I 25 anni di BAD

Uscì il 31 agosto del 1987 il disco più venduto della carriera di Michael Jackson dopo l'altro, quello irraggiungibile

Popular American musician Michael Jackson (1958 ? 2009) sits in a subway car during the filming of the long-form music video for his song 'Bad,' directed by Martin Scorcese, New York, New York, 1987. (Photo by Hulton Archive/Getty Images)
Popular American musician Michael Jackson (1958 ? 2009) sits in a subway car during the filming of the long-form music video for his song 'Bad,' directed by Martin Scorcese, New York, New York, 1987. (Photo by Hulton Archive/Getty Images)

Era il 31 agosto 1987, e lui veniva dal disco più venduto della storia del mondo: Michael Jackson non pubblicava un disco nuovo da cinque anni, durante i quali aveva solo pensato a come ripetere il pazzesco successo di Thriller, quello con dentro “Billy Jean” e “Beat it” e che secondo alcune stime avrebbe venduto cento milioni di copie in tutto il mondo. Era il 31 agosto 1987 e nei negozi di dischi – c’erano ancora i negozi di dischi – uscì Bad, il primo disco di Michael Jackson dopo Thriller.

La ripetizione del successo di Thriller avvolse tutta la preparazione di Bad – terzo e ultimo disco prodotto da Quincy Jones ma su cui Jackson mise le mani molto più intensamente – e tutte le aspettative dopo la sua uscita. Racconta chi lavorò con lui che Jackson scriveva ogni giorno sullo specchio “100 milioni”. Quel risultato non arrivò, quel numero restò lontano, e la distanza in termini di copie vendute tra i due dischi è ancora oggi la prima cosa che si ricorda. Ma fu un successo straordinario lo stesso. Vendette otto milioni di copie negli Stati Uniti, e andò ancora meglio nel resto del mondo, dove si calcola sia il quinto disco più venduto di sempre, con un totale di 40 milioni di dischi venduti. E fu il primo caso (eguagliato solo da Kathy Perry nel 2011) di un disco con cinque singoli al primo posto delle classifiche americane. Semplicemente, non poteva succedere di nuovo, Thriller.

Ma fu un disco memorabile, per la storia del pop. Alcuni lo giudicano “Thriller, spinto più in là”: Jackson arrivò in studio con moltissime canzoni e ci stette per tutta la prima metà del 1987, e ne scrisse nove su undici. All’inizio erano previsti duetti con gente come Prince, Whitney Houston, Barbra Streisand, poi non andarono in porto. Rimasero quello con Siedah Garrett in “I just can’t stop lovin’ you” e quello con Stevie Wonder nella poco memorabile “Just good friends” (l’unica canzone da cui non fu tratto un singolo). E cento milioni o no, fu un periodo esaltante per Jackson, con un tour mondiale di eccezionale successo e che lo motivò moltissimo. Fu la svolta in cui prese in mano la propria carriera, dopo essere stato il bambino prodigio dei Jackson Five e il ragazzo prodigio di Off the Wall e Thriller.

Il lancio di Bad fu una grandissima operazione di marketing, con coinvolgimento della Pepsi Cola e Martin Scorsese a dirigere il video della canzone. Adesso, il 18 settembre, esce Bad25, una riedizione del cd con aggiunte e il dvd del concerto di Wembley nel tour di Bad. E c’è un documentario di Spike Lee presentato oggi a Venezia. Se ne parlerà parecchio, ma malgrado tutto sono 25 anni che si sentono. Michael Jackson non c’è più, la musica è cambiata, quelle di Bad sono canzoni buone e meno buone che raccontano un pezzo della storia della musica e ne hanno influenzata molta dopo. Vale la pena rifarci un giro.