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  • Martedì 15 febbraio 2011

Il prossimo presidente dell’Egitto

Diamo un'occhiata ai potenziali candidati alle elezioni del prossimo settembre

Domenica scorsa la giunta militare che sta governando l’Egitto dalle dimissioni di Mubarak ha sciolto il Parlamento e sospeso la costituzione. La giunta governerà il paese fino alle prossime elezioni: dovrebbero tenersi a settembre, com’era previsto prima della caduta del regime, ma non è escluso che la data possa cambiare. I militari, che in questo periodo di transizione avranno il potere di legiferare, hanno annunciato la formazione di un comitato che avrà il compito di emendare la costituzione in senso più liberale e democratico. La nuova costituzione sarà pronta in una decina di giorni e nel giro di due mesi verrà sottoposta a referendum.

La giunta ha più volte rassicurato i manifestanti e i movimenti di opposizione, dichiarando di voler gestire il potere solamente per un periodo di transizione; ha incontrato i rappresentanti delle proteste e invitato i giovani a prepararsi alle elezioni, che saranno sia parlamentari che presidenziali. A questo proposito si stanno già facendo i nomi di alcuni potenziali candidati: considerata la situazione ancora piuttosto incerta, nessuno di loro si è ancora esposto dichiarando la propria intenzione di candidarsi. In ogni caso, quelli che seguono sono i nomi più accreditati dalla stampa locale e internazionale.

Mohamed Mustafa ElBaradei
ElBaradei è stato per mesi uno dei più forti contestatori del regime e ha sostenuto con forza le recenti proteste antigovernative. È stato direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica dal 1997 al 2009 e nel 2005 ha vinto il premio Nobel per la pace insieme alla stessa agenzia, per il lavoro svolto nel campo della riduzione del numero di testate nucleari presenti al mondo. È stato uno dei principali sostenitori delle riforme democratiche, tanto che già dal 2009 riceve forti pressioni per candidarsi alla presidenza alle elezioni di quest’anni. All’epoca, ElBaradei dichiarò che si sarebbe candidato soltanto in presenza di un’assicurazione scritta da parte di Mubarak che il voto si sarebbe svolto liberamente. Molti gruppi di opposizione hanno annunciato il proprio sostegno al ElBaradei in vista di una sua possibile candidatura. ElBaradei recentemente ha detto di non essere intenzionato a candidarsi: «Il mio unico obiettivo è quello di aiutare il mio paese nella fase di transizione da una dittatura oppressiva a uno stato democrativo e civile». Inoltre si è anche augurato che «che il presidente sia un quarantenne o un cinquantenne» (lui ha 68 anni). Altre dichiarazioni lasciano pensare che ElBaradei sarebbe disposto a candidarsi se fossero in molti a chiederglielo: «Di certo non mi autocandiderò per fare il presidente».

Ayman Abd El Aziz Nour
È presidente del partito Ghad, di orientamento centrista e laico, ed era uno dei pochi membri del parlamento che non faceva riferimento al partito di Mubarak. È arrivato secondo alle elezioni presidenziali del 2005 e nel gennaio dello stesso anno è stato arrestato e incarcerato dal governo di Mubarak con l’accusa di frode, suscitando numerose critiche internazionali e dagli oppositori del regime. È stato liberato nel febbraio 2009 per motivi di salute. Lo stesso Obama ne chiese la liberazione come condizione per incontrare Mubarak. Durante le recenti proteste antigovernative è stato ferito e ricoverato in ospedale.

Amr Moussa
È il segretario generale della Lega araba, l’organizzazione internazionale composta da 22 stati arabi. Ha svolto funzioni diplomatiche ed è stato ministro degli Esteri dell’Egitto. Nel 2005 rifiutò di candidarsi alle elezioni presidenziali nonostante la pressioni di migliaia di sostenitori. In seguito alla rinuncia di Mubarak di partecipare alle elezioni di settembre, Amr Moussa ha detto alla CNN che avrebbe preso in seria considerazione la possibilità di candidarsi. L’11 febbraio ha dichiarato di aver abbandonato il suo ruolo nella Lega araba, alimentando ulteriormente le voci sulla sua possibile candidatura.

Ahmed Hassan Zewail
È uno scienziato egiziano-americano e ha vinto il Premio Nobel per la chimica nel 1999. Insegna chimica e fisica presso il California Institute of Technology. In seguito alle proteste antigovernative ha annunciato il suo ritorno in Egitto e ha espresso il desiderio di far parte del comitato di riforma della costituzione. Ha dichiarato di non essere intenzionato alla presidenza e di voler continuare a dedicarsi alla scienza.

Sono potenziali candidati anche gli attuali presidenti dei principali partiti di opposizione: Sameh Ashour, dell’Arab Democratic Nasserist Party; Refaat El-Saeed, presidente del partito socialista; El-Sayyid el-Badawi, presidente del New Wafd Party, nazionalista e liberale; Mamdouh Ramzi, medico copto presidente del liberale Free Social Constitutional Party. C’è poi l’incognita rappresentata dai Fratelli Musulmani, il gruppo islamista bandito da Mubarak, che oggi hanno annunciato l’imminente fondazione di un partito politico.