Frankie Knuckles per principianti

10 pezzi fondamentali per capire come mai la morte del "Padrino della House Music" ha generato tanta commozione

di Nicholas Fonseca - Slate

DJ XXX plays at / Clubbers attend the Def Mix 20th Anniversary Weekender at Turnmills nightclub on May 4, 2007 in London, England. The Weekender sees the start of the world tour to celebrate 20 years of the legendary New York based House music label with DJs Frankie Knuckles, Satoshi Tomiie, Hector Romero, David Morales and Danny Rampling set to play during the tour. (Photo by Claire Greenway/Getty Images)
DJ XXX plays at / Clubbers attend the Def Mix 20th Anniversary Weekender at Turnmills nightclub on May 4, 2007 in London, England. The Weekender sees the start of the world tour to celebrate 20 years of the legendary New York based House music label with DJs Frankie Knuckles, Satoshi Tomiie, Hector Romero, David Morales and Danny Rampling set to play during the tour. (Photo by Claire Greenway/Getty Images)

Franke Knuckles era conosciuto come “il padrino della House”. Nel mondo della musica i soprannomi vengono assegnati con un certo trasporto, forse mai così frequentemente come quando si mettono a parlare dei loro eroi gli appassionati di nightclub: DJ che che mixano, doppiano, tagliano e incollano facendo ballare la gente per ore e ore, senza fine. Frankie Knuckles, che è morto lunedì a 59 anni, era conosciuto come “il padrino della House”, quell’inimitabile genere musicale che è stato la colonna sonora delle discoteche di mezzo mondo per buona parte degli ultimi trent’anni.

La musica House è un mostro tentacolare, le sue ramificazioni includono: tra le altre cose, la progressive, l’acid, la happy e la deep house, e si può dire che abbia cambiato la musica pop in modo più robusto di quanto non lo abbia fatto la sua più vicina rivale, la discomusic, che venne fatalmente colpita dalla controreazione che la rispedì nei seminterrati dove era nata.
La House – che Knuckles diceva di aver creato con i suoi compari, a Chicago, nei primi anni Ottanta per colmare il vuoto lasciato dalla repentina scomparsa della disco music – non ha mai subito una simile rappresaglia. Il suo caratteristico tempo in 4/4, la linea di basso fatta con il sintetizzatore, i ritmi delle percussioni e gli allegri ricami come le note di pianoforte e l’uso del charleston suonano ancora perfetti, che le si senta in discoteca, a un’elegante festa in piscina, in un after party a casa di amici o da Urban Outfitters. La musica house può essere sexy, soave, sentimentale o riflessiva. A volte tutte queste cose allo stesso tempo.

Knuckles queste cose le sapeva e il suo genere di musica dance, che fosse una sua produzione originale o uno dei suoi magistrali remix di brani di altri artisti, è giustamente considerato pionierisitco. Nato nel Bronx nel 1955 con il nome Francis Nicholls, aveva iniziato a esercitare la sua tecnica al famoso Continental Baths di New York insieme ad altri tipi promettenti come Bette Midler e Barry Manilow, e DJ di avanguardia come il suo amico e mentore Larry Levan. “Al Baths non mi ci volevo nemmeno avvicinare” aveva ammesso in un documentario del 2005, Liquid Vinil, “ma era un’opportunità d’oro per affinare le mie capacità, concentrarmi sulla musica e allargare la mia collezione di dischi. Non la presi proprio seriamente”.

Circa nello stesso periodo, Knuckles si era iscritto a una scuola di design del tessile al Fashion Institute of Technology. Ma il suo cuore era sempre con la musica e poco dopo si trasferì a Chicago, dove nel 1977 diventò direttore musicale del Warehouse, un club frequentato principalmente da gay neri e latini (lui stesso era gay) che diventarono il pubblico dei suoi primi esperimenti di mix tra disco music e musica elettronica europea. (Da dove arrivi il nome della musica House non è chiaro, ma si pensa che possa essere un’abbreviazione del nome del locale). Il posto era carico di energie positive. Una volta Knuckles lo paragonò a una chiesa, anche se una chiesa frequentata da emarginati, disadattati e persone che volevano perdersi nell’estasi del beat.

