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  • Giovedì 12 maggio 2011

Che cosa sta succedendo al Mississippi

Guida per capire le inondazioni e il percorso delle piene, che combineranno guai per tutto maggio

Piogge e disgelo
A causa delle intense piogge delle ultime settimane e dello scioglimento delle nevi dovuto all’arrivo della stagione calda, in questi giorni il Mississippi e i suoi affluenti si sono notevolmente ingrossati, inondando ampie zone in Illinois, Missouri, Kentucky, Tennessee, Arkanas, Mississippi e Louisiana. Le autorità hanno disposto l’evacuazione di circa 1.300 abitazioni nella città di Memphis, dove la piena è arrivata il 10 maggio e nello stato della Louisiana la popolazione si sta preparando per l’arrivo dell’onda di piena, che dovrebbe passare intorno al prossimo 23 maggio a New Orleans.

A Vicksburg, nel Mississippi, la piena dovrebbe invece arrivare il prossimo 19 maggio e secondo gli esperti potrebbe far segnare un nuovo record rispetto alla Grande Inondazione del 1927, l’inondazione più rovinosa nella storia degli Stati Uniti con il fiume che raggiunse nell’area di Memphis i 97 chilometri di ampiezza. Come allora, dopo il passaggio della piena, potrebbero volerci settimane prima che le acque si ritirino e gli abitanti delle zone colpite possano tornare nelle loro abitazioni.

Il fiume
Il fiume Mississippi è il più grande sistema fluviale del Nord America. Ha origine nel lago Itasca nel Minnesota e scorre poi verso sud per 3.730 chilometri fino a sfociare nel Golfo del Messico in Louisiana. Insieme al suo principale affluente, il fiume Missouri, il Mississippi riceve acqua da trentuno stati ed è il quarto fiume più lungo al mondo. Nel corso dei secoli il fiume è cambiato sensibilmente in seguito all’intervento umano. Lungo il Mississippi sono state costruite dighe, chiuse e argini mobili per regolarne il flusso, irrigare i campi, costruire impianti per l’allevamento ittico e ridurre i pericoli dovuti alle inondazioni.

Il Mississippi e i suoi principali affluenti (mappa da Wikipedia EN)

Lo Stato
Secondo gli esperti, l’inondazione potrebbe colpire complessivamente circa 2.500 chilometri quadrati di campi nello stato del Mississippi, rovinando le coltivazioni di cotone, riso, soia e di grano. Ci potrebbero essere problemi anche per gli allevamenti di pesci gatto, perché le inondazioni potrebbero trasportare via e disperdere i pesci. Anche se gli argini dovessero resistere, secondo il governatore del Mississippi ci saranno danni alle coltivazioni per almeno 150 – 200 milioni di dollari.

A questi vanno aggiunti i danni all’industria del turismo e del gioco d’azzardo. Per motivi di sicurezza tutti i 19 casinò che si trovano lungo il fiume saranno chiusi entro la fine di questa settimana, riducendo di almeno 12 milioni di dollari gli introiti mensili per lo stato derivanti dalle tasse sui giochi. La chiusura si rifletterà anche sull’occupazione, con circa 13mila persone che rimarranno temporaneamente senza lavoro.

Memphis
Il timore è che i danni nel Mississippi e in Louisiana possano superare quelli fino a ora registrati in Tennessee nell’area di Memphis. Le autorità stimano che i danni in città ammontino ad almeno 300 milioni di dollari, ma occorrerà attendere che le acque si ritirino dalle zone colpite per formulare una stima più affidabile. Le aree colpite si trovano nella periferia di Memphis, maggiormente esposte alla piena perché scarsamente protette dagli argini fissi e da quelli di emergenza approntati negli ultimi giorni.

Il Mississippi prima e dopo l'inizio dell'inondazione nell'area di Memphis (foto NASA)

La piena in Louisiana
Più a sud, in Louisiana, si attendono le decisioni degli United States Army Corps of Engineers (USACE), la sezione dell’esercito statunitense specializzata in ingegneria, che potrebbe aprire le chiuse nell’area di Morganza per deviare parte della piena del Mississippi e ridurre la pressione contro gli argini. Questa soluzione dovrebbe consentire di proteggere la città di Baton Rouge e più a sud quella di New Orleans. Nella zona ci sono anche diverse raffinerie di petrolio, che potrebbero così subire meno danni e causare meno pericoli per l’ambiente.

Senza l’apertura delle chiuse, la piena a New Orleans potrebbe arrivare a 7,6 metri causando danni in alcune aree della città. L’USACE sta valutando la soluzione migliore, perché l’apertura delle chiuse comporterebbe l’inondazione delle aree rurali che sono sì scarsamente abitate, ma nelle quali vivono comunque 2.500 persone in un’area di circa 12mila chilometri quadrati. Inondazioni di minore entità interesseranno altre 22.500 persone in aree più distanti dal fiume e dalla zona delle chiuse.

Mississippi Delta
Chi sta maggiormente risentendo delle inondazioni in questi giorni sono le persone che vivono nelle zone rurali, lontane dalle grandi città dove ci sono maggiori risorse per costruire e fare manutenzione degli argini. Le piccole comunità lungo il Mississippi Delta sono le più esposte. Centinaia di persone hanno perso le loro case e l’arrivo della piena la prossima settimana potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione.

Il Mississippi Delta non è il delta del fiume, che si trova 500 chilometri più a sud dove il fiume si divide in corsi d’acqua più piccoli che si tuffano nel Golfo del Messico, ma un’area che si estende per quasi 300 chilometri da Memphis (Tennessee) a Vicksburg (Mississippi). Grazie alla presenza del fiume e dei suoi affluenti, la zona è particolarmente fertile e quindi ricca di piantagioni, che costituiscono buona parte dell’economia locale. Nel Mississippi Delta vivono circa mezzo milione di persone in città di piccole dimensioni e con tassi di povertà molto alti. Le comunità confidano negli aiuti federali per superare l’emergenza, ma prima che il fiume si ritiri ci vorranno ancora settimane.

La stazione nel fiume
Memphis resiste alla piena
Le inondazioni negli Stati Uniti