Tutti parlano di Charlie Sheen

Da giorni gli americani si appassionano agli eccessi e intemperanze dell'attore, che ora ha perso la custodia dei figli

di Chiara Lino

«La gente mi chiede perché sono così sincero con la stampa. Non ho una risposta. Mi sa che sono sincero con chiunque. Perché dovrei fermarmi davanti a un microfono? La maggior parte delle cose che dico sembrano balle. Ma sono vere, è questo il problema. Dicono che sono l’ultimo uomo onesto a Hollywood.»

Charlie Sheen, figlio dell’attore Martin Sheen (e fratello dell’attore Emilio Estevez), rischia ormai di essere noto quasi più per i trascorsi turbolenti che per i ruoli cinematografici: ha un curriculum da alcolizzato, drogato e occasionalmente violento più lungo della sua filmografia. Attualmente è l’attore televisivo più pagato degli Stati Uniti per Due uomini e mezzo, sitcom della CBS che ha deciso una sospensione anticipata dopo le aspre critiche e gli insulti antisemiti che Sheen continuava a rivolgere pubblicamente al produttore (Chuck Lorre, lo stesso di The Big Bang Theory) e alla rete e per il palese disprezzo verso i fan, da lui definiti «idioti senz’anima».
In passato Sheen non aveva mai trattenuto le eccessive manifestazioni di dissenso verso la serie, che andava in onda dal 2003 ed era la comedy più seguita dal pubblico americano, ma nell’ultimo periodo il livello degli insulti era passato dall’eccentrico al puramente denigratorio. La classica goccia, che ha portato il network alla decisione di cancellare improvvisamente uno show di successo, è stato il suo sfogo delirante in diretta radiofonica, in cui ha accusato Lorre di essere un censore, un incompetente, incapace di gestire la fama che Sheen gli avrebbe procurato.
Tutti gli show di Lorre chiudono gli episodi con una “vanity card”, una breve dichiarazione scritta dal produttore che può contenere un aneddoto, una massima filosofica, un messaggio ai fan, solitamente a sfondo ironico: la vanity card di uno degli episodi di Due uomini e mezzo di febbraio era dedicata proprio a Charlie Sheen.

Faccio esercizio fisico regolarmente. Mangio cibo sano e in quantità moderate. Mi assicuro di dormire sempre abbastanza. Faccio un controllo medico una volta all’anno e vado dal dentista ogni sei mesi. Uso il filo interdentale tutte le sere. Ho fatto radiografie al torace, elettrocardiogrammi e colonscopie. Vado da uno psicologo e ho una serie di hobby per ridurre il livello di stress. Non bevo. Non fumo. Non mi drogo. Non ho strane perversioni sessuali e non faccio sesso non protetto con gli sconosciuti.
Se Charlie Sheen vivrà più di me sarò molto, molto arrabbiato.

Oltre al lavoro, a Charlie Sheen è stata tolta la custodia dei figli: già alla fine del 2009 gli erano state tolte Sam e Lola Rose, le bambine avute dall’attrice Denise Richard, dopo l’arresto per violenza domestica ai danni della moglie Brooke Mueller; poi, due giorni fa, la polizia ha portato via da casa sua i gemelli Bob e Max, nati dal matrimonio con Mueller che ha ora ottenuto un’ordinanza restrittiva nei suoi confronti. L’ordinanza restrittiva non lo ferisce particolarmente: «Avevo già intenzione di starle a 100 parsec di distanza». Ma la questione dei figli non è disposto ad accettarla, e si sfoga sull’account di Twitter che ha appena aperto (e che ha già un milione di follower): rifiuta l’eventualità di una sconfitta, pubblica foto di una delle due donne con cui vive e invita i fan a chiedergli qualsiasi cosa.

Un grafico pubblicato sull’Atlantic illustra la quantità di utenti di Twitter che, ad un’ora dalla creazione del profilo, sono diventati follower di Charlie Sheen

Ora si definisce un “vincente disoccupato”, e approfitta di ogni occasione disponibile per lamentarsi del licenziamento da parte della CBS, sottolineando che ha una famiglia da mantenere. La preoccupazione economica può sembrare fuori luogo per uno che guadagnava due milioni di dollari a episodio, ma quando hai tre ex mogli, cinque figli, un esercito di pornostar e di addetti stampa al tuo servizio, continue cause in corso e un simile stile di vita quei due milioni, come spiega l’Atlantic, ti bastano appena per sopravvivere una settimana.

Per chi, negli ultimi venticinque anni, si è perso le puntate precedenti, ricapitoliamo i suoi trascorsi penali e professionali.

1986
Interpreta la giovane recluta Chris Taylor protagonista di Platoon, film sul Vietnam diretto da Oliver Stone.

1987
È al fianco di Michael Douglas in Wall Street, sempre di Oliver Stone. Durante il periodo di riprese inizia a bere e drogarsi. «Ho cominciato a bere in continuazione. Giravamo a New York, ed ero in giro tra un bar e l’altro fino alle tre o alle quattro del mattino, per poi presentarmi puntuale sul set alle sei e dover sostenere intere scene al fianco di Michael Douglas. […] Bevevo, sniffavo cocaina, mandavo giù pillole e mi raccontavo che non avevo una dipendenza solo perché non mi infilavo un ago nel braccio.»

1989
«Colleziono pistole e sparo regolarmente, per puro divertimento. Credo nel diritto di possedere armi. Sono indignato dalla proposta di bandire i fucili semiautomatici da assalto. Non sono le pistole a uccidere, sono le persone. Non giro con una pistola, ma le rispetto. Ne porto sempre una nelle location dei miei film, non si può mai sapere.»

1990
• Ferisce accidentalmente al braccio Kelly Preston, allora sua fidanzata, con uno sparo. Lei, accidentalmente, lo lascia.
• La sua famiglia lo convince ad entrare in clinica per liberarsi delle dipendenze da alcol e droga. Dopo un mese in clinica di riabilitazione, riesce a restare sobrio per tutta la durata del suo obiettivo: 365 giorni. Il trecentosessantaseiesimo giorno ha ricominciato a bere.
• È di nuovo un soldato in La recluta, film diretto e interpretato da Clint Eastwood.

1991
Recita in Hot Shots!, il film parodia di Top Gun scritto e diretto da Jim Abrahams.

1996
È accusato di aver picchiato una donna.

1997
Picchia la sua ex ragazza, Brittany Ashland.

1998
Viene ricoverato per overdose. Dopo aver resistito per un solo giorno in una clinica di disintossicazione è stato fermato dalla polizia, andandosene, per guida sotto l’effetto di stupefacenti.

1999
Recita in Essere John Malkovich.

2009
Arrestato per violenze domestiche ai danni della moglie Brooke Mueller, tra cui aggressione di secondo grado, minacce e comportamento criminale, è uscito di prigione il giorno successivo pagando una cauzione di 8.500 dollari. Sconterà una pena complessiva di 30 giorni di carcere.

2010
Si chiude in una stanza del Plaza Hotel di New York con la ventiduenne Cristina Walsh, in arte Capri Anderson, attrice porno: sniffano cocaina, lui distrugge la stanza, aggredisce la ragazza (che si nasconde in bagno) e le rivolge insulti razzisti. Finisce in ospedale per “forte alterazione psicofisica”. Lei denuncia lui per danni economici (non le ha dato i 12.000 dollari promessi), fisici (ha tentato di strangolarla), emotivi. Lui denuncia lei per calunnia.