La vittoria di Cota può essere annullata?

Il TAR del Piemonte dovrà esprimersi presto su alcune presunte irregolarità nelle liste che sostenevano Cota

Nelle prossime settimane il TAR del Piemonte dovrà prendere alcune delicate decisioni sui ricorsi presentati dopo le elezioni regionali: se accolti, alcuni di questi potrebbero ridisegnare completamente lo scenario frutto del voto dello scorso marzo, fino a rendere necessaria la ripetizione del voto.

Qualche giorno fa la procura della repubblica di Torino ha iscritto nel registro degli indagati Michele Giovine, consigliere regionale del Piemonte, capo del movimento dei Pensionati che aveva sostenuto la candidatura di Roberto Cota a presidente della regione. Giovine è sospettato di aver raccolto firme false per autenticare la candidatura della sua lista, che poi alle elezioni avrebbe raccolto ventisette mila voti.

La lista di Giovine è al centro di un ricorso presentato al TAR all’indomani delle elezioni regionali dalla lista Pensionati e Invalidi, che invece sosteneva la candidatura di Mercedes Bresso. L’indagine della magistratura si deve infatti all’esposto presentato dai responsabili della lista Pensionati e Invalidi, che hanno accusato Giovine di aver falsificato buona parte delle firme presentate a sostegno della sua lista. “Molti di loro sono piuttosto anziani, anche ultranovantenni”, racconta la Stampa. “Hanno firmato loro? E tutti nelle stesso luogo indicato dai verbali di presentazione della lista? È quello che sta cercando di accertare la magistratura attraverso una perizia calligrafica”.

Oltre a quello su Giovine – che è sia un ricorso al TAR che un’indagine penale della procura – ci sono altri tre ricorsi elettorali sul tavolo del TAR del Piemonte. Uno di questi è stato presentato dall’UdC, dai Verdi e dai Consumatori contro tre liste che sostenevano Cota – Al Centro con Scanderebech, Verdi Verdi e Consumatori per Cota – accusate di altre irregolarità nella presentazione delle liste. Inizialmente questo ricorso era stato firmato anche dalla presidente uscente Mercedes Bresso – Cota per questo la definì “un caso umano” – ma dopo qualche settimana la candidata del centrosinistra ha ritirato la sua firma dal ricorso, chiedendo di fare altrettanto alle altre forze che l’avevano sottoscritto. Il ritiro della firma di Bresso dal ricorso è stata frutto di quella che Bresso stessa chiama una “mediazione” – altri utilizzano termini ben più sprezzanti – che ha visto la presidente uscente premiata con l’incarico di presidente del Comitato europeo delle Regioni.

Gli autori del ricorso sostengono che se il TAR dovesse riconoscere le irregolarità che lamentano, le elezioni regionali dello scorso marzo dovrebbero essere invalidate. Di nuovo a votare, insomma. Oltre all’irregolarità della presentazione delle liste, infatti, gli autori del ricorso fanno notare che Roberto Cota ha battuto Mercedes Bresso per soli novemila voti: appena un terzo di quelli andati alla lista Pensionati di Michele Giovine. Sebbene si tratti di una tesi legittima e politicamente fondata, il rischio è che giuridicamente lo sia meno. Il voto per il candidato presidente, infatti, è distinto e separato da quello per le liste a questo collegate: tanto che gli elettori possono attribuire un voto disgiunto, scegliendo di votare un candidato presidente e poi una lista tra quelle che non sostengono il candidato che hanno votato. Dall’altra parte, però, chi vota soltanto la lista vede il suo voto estendersi automaticamente al candidato presidente collegato alla lista.

Insomma, il TAR potrebbe dichiarare invalida la posizione della lista dei Pensionati, ma questo non potrebbe implicare automaticamente lo scioglimento della giunta e la necessità di andare a nuove elezioni. Sintetizzando brutalmente, questa è la partita che il TAR dovrà dirimere: il voto per il candidato presidente – Cota e Bresso, in questo caso – è stato condizionato dal voto per le liste a loro collegate? La decisione del tribunale arriverà il primo luglio.

Il centrodestra sostiene che le rivendicazioni delle liste di centrosinistra, oltre a essere sbagliate nel merito, sono errate e invalide nel metodo: i ricorsi sulle liste e la loro presentazione andrebbero infatti presentati prima del voto, e non dopo. Nonostante questo, il centrodestra non rinuncia a prendere qualche cauta contromisura. Alessandro Gilioli sul suo blog racconta di come il presidente del Piemonte Roberto Cota non si sia ancora dimesso da parlamentare, nonostante l’incompatibilità tra i due incarichi. Hai visto mai.