Il restyling di Casini

L'UdC offre 5000 euro a chi si inventa il miglior nome per il loro nuovo partito

Spulciando gli archivi dei quotidiani, le prime occorrenze per la formula “Partito della Nazione” risalgono a un anno e mezzo fa, febbraio del 2009. La Fondazione Liberal, presieduta da Ferdinando Adornato, promosse un convegno a Todi per discutere del superamento dell’UdC e della sua trasformazione in qualcos’altro. In cosa altro non era perfettamente chiaro e i tratti distintivi descritti da Pier Ferdinando Casini sembravano descrivere una cosa del tutto simile all’attuale Unione di Centro, seppure con un altro nome e un altro simbolo, volto a tentare di attirare “gli elettori delusi da PdL e PD”.

Un restyling, insomma. Con un nome di lavorazione, buttato lì più volte dallo stesso Casini: Partito della Nazione. Un anno di elaborazione per prendere tempo – andare alle elezioni regionali con un nuovo simbolo rischiava di essere controproducente – e l’anno seguente, sempre al seminario di Todi, la proposta diventa più concreta: la tessera numero uno del nuovo partito viene consegnata a Pier Ferdinando Casini, si annuncia l’azzeramento di tutte le cariche e l’apertura di un “sondaggio su Internet” per scegliere il nuovo nome e il nuovo simbolo di quello che viene appunto chiamato Partito della Nazione.

La promessa è stata mantenuta: ieri, al termine del “laboratorio delle idee” promosso dall’UdC a Chianciano, su Bootb – un sito di crowdsourcing per cose di creatività e marketing – è apparso un annuncio molto eloquente per la ricerca del nome di un nuovo partito politico. Ci sono varie istruzioni e descrizioni su quello che i promotori indicano come l’identità del nuovo partito, e il budget per la persona che sceglierà il nome migliore è di 5000 euro.

L’UdC si definisce “realtà politica che in un paese drammaticamente cambiato negli ultimi tempi vuole rappresentare non un semplice centro – che come destra e sinistra sono parole superate – ma l’estremo centro” e scrive di avere bisogno del nome per “una nuova realtà politica in cui confluiranno l’UDC e tutti coloro che si riscontrano nel processo di creazione di un ‘Partito della Nazione’, inteso come nuova casa politica, autentica e fattiva, per tutti i popolari, i liberali, i moderati e i riformisti italiani”. Il progetto è rivolto a “tutti gli italiani liberi e forti”.

Poi c’è una lista di caratteristiche e principi del futuro nuovo partito, vaghi al punto da poter essere sottoscritti praticamente da chiunque – “difendere l’unità nazionale nel rispetto delle autonomie locali”, “investimenti in innovazione”, “giustizia efficiente per tutti e non per pochi”, eccetera – ma d’altra parte bisogna scegliere il nome di un partito, ed è comprensibile che i promotori vogliano il nome del miglior partito possibile. Poi toccherà realizzarlo. Intanto, considerata l’abilità mostrata dai lettori del Post in occasione della formazione dei gruppi parlamentari dei finiani, magari qualcuno gli dà una mano.