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  • Mercoledì 7 luglio 2010

I carboni ardenti di Tecnocasa

Il Corriere della Sera tace il nome della società che ha ustionato i suoi impiegati, il Manifesto protesta

Ieri diversi giornali hanno pubblicato la notizia di alcuni “manager” ustionati durante una prova motivazionale organizzata dalla società immobiliare per cui lavorano: farli camminare sui carboni ardenti. Superato il momento iniziale di divertita commozione (“ancora si fanno queste cose? E con la musica degli Europe, magari? Ti ricordi Mino Damianto?”) il lettore veniva assalito da un sentimento a metà tra l’imbarazzato e l’indignato. E dopo aver letto che l’iniziativa potrebbe avere persino degli strascichi legali, si chiedeva: ma chi è questa “importante società immobiliare” di cui i giornali non fanno il nome pur essendo “nota”?

Se lo è chiesto anche Alessandro Robecchi, che oggi sul Manifesto, dopo aver irriso l’iniziativa “superomista”, attacca il Corriere della Sera per la pratica omertosa – condivisa da altri quotidiani – di tacere il nome della suddetta società responsabile di aver inflitto questa prova ai suoi “manager” (vittime? complici? divertiti? fessi? potevano rifiutare?).

Come mai il Corriere della Sera, che riporta il dramma infuocato dei malcapitati intenti a motivarsi ustionandosi i piedi, non cita il nome dell’agenzia immobiliare che ha organizzato la prova? Si tratta di cronaca, dopotutto. Non c’è privacy, non ci sono intercettazioni, non c’è la D’Addario, non c’è nemmeno un ministro coinvolto. Come mai il più importante quotidiano italiano glissa con signorilità dicendo genericamente «uno dei più importanti gruppi italiani»?

Robecchi parla di una piccola questione, ma è impossibile non essere tentati da un ragionamento sulle quotidiane autocensure del giornalismo nazionale.

Si parla tanto di bavaglio, di questi tempi, e risulta davvero incomprensibile che qualcuno se lo metta da solo, senza pressioni, senza minacce di multe, di arresti, di contumelie. Naturalmente è bastato digitare in rete «carboni ardenti» per conoscere la notizia nella sua interezza: i nove dirigenti ustionati sotto i piedi sono di Tecnocasa. Ecco, lo diciamo noi. E perché lo diciamo? Per cattiveria? Per malizia anti-immobiliare? Per tigna? Ma no! Lo diciamo perché è una notizia, perché è giusto che la gente sappia, perché il venditore che magnifica le «finiture di pregio» e «l’ottima esposizione» della casa che sta per venderci dev’essere un tipo affidabile e credibile. Sapere che magari è uno che cammina sulla pizza margherita rovente ci toglierebbe, come dire, un po’ di fiducia.

Questa è invece è la società che ha organizzato “l’iniziativa”. La musica è “Momenti di gloria”: erano meglio gli Europe.