Cosa è successo a Pier Paolo Zaccai

Ricostruzione di quanto accaduto al consigliere provinciale romano ricoverato ieri dopo un festino

Ieri mattina, alle 4, Pier Paolo Zaccai si affaccia dalla finestra di un appartamento al quarto piano di via Manlio Torquato, quartiere Appio, Roma. Indossa un paio di jeans e una maglietta rossa, e urla: dice che lo vogliono incastrare, chiede aiuto, dice di essere un politico. Dice frasi sconnesse: parla di indagini sui trans, dice che per questo lo vogliono far fuori. Minaccia di buttarsi di sotto. I vicini si svegliano. Una signora si affaccia da una finestra e gli dice di star calmo e non buttarsi. Altri vedono che non è solo, nella casa, e qualcuno da dentro lo tira per la maglietta, cercando di allontanarlo dalla finestra. Poco dopo arriva la polizia e un’ambulanza: Zaccai è ancora fuori di sé e viene ricoverato. Rifiuta di fare il narcotest, i medici sono costretti a sottoporlo al Trattamento sanitario obbligatorio. Poche ore dopo viene dimesso.

È l’epilogo di una vicenda di cui non conosciamo ancora l’origine. Sappiamo che Zaccai non era solo – con lui c’erano quattro transessuali – e che nell’appartamento la polizia ha trovato della cocaina. Su quello che è accaduto prima, però, le versioni divergono. Secondo una prima ricostruzione, il consigliere provinciale PdL la sera prima si dà appuntamento con una trans brasiliana che conosce da tempo, con la quale ha una relazione da diversi mesi: si chiama Morgana, sarà lei che in mattinata chiamerà la polizia. Zaccai va a prendere Morgana all’Eur e la porta a casa di lei, all’Appio. Morgana sostiene che quando Zaccai è andato a prenderla era già drogato, su di giri: durante la notte la situazione sarebbe peggiorata, fino allo show delle quattro del mattino. Zaccai avrebbe visto un paio i computer portatili e si sarebbe convinto della volontà delle trans di filmarlo e incastrarlo. Zaccai sostiene invece di aver trovato la droga a casa di lei, e che per questo sarebbe sbottato.

La versione di Zaccai regge poco: se quello che lo ha turbato è stata la presenza della cocaina, perché se n’è accorto soltanto alle quattro? E soprattutto: se il problema è la presenza della droga, perché con ogni probabilità l’ha usata? Anche qui bisogna fare una digressione: non esistono prove mediche dell’utilizzo di cocaina da parte di Zaccai, perché il consigliere provinciale si è rifiutato di fare il narcotest in ospedale. Quello che conosciamo però è lo stato di Zaccai all’arrivo della polizia: un’instabilità e un delirio tale da costringere i medici da sottoporlo al Trattamento sanitario obbligatorio. E sappiamo della cocaina trovata dalla polizia all’interno dell’appartamento.

La storia di ieri finisce qui, mentre quella della vita e della carriera di Zaccai offre molti altri coloriti particolari, su cui oggi indugiano diversi quotidiani. Così Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera.

Quarantadue anni, consigliere provinciale romano del Pdl, sposato con Francesca, biologa, vicepresidente di una cooperativa edilizia, laureato in Psicologia con una tesi sul suicidio degli adolescenti, è passato come tanti dal Fronte della gioventù alle file di An. […] Stupisce ora leggere in archivio delle tante battaglie portate avanti dal consigliere Zaccai contro la droga e a favore dei narcotest per gli uomini politici. Lui, per esempio, ieri in ospedale ha rifiutato di sottoporvisi. Una contraddizione evidente. C’è chi assicura sia un tipo equilibrato e chi invece ricorda ancora la sedia tirata in testa al consigliere verde Fernando Calderari. Chi lo descrive «schivo e riservato» e chi invece va a pescare una vecchia trasmissione di «Forum» con Zaccai giovane che inscenava una litigata con una sua presunta fidanzata, rea di un flirt in palestra con l’allenatore. […] Zaccai fa palestra, ama il pugilato, frequenta corsi di antiterrorismo in Italia e all’estero e spesso, come amministratore locale, ha chiamato in causa associazioni di ex carabinieri e poliziotti per farsi aiutare nel pattugliamento del territorio. Per quattro volte consecutive, in passato, fu eletto consigliere nel Municipio di Ostia e tutte le volte puntualmente lanciò campagne per installare telecamere contro viados e pusher e rendere sicure le notti del litorale. Eppoi c’è l’amicizia con Fabrizio Spadoni, «il re dei bodyguard», con cui ha fondato pure la Confraternita dei Cavalieri di Anco Marzio, perché Zaccai è anche molto religioso, sul suo sito esibisce foto che lo ritraggono in posa con Papa Wojtyla e con Ratzinger. Inoltre è devoto di Sant’Agostino, il patrono di Ostia, che da sempre è il suo feudo elettorale. Alle ultime comunali, domenica 27 aprile 2008, i Cavalieri di Anco Marzio portarono a Ostia in processione la statua della Madonna pellegrina di Fatima. C’erano millecinquecento persone in chiesa e tra queste anche Gianni Alemanno, cioè il candidato a sindaco. Nel giorno del silenzio elettorale fu, per lui, più di un comizio.