Il primo ministro della Corea del Sud si è dimesso
Chung Un-chan ha deciso di lasciare perché contrario al trasferimento di alcuni ministeri dalla capitale
Chung Un-chan, il primo ministro della Corea del Sud, ha annunciato ieri le proprie dimissioni. Chung ha scelto di dimettersi in seguito alla decisione del parlamento coreano di sostenere un disegno di legge per trasferire alcuni ministeri al di fuori della capitale Seoul. Il progetto era stato fortemente criticato dal primo ministro e dal presidente della repubblica, che ritengono lo spostamento delle sedi ministeriali uno spreco di denaro pubblico.
Chung era in carica dallo scorso settembre su indicazione del presidente conservatore Lee Myunh-bak. Nella Corea del Sud, il primo ministro viene indicato dal capo dello stato e il parlamento ha poi il compito di dare la propria approvazione. La carica può essere affidata anche a un tecnico e non è necessario che faccia parte del parlamento. Il primo ministro nella Corea del Sud è una sorta di vice del presidente: esegue la politica della maggioranza, supervisiona le attività dei ministri e può sostituire il presidente della repubblica se impossibilitato a svolgere i propri compiti.
Nato nel 1946 a Gongju, una città a sud di Seoul, Chung Un-chan ha avuto una brillante carriera universitaria come economista e ha insegnato per oltre trent’anni presso l’università di Seoul. Il suo percorso accademico si è intrecciato più volte con la politica e negli ultimi anni ha collaborato a numerose commissioni governative sull’istruzione e sulla gestione delle finanze. Nel settembre del 2009, il presidente Lee Myunh-bak lo ha nominato primo ministro, carica che ha ricoperto fino a oggi come indipendente con il sostegno del partito conservatore GNP (Grand National Party).
Il piano contestato prevede che gli uffici presidenziali, il ministero della difesa, quello degli esteri e alcuni altri dicasteri rimangano a Seoul, mentre altre strutture amministrative siano spostate in altre città anche a centinaia di chilometri di distanza dalla capitale. Il progetto originale era stato messo in campo dalla precedente amministrazione liberale, convinta di poter rilanciare il mercato immobiliare in alcune aree colpite dalla crisi economica grazie al trasferimento in quelle zone dei ministeri.
Il presidente Lee ha mostrato di condividere le posizioni di Chung, che da tempo sostiene che il piano si tradurrebbe in un inutile spreco di soldi per i cittadini coreani, ma deve comunque confrontarsi con la volontà del parlamento. «In coscienza mi sento colpevole per aver fallito nel prevenire uno sperpero di energie per la nazione e il caos» ha dichiarato Chung nel corso della conferenza stampa in cui ha annunciato la decisione di lasciare l’incarico.
Al momento Lee Myunh-bak non ha ancora accettato formalmente le dimissioni del suo primo ministro, ma secondo alcune fonti interne all’amministrazione il presidente non le respingerà. Chung continuerà a svolgere il compito di primo ministro fino alla nomina del suo nuovo successore. Lee potrebbe anche optare per un rimpasto di governo sulla base degli ultimi risultati delle elezioni speciali dello scorso mercoledì per otto seggi parlamentari contestati. Il GNP ne ha ottenuti cinque, raggiungendo così una maggioranza di 172 seggi sul totale dei 299 dell’Assemblea nazionale.