“Un balzo in avanti”

Inserito l'emendamento suggerito dai finiani, il ddl sulle intercettazioni viene ridimensionato: Berlusconi deluso

©Alessandro Paris/Lapresse
Roma 23-07-2008
politica
Il caffe con l'onorevole Giulia Bongiorno
Nella foto: Giulia Bongiorno (presidente commissione giustizia)
©Alessandro Paris/Lapresse Roma 23-07-2008 politica Il caffe con l'onorevole Giulia Bongiorno Nella foto: Giulia Bongiorno (presidente commissione giustizia)

Con l’inserimento dell’emendamento proposto dal governo dopo il confronto interno al PdL il disegno di legge sulle intercettazioni viene alleggerito dei suoi contenuti più criticati e la giornata sancisce una sconfitta del progetto del Presidente del Consiglio (che non tace la sua delusione) e una vittoria della corrente finiana, che di fatto sottrae all’opposizione completamente il suo ruolo (come avevamo anticipato qui). Non sono serviti interventi del PD, battaglie parlamentari o campagne del centrosinistra e dei suoi giornali a ridimensionare le storture della “legge bavaglio”, ma l’agguerrito intervento dei deputati finiani e di Giulia Bongiorno, a capo della commissione giustizia della Camera, che così commenta.

“Credo che sia innegabile – dichiara il presidente della Commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno – il fatto che questo emendamento presentato dal governo vada incontro alle istanze che vengono dal mondo dell’informazione”. “E siccome si tratta di istanze che anche io ho condiviso – prosegue il deputato finiano – questa opzione, per me, è estremamente positiva”. “La proposta di modifica va in una direzione che di fatto – conclude – non è solo un passo, ma un balzo in avanti”.

La sostanza delle correzioni al testo è così spiegata dall’Ansa:

Nell’emendamento presentato dal governo si afferma il principio secondo il quale, nel corso delle indagini, l’obbligo del segreto per le intercettazioni ‘cade’ ogni qual volta ne sia stata valutata la rilevanza. In questo senso viene inserita la previsione secondo la quale la documentazione e gli atti relativi alle intercettazioni sono coperti da segreto fino al momento della cosiddetta ‘udienza-filtro’. In questo momento del processo, infatti, si selezionano le intercettazioni depositate dal Pm e si escludono quelle relative a fatti, circostanze o persone estranee alle indagini. Stabilito questo principio, il governo propone quindi di sopprimere tutta quella parte del testo nel quale si prevede il divieto di pubblicazione delle intercettazioni sino alla conclusione delle indagini. Ma si sopprime anche la norma che specificava il regime delle intercettazioni allegate all’ordinanza cautelare.
Le intercettazioni, comunque, secondo quanto si legge nel testo messo a punto dal governo, sono sempre coperte dal segreto fino a quando le parti non ne vengano a conoscenza. Nella proposta di modifica che porta la firma di Giacomo Caliendo, si disciplinano anche i casi in cui il giudice e il Pm, prima che ci sia ‘l’udienza-filtrò, utilizzino le intercettazioni per emettere, ad esempio, dei provvedimenti cautelari oppure per atti che riguardano la ricerca della prova (ad esempio, un’ordinanza di custodia cautelare oppure un decreto di perquisizione). In questi casi, saranno il Pm e il giudice a dover selezionare quali conversazioni dovranno essere trascritte, in quanto rilevanti, per adottare la misura cautelare o l’atto d’indagine.

Deluso Silvio Berlusconi:

“con le modifiche di oggi la legge sulle intercettazioni lascerà pressappoco la situazione come è adesso, e cioè non lascerà gli italiani parlare liberamente al telefono e l’Italia non sarà un Paese davvero civile”

Questo il diplomatico e rassegnato commento del ministro della giustizia Alfano:

“Dopo due anni di lavoro e discussioni parlamentari, il testo odierno sulle intercettazioni è l’unico punto di arrivo attualmente possibile, stante l’attuale situazione parlamentare ed istituzionale, al fine di conciliare diritto alla privacy, diritto di cronaca ed efficienza delle indagini”. “Detto ciò va riconosciuto che il contenuto del ddl intercettazioni, cosi’ come delineato dagli emendamenti fino ad oggi presentati in Commissione Giustizia, è senz’altro meno ambizioso rispetto a quanto previsto nel nostro programma di governo”

Il segretario del PD Pierluigi Bersani fatica invece a trovare un ruolo in questo confronto tutto interno alla maggioranza:

“Quando si metteranno d’accordo, ne parleremo. Noi siamo qui anche ad agosto, ma credo ci sia qualche problema a fare subito questo ddl”

Meno intimidito Pieferdinando Casini, che non esita a rivendicare il risultato come proprio:

“Il testo del ddl intercettazioni è profondamente cambiato ed è migliorato, penso che sia un nostro successo”