Donna con ombrello

Sabato 1 luglio a Sulmona il presidente dell’Abruzzo Luciano D’Alfonso, il ministro della Coesione territoriale Claudio De Vincenti, il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e altri rappresentanti delle istituzioni erano seduti sul palco a parlare «di idee e nuove visioni per il futuro della regione Abruzzo in Europa». Parlavano mentre alcune ragazze alle loro spalle tenevano in mano degli ombrelli per dare alle loro teste riparo da sole e pioggia, nonostante un riparo ci fosse già.

Il portavoce del presidente D’Alfonso ha provato a spiegare la situazione, e fino a lì lo si poteva anche ascoltare, ma aggiunge altre cose:

«Il presunto “caso degli ombrelli” accaduto a Fonderia Abruzzo è davvero una non-notizia, una boutade estiva giustificabile solo da una domenica senza la possibilità di andare in spiaggia. Nel dettaglio: durante due dei dibattiti svoltisi ieri alla Badia celestiniana di Sulmona, nel corso di Fonderia Abruzzo 2017, è stato necessario l’improvviso utilizzo di ombrelli per riparare i relatori dalla pioggia (al mattino) e dal sole (nel pomeriggio) poiché il palco era scoperto (anche se non sembra, ndr). Non appena si è verificata l’emergenza, alcuni volontari dotati di ombrello si sono attivati autonomamente. Giampiero Leombroni ha provato a coprire il ministro De Vincenti – presente al dibattito del mattino – con i fogli di un giornale locale ma non sono stati resistenti. Nell’apprendere di queste polemiche, per la prossima edizione di Fonderia Abruzzo D’Alfonso ha ironicamente pensato ad un capitolato d’appalto nel quale sia prevista una voce riguardante i portatori di ombrelli in caso di sole e di pioggia, tutti rigorosamente di sesso maschile, magari capitanàti da Leombroni. Il Presidente ha anche confidato: “Disponevo di un cappuccio nella giacca ma non l’ho usato per non passare per affiliato alla massoneria”. Scherzi a parte, la natura strumentale di questa polemica è lampante. I commenti di chi ha visto in questa vicenda un affronto alla parità di genere sono davvero fuori luogo o comunque frutto di disinformazione. Per il resto, c’è chi si attacca ad un ombrello pur di avere un po’ di visibilità mediatica».

Scherzi a parte, il problema molto evidente (anche in questo comunicato stampa) è l’inconsapevolezza, che si trasforma in una presa in giro e il tenace negazionismo. La foto avrebbe potuto essere scattata ovunque, coinvolge i presenti ma solo fino a un certo punto, e ha invece a che fare con le donne-accessorio, con le donne-oggetto, con le donne riempi-lista, con i convegni-di-soli-maschi, con i soffitti di vetro, con il sessismo della politica che si lava la coscienza tingendosi di rosa e di quote, che parla delle donne solo come “mamme” e così via. Ha a che fare con la questione maschile. E a chi in quella foto non ci vede niente di strano facendo notare che nel Gran Premio di Formula Uno, nella Moto GP o al Giro d’Italia la scena è la stessa e “non è un problema” sfugge che l’immagine di Sulmona è più potente perché non erano presenti dei piloti o dei ciclisti, ma dei politici e dei rappresentanti istituzionali che parlavano per tutte e per tutti e hanno il potere di decidere per tutte e per tutti un futuro possibile e buono. Non è poi evidente che citare le “umbrella girls” semmai rafforza le critiche? Chiaramente no, e comunque anche quella delle reggi-ombrelli alle manifestazioni sportive è una questione di cui in altri paesi ci si occupa: forse non è un problema per noi, ma altrove sì.

A chi fa notare, infine, che le ragazze erano delle volontarie (in questo modo de-responsabilizzandosi), a chi nega che quella foto sia una notizia e a chi la sminuisce parlando di “boutade”, sfugge che questi semplicemente non sono degli argomenti, ma dei modi per non vedere e non affrontare il vero problema che attraverso le foto è efficacemente raccontato. L’immagine oltrepassa quello specifico palco e rende evidente qualcos’altro: è una foto perfetta ma al rovescio, e in molte e molti ne hanno parlato. L’obiettivo di tutte queste giuste reazioni non è tanto vedere sopra a quel palco dei reggi ombrello maschi, ma delle donne sedute a parlare. “Scherzi a parte è lampante”.

Sulmona (L'Aquila), De Vincenti e Bonaccini a Fonderia Abruzzo

Giulia Siviero

Per ogni donna che lavora ci vorrebbe una moglie. Sono femminista e lavoro al Post. Su Twitter sono @glsiviero.