Il libro di George Martin, quel George Martin

Anche se non c’è nessun dato certo al riguardo, probabilmente spetta ai Beatles anche il record della band alla quale sono stati dedicati più libri nella storia della musica. In quasi tutti trova ovviamente posto, con più o meno spazio, anche George Martin, il cosiddetto ”quinto Beatle”, ovvero il produttore della maggior parte delle registrazioni del gruppo, nonché musicista in alcuni dei loro brani (l’assolo di pianoforte di “In my life” è probabilmente il suo contributo più celebre ad un brano dei Beatles) e curatore degli arrangiamenti orchestrali. Di tre libri Martin è stato anche autore, ma solo uno di questi è stato tradotto in Italia, e per di più a quindici anni di distanza dall’edizione inglese del 1993: “Summer of Love. The making of Sgt. Pepper”, pubblicato nel 2008 dalla Coniglio Editore e ristampato poi nel 2013 per La Lepre Edizioni.

Il libro è dedicato alla nascita e alla realizzazione di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, il migliore album di tutti i tempi secondo la rivista Rolling Stone, “una bomba dirompente, esplosa con una potenza tale che ancora se ne sente il boato”: una registrazione durata settecento ore e descritta canzone per canzone (Martin rivela anche quali gli sono piaciute e quali no: “Lovely Rita” e “Within you, without you” no, per esempio), ricca di aneddoti (“Good Morning Good Morning” venne suggerita a Lennon dalla pubblicità dei Kellogg’s, e il verso del gallo alla fine della canzone è un omaggio ironico al celebre marchio di cereali per la prima colazione) e di punti di vista interessanti (“John era un mix tra Dalì, Dylan Thomas e Lewis Carroll”), anche se con qualche noioso dettaglio tecnico di troppo e nessuna rivelazione davvero clamorosa. Però dentro ci sono i Beatles, probabilmente al punto più alto della loro genialità, e per di più raccontati da un altro Beatle, seppure “il quinto”: è così il libro non è soltanto roba per fan della band o per appassionati degli anni ’60, ma è un piccolo bignami di idee audaci, creative e surreali, in qualche modo preziose per chiunque abbia voglia di uscire dalle regole esistenti per essere totalmente libero di fare quello che più ama.

George Martin è un vecchio zio che ci racconta una storia mille volte più grande di noi, eppure semplice e familiare, parlando con affetto di parenti comuni che si chiamano John, Paul, George e Ringo. E per come la vedo io una storia più grande delle Cronache del ghiaccio e del fuoco e del Trono di spade. In ogni caso una storia vera.

Vincenzo D'Aquino

Giornalista, è nato a Napoli ma vive a Pescara, dove dal 2011 è direttore del FLA, il Festival delle Letterature dell’Adriatico.