Due dei suoi primi pezzi, versioni rielaborate di “Your love” e “Baby wants to ride” di Jamie Principles, segnarono l’arrivo del tipico suono di Knuckles: una profonda evoluzione della disco, a volte un po’ trasandata (ma anche sorprendentemente riflessiva) del genere che ti fa scatenare le mani per aria. Knuckles continuò a suonare al Warehouse funo al 1982, una residency di cinque anni che cementò la sua immagine a quella del giro dei club e gli valse il titolo di pater familias della pista da ballo.

Chicago era il “grado zero” del movimento della musica house e Knuckles, insieme a un manipolo di altri DJ e produttori, diffuse ovunque e per tutta la seconda parte degli anni Ottanta i suoi ritmi gioiosi. Knuckles aggiunse il pianoforte, un’innovazione della house, a “Move your Body” di Marshall Jefferson, una sinuosa canzone del 1986 che venne soprannominata “L’inno della musica House”. La sua prima registrazione ufficiale, “You can’t hide from yourself” del 1987, fu una cover di una canzone di Teddy Pendergrass ed è stata chiamata da Vibe “il disco fondamentale di ogni DJ house con un po’ di rispetto per se stesso”. Per la fine degli anni Ottanta Knuckles era richiestissimo: produceva, remixava e viaggiava per concerti nella sua nativa New York e dall’altra parte dell’oceano, nel Regno Unito, dove “Your Love” la potevi sentire più o meno ovunque durante la mitica “summer of love” del 1989. Ancora oggi la canzone è una presenza fissa delle serate in giro per il mondo.

Knuckles, come la maggior parte dei DJ, non era un artista da album, la sua carriera conta solo due dischi completi: “Beyond the Mix”, del 1991, e “A New Reality”, del 2004.”Beyond the mix” contiene probabilmente la canzone più nota di Knucles: l’entusiasmante “The whistle song”, che tantissimi DJ ancora usano per far prendere fiato alla gente in mezzo a mix più energici. Ma questa scarsità di dischi lunghi difficilmente offusca la sua eredità, che è stata costruita a partire dai suoi dj set e una serie di singoli colma di produzioni originali e remix di canzoni dei più grandi artisti: ha reinventato con successo le canzoni di Michael Jackson, Madonna, Diana Ross, Depeche Mode e Whitney Houston, solo per citarne alcuni.

Nonostante avesse problemi di salute ­­- aveva il diabete ed ebbe un piede amputato nel 2008 dopo un incidente sullo snowboard – Knuckles era rimasto impegnato anche quando la popolarità del genere che aveva contribuito a far nascere si era un po’ sbiadita. Il mainstream, che aveva così intensamente accolto la musica House quando era al massimo della sua popolarità, ha deviato verso i suoni più rauchi delle superstar dell’EDM come i Daft Punk, Avicii, David Guetta e Skrillex, ma non importa: l’importanza di Knuckles è stata da tempo riconosciuta. Lui ha continuato a produrre, remixare e a esibirsi dal vivo fino alla sua morte ed era previsto un suo concerto al festival “A day at the park” di Luglio, ad Amsterdam.

Forse più di ogni altro DJ prima o dopo, Knuckles aveva capito esattamente perché le persone adorano raccogliersi sotto alla strobosfera. Al Chicago Tribune, una volta aveva detto: “è la cosa che ci mantiene sani, l’unica cosa che fa calmare le persone. Anche quando saltano su e giù come pazzi in discoteca, fa calmare i loro spiriti perché le persone pensano solo a divertirsi, ad amare la musica, piuttosto che a qualcosa di negativo”. In effetti i suoi tantissimi fan reagivano con una specie di estasi quando lui suonava o anche soltanto quando sentivano una delle sue canzoni. Dopo aver saputo della sua morte si sono lanciati in appassionati ricordi, sapendo che un vero pioniere no sarà più in giro per dar pace ai loro spiriti. Per loro solievo e consolazione, i suoi dischi ci sono ancora.

The Whistle Song


You Can’t Hide From Yourself

Move Your Body

Where Love Lives (Frankie Knuckles 12” Classic Mix)

Tears

Rain Falls

The Pressure

Rock With You (Original artist: Michael Jackson)

Blind (Frankie Knuckles Remix) (Original artist: Hercules and Love Affair)

Hot Stuff (Frankie Knuckles and Eric Kupper as Director’s Cut Signature Mix) (Original artist: Donna Summer)

© Slate 2014

(foto Claire Greenway/Getty Images)