel 1999 – ma la legalizzazione del matrimonio gay in uno stato così grande come quello di New York potrebbe portare una nuova ondata di richieste di divorzio.

«Il diritto a divorziare è uno dei più importanti, anche se uno dei meno celebrati, diritti del matrimonio», spiega il legale Allen A. Drexel. «Il processo della separazione può tirare fuori il peggio dalle persone, e il rischio di cercare di avvantaggiarsi di un trattamento illegale inconsistente esiste». Il divorzio, spiega, protegge l’anello più debole della coppia e i figli eventuali e costringe le coppie in corso di separazione, dello stesso sesso o etero, a trovare la parte migliore di sé e agire in maniera giusta e responsabile.