E alla fine Scattone ha lasciato

Oggi Giovanni Scattone ha deciso di rinunciare al suo posto di insegnante al liceo scientifico Cavour di Roma. La storia, per chi non la conoscesse, è questa: il 9 maggio 1997, nel cortile della facoltà di Giurisprudenza dell’università La Sapienza di Roma, una ragazza di 22 anni, Marta Russo, fu uccisa da un colpo di proiettile sparato da una finestra. A sparare quel proiettile fu, secondo la verità giudiziaria, Giovanni Scattone, condannato a cinque anni e quattro mesi di carcere per omicidio colposo. Scattone venne accusato assieme a Salvatore Ferraro, entrambi erano allora assistenti universitari. Ci furono testimonianze contrastate, perizie e contro perizie, lo stesso Scattone accusò un dipendente di un’impresa di pulizia in servizio alla Sapienza. Sia lui che Ferraro si sono sempre dichiarati innocenti. La sentenza di condanna, emessa in primo grado e confermata in appello, venne annullata in Cassazione. Si tornò all’appello: pena confermata. La Cassazione, nel 2003, rese definitiva la sentenza. Giovanni Scattone ha terminato da tempo di scontare la sua condanna, la Cassazione ha anche revocato l’interdizione dai pubblici uffici.

E veniamo a oggi: da settembre Scattone insegna al liceo Cavour, lo stesso frequentato negli anni novanta da Marta Russo. Un giornale romano ha scoperto la cosa, altri l’hanno ripresa. Ne è nata una campagna stampa breve ma piuttosto forte. Davanti al liceo sono arrivati a manifestare i militanti di Forza Nuova, chiedevano che Scattone venisse cacciato. Ha parlato anche la mamma di Marta Russo: ha detto ciò che pensava e che è normale e giusto che dicesse, e cioè che dal suo punto di vista era assurdo che l’assassino vivesse tutti i giorni nello stesso ambiente dove era diventata grande sua figlia. Oggi Scattone ha deciso di lasciare il posto, ha spiegato che lo fa «per tutelare gli studenti» (studenti che, tra l’altro, l’hanno definito «un buon insegnante»). Certamente non aveva scelto lui di andare al liceo Cavour e in Provveditorato, a Roma, qualche dubbio sull’opportunità di una simile assegnazione potevano anche porsela. Il fatto che Scattone insegnasse proprio in quella scuola sembra un gioco strano del destino, piuttosto crudele. Però ricordiamoci che la sua pena l’ha scontata e che oggi è tornato a essere un uomo libero, con gli stessi diritti di tutti gli altri.

Stefano Nazzi

Stefano Nazzi fa il giornalista.