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  • Lunedì 25 settembre 2017

Chi ha votato per l’estrema destra in Germania?

Più uomini che donne, più quarantenni che giovani e anziani, vivono soprattutto nella Germania est e in passato si erano astenuti

(Martin Schutt/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Martin Schutt/picture-alliance/dpa/AP Images)

Alle elezioni di domenica in Germania il partito di estrema destra Alternativa per la Germania (AfD) ha ottenuto uno storico risultato, entrando per la prima volta in Parlamento con il 12,6 per cento dei voti e diventando il terzo partito del paese, dopo la CDU di Angela Merkel e i socialdemocratici della SPD. Grazie ai sondaggi, agli exit poll e all’analisi dei flussi elettorali è possibile fare un primo ritratto di chi sono i suoi elettori e del perché hanno deciso di votare AfD: sono informazioni da prendere con cautela, dato che si basano su rilevazioni statistiche, ma sono utili a capire di cosa parliamo.

Il primo dato è quello geografico. L’AfD ha ottenuto i risultati migliori nella Germania orientale, la parte più povera del paese. Secondo i primi dati, nella Germania occidentale AfD ha ottenuto in media l’11 per cento dei voti, mentre in quella orientale ne ha raccolti più del 20 per cento. I migliori risultati li ha ottenuti in Sassonia e in Sassonia-Anhalt, dove è stata il partito di maggioranza relativa in cinque circoscrizioni (le uniche dove ha ottenuto questo risultato). Si trovano in Sassonia anche i tre collegi dove AfD è riuscita a far eleggere il suo candidato nei collegi uninominali (qui trovate una spiegazione del sistema elettorale tedesco). Peraltro le zone in cui AfD è andata meglio sono quelle in cui ci sono meno migranti, nonostante l’opposizione ai migranti sia una delle posizioni più forti e riconoscibili del partito.

Percentuali AFD secondo voto
I voti della AfD in Germania: nelle regioni in verde scuro, il partito ha ottenuto tra il 15 e il 35 per cento dei voti (Bundeswahlleiter)

Un altro dato interessante è quello dell’età. AfD ha ottenuto i migliori risultati tra chi ha intorno ai 40 anni e in particolare nelle fascia tra i 30 e i 59 anni. Le statistiche mostrano che AfD ha guadagnato il 10 per cento dei consensi tra i 40enni rispetto alle elezioni del 2013. I giovani con meno di 30 anni e gli anziani con più di 59 anni hanno invece votato l’estrema destra in percentuali più basse della media nazionale. Tra i giovani, il partito che ha ottenuto i risultati migliori rispetto alla media nazionale e rispetto al 2013 è il partito liberale FDP.

Germania voto per età

Gli elettori dell’AfD sono soprattutto uomini: quasi il 20 per cento di loro ha votato per il partito di estrema destra, mentre ha fatto lo stesso meno del 10 per cento delle donne, e questo nonostante le donne siano molto rappresentate nella leadership del partito. Tra le persone più famose e riconoscibili di AfD ci sono l’ex leader Frauke Petry, Beatrix von Storch e Alice Weidel, la candidata di punta del partito.

Germania voto per sesso

Un altro ottimo risultato AfD lo ha ottenuto tra gli operai, conquistando il 20 per cento del loro voto. Il partito ha invece ottenuto risultati inferiori alla media nazionale dei suoi consensi tra gli impiegati (Angestellte), tra gli autonomi (Selbständige) e soprattutto tra i dipendenti pubblici (Beamte), una categoria in cui ha raccolto meno del dieci per cento dei voti.

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I primi sondaggi sui flussi elettorali, che vengono realizzati nel giorno stesso del voto, mostrano che AfD ha ottenuto voti soprattutto da persone che nel 2013 non avevano votato. Il 34 per cento degli intervistati che hanno votato AfD ha detto di essersi astenuto alle elezioni precedenti, mentre il 21 per cento nel 2013 aveva votato per la CDU di Angela Merkel o per il suo partito alleato, la CSU.

Flusso elettorale AfD

I flussi elettorali mostrano una significativa uscita di elettori della CDU verso l’AfD, ma il partito di Angela Merkel ha subito una perdita di voti ancora più ampia nei confronti dei liberali di FDP.

Altri voti per AfD sono arrivati dall’estrema sinistra di Die Linke. Anche se apparentemente molto diversi, entrambi i partiti hanno una forte base nella Germania orientale e hanno elettori dal profilo simile: operai maschi con un’istruzione medio-bassa. Secondo i sondaggi, Die Linke è riuscita a pareggiare i voti persi verso l’AfD con quelli arrivati dai socialdemocratici della SPD. Die Linke ha ottenuto in tutto il 9,2 per cento dei voti, più o meno lo stesso risultato delle elezioni 2013.

Un altro dato interessante è il risultato ottenuto da AfD in Baviera, una delle regioni più ricche della Germania e, almeno sulla carta, un territorio ostile all’estrema destra populista. In Baviera è tradizionalmente molto forte la CSU, il partito gemello della CDU di Angela Merkel. La differenza tra CSU e CDU è che storicamente la prima ha una linea più di destra. Negli ultimi anni i suoi leader sono stati spesso critici nei confronti delle politiche di apertura ai migranti adottate da Merkel. La CSU, in teoria, avrebbe dovuto rappresentare un’efficace barriera al populismo anti-migranti dell’AfD. Le cose però sono andate diversamente: la CSU in Baviera ha perso il 10 per cento dei voti e AfD ha ottenuto un rispettabile 12,6 per cento, una crescita dell’8 per cento rispetto al suo risultato del 2013.

In un commento pubblicato sul Guardian, il politologo Cas Muddle ha sottolineato altri due aspetti particolari degli elettori dell’AfD.

Il primo è che molti di loro non sembrano condividere le posizioni estremiste spesso adottate dai leader del partito. Secondo un sondaggio citato da Muddle, l’86 per cento degli elettori di AfD ritiene che i suoi leader non facciano abbastanza per dissociarsi dalle posizioni estremiste e apertamente neonaziste adottate da alcuni membri del partito (e a volte dai suoi stessi leader). Una parziale conferma di questo sondaggio è che Frauke Petry, l’ex leader che ha abbandonato l’incarico in polemica con i membri più estremisti del partito, è la candidata che ha ottenuto il risultato migliore, raccogliendo più del 35,5 per cento dei voti nel suo collegio. Oggi Petry ha annunciato che non farà parte del gruppo di AfD in Parlamento, in polemica con gli attuali vertici che considera troppo estremisti.

Il secondo aspetto interessante indicato da Muddle è che l’elettorato di AfD appare tra i meno convinti della propria scelta in tutto il panorama politico tedesco. Soltanto il 34 per cento dei suoi elettori ha detto di essere convinto dal programma del partito, mentre il 60 per cento ha detto di averlo votato come forma di protesta nei confronti delle altre forze politiche. Sembra essere un voto piuttosto volatile e non troppo convinto, insomma.

Da questi dati preliminari, che avranno bisogno di essere elaborati e raffinati nei prossimi giorni, emerge un ritratto abbastanza chiaro dell’elettore di AfD: sono soprattutto maschi operai, intorno ai 40 anni, residenti nella Germania orientale, con un livello di istruzione medio-basso. Quasi un terzo di loro ha votato AfD per la prima volta, dopo essersi astenuti alle scorse elezioni, mentre un quinto di loro, circa un milione di persone, quattro anni fa aveva votato per Angela Merkel. La gran parte degli elettori ha scelto di votare AfD non perché attirata da programmi estremisti o addirittura neonazisti, ma soprattutto come forma di protesta verso i partiti tradizionali.