In Italia, la vita inizia a 55 anni

Premessa

chi mi segue sa che ho scritto su questione demografica, problema giovanile, produttività e rapporto con l’innovazione tecnologica, in epoca non sospetta, certamente molto prima che diventasse di moda…, tra cui:

e molti ricorderanno l’elenco di “nomine over 60” che mantenevo sul lato sinistro dell’homepage di questo blog.

Non è necessariamente questione di età

condivido pienamente l’osservazione del Presidente Monti a Repubblica delle idee:

“La difficoltà del futuro dell’Italia è che l’Itala in passato ha pensato molto poco al suo futuro”

la banalizzazione della “rottamazione” che sentiamo così frequentemente in questa stagione, è che “giovane è bello” e “vecchio è brutto”.ovviamente non è così. ovviamente non è una questione anagrafica ma di mentalità.

ci sono dei “vecchi” quarantenni e dei giovanissimi settantenni. dipende dalla mentalità.

ci sono le eccezioni, che confermano la regola.

Concentrazione di amore del futuro

però se gli sviluppi economici, come ci insegna Schumpeter, passano attraverso una distruzione creativa in cui gli ordini economici precedenti vengono scalzati da nuove iniziative, viene da chiedersi quale sia la concentrazione di “amanti del futuro” piuttosto che di “nostalgici” tra i maggiori ed i minori di una certa età X

mi pare legittimo e ragionevole ritenere che la concentrazione di “amanti del futuro” nei maggiori di tale certa età X sia inferiore a quella dei “nostalgici” e questo per ottime ragioni: per formazione, per storia personale e successi precedenti, per abitudine e non ultimo, anche per vested interests.

se la sicurezza della nostra famiglia, dei nostri amici, dipendono da aziende o pratiche di business consolidate, è ragionevole ritenere che saremo meno inclini a metterle a repentaglio con creative distruzioni.

Promuovere il futuro o difendere il passato ?

così, in termini squisitamente probabilistici, dove è più ragionevole vedere maggiore tensione positiva verso il futuro ?

in un paese in cui nel suo top management, nella sua classe dirigente c’è una maggiore concentrazione di amanti del futuro (che ha una maggiore concentrazione di giovani) o dove c’è una maggiore concentrazione di nostalgici (con una minore concentrazione di giovani ?)

certamente non è questione facile; quando si maneggiano cose così delicate come “il futuro”, se si commettono errori le conseguenze possono essere drammatiche. è essenziale che l’entusiasmo dei giovani sia temperato con l’esperienza dei meno giovani.

il premier dimostra grande attenzione e comprensione della situazione: Rainews24.it.

“I giovani sono la componente più largamente inutilizzata e demoralizzata del capitale umano del Paese, specialmente al Sud”, ha detto il premier.
“Da tempo – continua Monti – ricevono incentivi incoerenti e segnali di disattenzione”. Per il premier infine “è maturata in molti giovani la sensazione di non potercela fare con i propri mezzi” se non hanno “le conoscenze, e non intendo quelle scientifiche” e questo fa si che i ragazzi “cerchino appoggi e conoscenze come vedono fare a tutti”.

Forward looking ?

dal giorno dell’insediamento ad oggi, in Italia sono state fatte molte nomine rilevanti di ministeri, autorità, consigli di amministrazione.

certamente dimentico qualcosa, ma sperando di non sbagliarmi troppo, l’elenco è quello di questo file: Download 2012.10.31 nomine nel quale includo anche dati su occupati e popolazione, ricavati da questo bellissimo servizio dell’Istat.

ovviamente non ho assolutamente nulla da ridire sulle persone (ci mancherebbe!); la mia è solo una analisi puramente numerica per vedere in termini probabilistici se siamo più o meno “forward looking”

certamente sono tutti (o quasi) altamente qualificati per il ruolo cui sono stati nominati. resta il dubbio se altrettante competenze e qualifiche non potessero essere riscontrate in persone anagraficamente più verdi.

 

Età medie delle nomine

durante questo periodo di governo, le nomine sono state fatte sia dal governo stesso che dalla politica; in totale ne ho contate ed esaminate 40.

l’età media dei nominati è stata 61 anni.

il valore mediano tuttavia è di 63 anni, segno che alcuni “molto giovani” rispetto al gruppo hanno abbassato la media. Per questa ragione nelle analisi dei grafici che seguono ho ritenuto opportuno usare un filtro passabanda, eliminando il 5% dei valori inferiori ed il 5% dei valori superiori, per ottenere una analisi un po’ più aderente ai “valori caratteristici”.

l’età media delle 24 nomine “governative” è 63 anni, la mediana 64.

l’età media delle 16 nomine “politiche” è 59 anni, la mediana 62.

