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  • Martedì 8 marzo 2011

Il video scemo di Evan Emory

Una bravata su Youtube rischia di costare cara a un ventunenne cantante amatoriale americano

Evan Emory ha 21 anni e vive a Muskegon, un paesino nel Michigan. Fa il cameriere e uno dei suoi hobby è il canto. Un mese fa ha ottenuto il permesso di esibirsi in una scuola elementare della città, di fronte a una classe di bambini di sei e sette anni. Ha cantato, poi ha aspettato la fine della lezione e quando i bambini hanno lasciato l’aula si è registrato mentre cantava una canzone con un testo a sfondo sessuale accompagnandola con dei movimenti piuttosto espliciti. Infine ha montato i due video insieme, per far sembrare che i bambini ascoltassero la canzone a sfondo sessuale. Emory ha mostrato il video in un night club e poi l’ha pubblicato su YouTube.

La storia di Evan Emory è raccontata oggi dal New York Times, perché la bravata rischia di costagli molto cara. Il ragazzo è stato accusato di produzione e diffusione di materiale pedopornografico, un reato per cui rischia 20 anni di carcere e 25 di iscrizione nel registro dei colpevoli per reati sessuali. La legge del Michigan, infatti, estende il reato di pedopornografia anche alle immagini in cui sembra che i bambini siano coinvolti in un’attività sessuale, pur se di fatto non è così. Negli ultimi anni, infatti, si sono verificati diversi casi di persone arrestate a causa di video o immagini alterate, che mostravano abusi su minori in realtà mai avvenuti: il reato in questi casi non è pedofilia, ovviamente, ma produzione di materiale pornografico con minori. La maggior parte delle volte le parti in causa hanno patteggiato e non si è arrivati in tribunale.

Emory ha raccontato che sia i suoi amici che le persone al locale hanno trovato il video divertente e non offensivo. Nel filmato – che ora è stato rimosso da YouTube – aveva inserito un avviso con cui specificava che i bambini non erano stati coinvolti nell’esibizione e che erano stati aggiunti con un montaggio. Qualche giorno dopo lo sceriffo gli ha fatto visita e gli ha sequestrato il computer e l’iPhone, in cerca di materiale pornografico. Emory è stato arrestato e ha perso il lavoro. Suo padre – che era andato in pensione a novembre – ha dovuto cercare lavoro in uno stato vicino per coprire le spese legali.

Emory ha detto che non voleva fare del male a nessuno e voleva soltanto far ridere. Si è scusato con la scuola e ha aggiunto che l’idea di venir scambiato per un pedofilo gli fa orrore. La sua storia ha aperto un grosso dibattito tra chi lo considera colpevole e chi è convinto che abbia fatto una sciocchezza e che le accuse contro di lui siano esagerate. Alcuni suoi difensori hanno aperto una pagina Facebook – “Liberate Evan Emory” – che conta al momento circa 3mila iscritti.

È molto probabile che anche in questo caso non si andrà in tribunale ma si arriverà a un patteggiamento: il ragazzo è incensurato e non ci sono prove per accusarlo di pedofilia. Il pubblico ministero ha detto che vuole risolvere il caso in modo da “far capire che quello che ha fatto è sbagliato, senza rovinargli la vita”. L’avvocato difensore di Emory spera di ottenere un periodo limitato di carcere, poi la libertà vigilata e un lavoro presso i servizi sociali. Emory inoltre non dovrebbe essere registrato tra i molestatori sessuali. L’eventuale accordo dovrà essere approvato da un giudice e l’udienza è fissata per il prossimo lunedì.