I grillini e il teorema Alba Parietti

È appena terminata la diretta streaming dell’incontro tra Pierluigi Bersani e i rappresentanti del Movimento 5 Stelle e la mia timeline è piena zeppa di tweet che vanno dal sarcastico al risentito al livore puro.  Ovviamente tutti contro i grillini, colpevoli  – sempre secondo la mia timeline  – di cocciutaggine, di ignoranza e di cialtroneria, non necessariamente in questo ordine. Ora, non mi interessa qui né difendere né accusare i grillini politicamente, quello che mi interessa è il processo psicologico che porta persone intelligenti – sì, sto parlando di quelli che seguo su twitter – a sfogare rabbia e ironia contro gli ultimi arrivati e quindi, a rigor di logica, i meno responsabili di tutti del disastro in cui ci troviamo. Ripeto, indipendentemente da qualsiasi ragionamento politico, c’è un gusto nel dare addosso ai grillini che mi stupisce e un po’ mi sorprende, anche al netto della loro indubitabile poca esperienza e poca simpatia. Negli ultimi quindi anni abbiamo avuto il peggior parlamento possibile, con gente che a malapena sapeva l’italiano, gente che si tirava la mortadella, che esibiva il cappio, che dormiva e che guardava il porno mentre in aula si discutevano le sorti del Paese, e non ricordo un’indignazione così forte. Forse perché non c’era twitter? Può essere. Comunque,  ero lì che mi interrogavo su questa sproporzione quando mi è venuta in mente Alba Parietti. Sì, proprio lei. L’Alba Parietti dei tempi d’oro era una che faceva televisione pur non sapendo fare oggettivamente niente. Non sapeva ballare, non sapeva cantare, non sapeva presentare. Eppure faceva, era lì, ci provava, si buttava, pretendeva di essere presa sul serio come cantante e ballerina. L’esempio più clamoroso fu la sua indimenticabile performance quando, chiamata a condurre il programma La piscina su rai3, cantò e ballò Etienne (qui un estratto). Non eccellendo in nulla, non essendo più brava di noi né a cantare né a ballare, ma anzi, essendo forse pure peggio di qualunque spettatore a casa , il giudizio su Alba Parietti non poteva che essere: vabbè, ma se lo fa lei allora posso farlo anche io. Di più: ma perché lo fa lei visto che non è comunque più brava di me? Più la vicinanza tra quello che sei costretto a subire passivamente e quello che sai fare tu o che credi di saper fare è ridotta, più i commenti saranno spietati e caustici, sulla base del principio: allora tanto valeva che ci andassi io. Vale per Alba Parietti, ma anche per i grillini. Quello che infatti temo irriti veramente dei grillini in quelli che non li hanno votati, è che non sono né meglio né peggio. Epperò sono lì. A cantare Etienne in prima serata. E noi qui, costretti a guardare.

Simona Siri

Vive a New York con un marito e un cane. Fa la giornalista e ha scritto due libri: Lamento di una maggiorata (Tea, 2012) e Vogliamo la favola (Tea, 2013). Segue la politica americana, il cinema e le serie tv. Ama molto l'Italia e gli italiani, ma l'ha capito solo quando si è trasferita negli Usa.