Rapporto tra nomine ed occupati, tra nomine e popolazione

come si rapportano le età di queste nomine con la società e con il mondo del lavoro ?

ho preso i dati ISTAT ed ho considerato quelli da 25 anni in su.

questo perchè la Costituzione fissa a 25 anni l’età minima per essere eletti, segno che i costituenti ritenevano che una persona di quella età sia in grado di svolgere una funzione ai massimi livelli di rappresentatività.

2012-10-31_1735_nomine_popolazione

quello che balza all’occhio è che le fascie di età tra i 55 ed i 74 (le fasce sono quelle ISTAT) anni sono largamente sovra-rappresentate nelle nomine rispetto alla distribuzione della popolazione.

ho pensato che però la fuga di cervelli non avviene per ragioni anagrafiche ma per motivi professionali.

allora mi sono chiesto quanto siano rappresentati nei vertici le varie fasce di età rispetto alla popolazione occupata

2012-10-31_1735_nomine-occupati

la situazione è ancora più accentuata, come era ragionevole attendersi (la inoccupazione riduce la base di confronto).

Altro che spintone…

se una fascia di età fosse il 30% della popolazione e la penetrazione nei vertici fosse del 30% avremmo una “rappresentanza 1:1”.

una tale “rappresentanza” certamente , non si può definire “rappresentanza perfetta” in quanto il “perfetto” contiene un giudizio di merito che, come detto, deve tenere conto di tanti fattori tra cui l’esperienza (anche se qualcuno ritiene che le esperienze degli ultimi 20 anni non siano state poi cosi’ positive da costituire un modello).

si può quindi convenire sull’opportunità che, nelle nomine, sia corretto che
– le fasce di minore età siano sotto-rappresentate e che
– le fasce di maggiore età siano sovra rappresentate.

In questo modo, il rapporto quota_di_nomine / quota_di_popolazione (o di occupati) dovrebbe essere
<1 per le fasce di minore età e
>1 per le fasce di maggiore età

fatta questa analisi, il risultato è questo:

2012-10-31_1959_rappresentativita_nomine_popolazione

questi grafici ci dicono che…
– la concentrazione di persone nella fascia 45-54 nelle nomine è 2/3 della concentrazione di persone nella fascia 45-54 della popolazione.
– la concentrazione di persone nella fascia 55-64 nelle nomine e’ 3 volte la concentrazione di persone nella fascia 55-64 della popolazione.

si può dire che la vita vera inizia a 55 anni, che sotto i 55 anni sei “un giovane” che deve aspettare il suo turno…

2012-10-31_1958_rappresentativita_nomine_occupati

se guardiamo il rapporto con gli occupati, e non con la popolazione complessiva
– la concentrazione di persone nella fascia 45-54 nelle nomine è del 55% inferiore rispetto alla concentrazione di persone nella fascia 45-54  della popolazione occupata.
– la concentrazione di persone nella fascia 65-74 nelle nomine e’ 14 volte la concentrazione di persone nella fascia 65-74 della popolazione occupata.

certo, 40 nomine non sono una base statisticamente significativa, ma, in assenza di significativi esempi di natura opposta, rappresentano pressochè il 100% del messaggio che recepisce un “giovane” occupato…

l’impressione che, a mio avviso, legittimamente resta è che per dare lo “spintone” cui il Presidente Napolitano esortava i giovani,  ci vogliano i superpoteri…

 

Basta aspettare; prima o poi il turno arriva (si spera)

due mesi fa il Presidente Monti diceva (Rainews24.it).

“Condivido alcune critiche rivolte all’azione di governo, anzì le condividerei se non avessi presente la drammaticità della sfida che avevamo da affrontare”

è comprensibile!

in passato non abbiamo pensato abbastanza al futuro, abbiamo  trascurato i giovani sottorappresentando i loro interessi; con l’emergenza attuale, per salvare il condominio abbiamo dovuto anche scendere ancora a patti con i titolari degli appartamenti.

ma basta aspettare; quando le quote saranno meno verdi, arriverà anche il loro turno … si spera.

Stefano Quintarelli

Imprenditore, manager infobulimico, attento al rapporto internet-società; sempre curioso! http:// blog.quintarelli.it