Il tentativo di Renzi è giusto

Leggo sui giornali che la sinistra del Pd, che sarebbe rappresentata da chi sostiene con maggiore convinzione le larghe intese e il governo Letta-Alfano (incredibile ma vero), ha deciso di mettersi di traverso al percorso avviato da Renzi per la legge elettorale.
Dopo anni di Violante e Quagliariello, che quella presunta sinistra aveva seguito senza mai distinguersi, andando dietro a ogni bozza (anche lo spagnolo, che nel 2012 era misto al tedesco, e non mancò nemmeno chi professava il proprio sostegno all’ungherese), ora a questi esponenti della minoranza non va bene niente: addirittura sono disposti a fare cadere il governo che amano per bloccare tutto quanto.

A me sembra semplicemente assurdo: Renzi ha vinto il congresso, ha deciso di incontrare Berlusconi (cosa che aveva già fatto, anche in primavera quando si trattava di eleggere il Presidente della Repubblica), e di provare il tutto per tutto sulla legge elettorale.
Personalmente, non sono d’accordo su tutto, anzi, ma credo che il tentativo sia giusto, e al di là del metodo, delle parole e delle modalità, penso che si debba andare fino in fondo: la legge elettorale è una priorità, lo si sente ripetere da un secolo, e ora che lo è davvero, cerchiamo di portarla a casa.

Una sinistra vera fa così, secondo me. Riservandosi il diritto di critica non per fermare i processi, ma per migliorarli, renderli più trasparenti e convincenti. E fare quello per cui gli elettori ci hanno votato, non il contrario, che invece per qualcuno sembra essere l’unico criterio. E non è bastato nemmeno l’anno che abbiamo passato per rendersene conto.

P.S.: siccome tutti si concentrano sulle modalità dell’incontro in corso al Nazareno, segnalo che – a proposito di ciò su cui non sono d’accordo – avrei fatto diversamente, preferendo delegazioni più neutre e meno ‘decadute’ (l’ho dichiarato nei giorni scorsi, senza fare polemica: se non fai polemica, non esci sui giornali e non lo sa nessuno). Non è il caso di dirlo a chi, come me, con Berlusconi non si sarebbe incontrato nemmeno ad aprile per scegliere il Presidente della Repubblica e che pur di non fare l’alleanza con il soggetto in questione avrebbe fatto cento altre cose. Sarei stato e sarei cauto, insomma. E se la volete sapere tutta, personalmente avrei portato il Mattarellum all’attenzione di tutte le forze politiche, senza fare un giro di consultazioni come è stato fatto. Arrivati a questo punto, però, vediamo il risultato. Che mi pare la cosa più importante. Chi non lo riconosce, e si ostina a fare il fuoco di fila per ragioni di corrente, secondo me sbaglia. E smentisce se stesso e quello che abbiamo visto da un anno a questa parte. Perché se il punto è che ora Berlusconi è condannato, ecco: io non lo avrei frequentato neanche prima, quando si poteva presumerlo, diciamo così.

P.S.: mi ricorda Paolo che, quest’estate, quando Berlusconi è stato condannato, quasi nessuno, oltre al vostro affezionatissimo fece una piega. Siamo rimasti al governo con lui, abbiamo tolto l’Imu come lui ci chiedeva di fare, e abbiamo soprattutto avviato il percorso di riforma costituzionale con lui. E adesso scandalizzatevi pure.

Pippo Civati

Pippo Civati è il fondatore e direttore della casa editrice People. È stato deputato eletto col Partito Democratico e ha creato il movimento Possibile. Il suo nuovo libro è L'ignoranza non ha mai aiutato nessuno (People).