Torino sta finendo la metropolitana

È in funzione dal 2006, tra pochi mesi allunga il percorso e non viene guidata da nessuno

A Torino c’è la metropolitana e da un bel pezzo, ma del lungo tunnel sotterraneo che collega una parte della periferia al centro cittadino fuori dalla città non si sa poi molto. Eppure l’opera di costruzione dell’attesa metropolitana è stata evidente per anni con cantieri sparsi lungo le principali vie di comunicazione di Torino, con trincee e sventramenti che la città non vedeva dai tempi dei bombardamenti. Il metrò – a Torino la metro la chiamano così – è già in servizio tra Collegno (periferia ovest) e Porta Nuova (centro città) e presto raggiungerà dalla parte opposta il Lingotto, l’ex struttura industriale e direzionale della Fiat convertita in moderno centro congressi e centro commerciale. Ieri Sergio Chiamparino, il sindaco della città, ha inaugurato la stazione di piazza De Amicis, una delle tappe del nuovo pezzo di tragitto del quale inizierà presto il collaudo in attesa della definitiva apertura al pubblico nel primi mesi del 2011.

La prima parte del percorso fu inaugurata nel febbraio del 2006 in occasione dell’inizio dei XX Giochi olimpici invernali. La costruzione del primo tratto di galleria e delle stazioni era iniziata nel dicembre del 2000 dopo una lunga fase preparatoria, condizionata dalla mancanza di fondi per la messa in opera. I tempi per la realizzazione sono stati poi allungati dalla necessità di spostare i sottoservizi – tubi dell’acquedotto, condotte del gas, cavi telefonici e dell’elettricità – in prossimità degli scavi per le stazioni. La costruzione del tunnel è invece andata avanti spedita grazie a due speciali macchinari, le “talpe”, in grado di scavare la galleria, rivestirla di cemento e collocare i binari.

Quando sarà ultimata fino al Lingotto, la metropolitana di Torino avrà complessivamente 23 fermate e coprirà un tragitto di circa 14 chilometri nel sottosuolo della città. Fino a ora la costruzione dell’intero complesso è costata 659 milioni di euro, ma si stima che a opera terminata i costi si aggireranno intorno ai 966 milioni di euro.

Nella metropolitana di Torino manca il conducente al posto di guida sui convogli. Il sistema è completamente automatico ed è gestito in remoto. I treni sono controllati dai computer di una centrale operativa che gestisce il traffico lungo la linea. In ogni stazione il tunnel prosegue idealmente con una galleria realizzata in vetro e metallo che isola completamente la sede dei binari da dove si attendono i convogli. I treni arrivano, si fermano in stazione in prossimità delle porte automatiche della galleria e permettono la salita e la discesa dei passeggeri. Ciò consente di ridurre la possibilità di incidenti in stazione e riduce il “rischio” di non avere un operatore a bordo.

Per abbassare al minimo le vibrazioni e utilizzare speciali binari in cemento, la metropolitana di Torino (come tutte le metropolitane che utilizzano il sistema VAL) viaggia su gomma. Ogni carrello è dotato di quattro ruote rivestite dagli pneumatici e di quattro ruote posizionate orizzontalmente che scorrono su alcuni supporto verticali per migliorare la stabilità del mezzo.

La metropolitana viaggia generalmente a una velocità media pari a 32 chilometri orari e impiega un quarto d’ora per coprire la tratta già aperta al pubblico. Dopo un inizio un po’ in sordina, il metrò ha convinto i torinesi ed è arrivato a 90mila passeggeri al giorno, superando l’obiettivo di utilizzo dei 40mila. L’apertura dell’ultimo tratto fino al Lingotto in tempo per i 150 anni dell’unità d’Italia dovrebbe accrescere ulteriormente il numero di passeggeri.

I torinesi ricordano bene l’exploit di Alessandro Bianchi nel salotto televisivo di Bruno Vespa. L’allora ministro dei trasporti del governo Prodi aveva finito di vedere un servizio sulla nuova metropolitana di Torino da poco inaugurata e spiegò che non ci sarebbe mai salito sopra, perché non si fidava di un mezzo di trasporto senza conducente. Fu un grande incentivo, a non dargli retta.

Intanto si pensa alla seconda linea, sempre automatica, da costruire sull’asse Nord-Sud, ma non sarà pronta prima del 2022.