48 ore a Napoli

Un articolo di T Magazine del New York Times del 2006 definiva Napoli la “capitale dell’arte contemporanea in Italia”. Dal 1976, quando Lucio Amelio invitò Andy Warhol a realizzare una serie di opere per la sua galleria in Piazza dei Martiri, nel capoluogo campano è cominciato un percorso di rinnovamento artistico le cui tappe più recenti sono l’apertura del Museo Madre, le installazioni annuali di piazza del Plebiscito dalla fine degli anni Novanta, le opere d’arte nella nuova linea della metropolitana, il PAN (Palazzo Arti Napoli), i programmi della Fondazione Morra Greco e l’ormai lunga tradizione delle gallerie private, che in 40 anni hanno formato il gusto del pubblico aprendolo anche ai linguaggi più innovativi. È innegabile, a Napoli qualche fermento c’è. Seguendone gli indizi si possono trascorrere un paio di giorni nell’arte di oggi senza trascurare viste sul Golfo e pizza all’antica.

PRIMO GIORNO

Caffè e sfogliatella

Il vero caffè napoletano con la sfogliatella calda si prende nella pasticceria storica di piazza del Plebiscito: Gambrinus è il salotto bene, ma soprattutto buono, di Napoli. La sosta è imperdibile (gambrinus.it).

Metropolitana d’arte

Pochi passi e si entra nelle viscere della città. La via Toledo è diventata pedonale dallo scorso novembre, quando hanno aperto la nuova stazione del metrò. Non è solo una fermata, ma un’installazione del catalano Oscar Tusquets Blanca con illuminazione di Robert Wilson (nella foto in alto). Fino ai tornelli è una discesa nella terra, tra sagome di montagne sotto un cielo nero. Poi il tragitto fino alla banchina è un’immersione realistica in un mare di mosaico e luci al neon, di curve come onde e foto di acqua. Prossima fermata, Dante sotto l’omonima piazza a cui si arriva dopo una galleria di mosaici tridimensionali di Nicola De Maria, la poesie al neon tubolare di Joseph Kosuth e un lavoro di Jannis Kounellis fatto con scarpe vecchie inchiodate sotto binari arrugginiti. Tutte le stazioni della nuova linea espongono opere e installazioni di artisti internazionali e si possono visitare partecipando ai Metro Art Tour guidati e gratuiti che partono da Toledo ogni martedì alle 10,30 (tel. 800568866). Intanto, voi scendete alla fermata “Museo”, progettata da Gae Aulenti nel 2001 con foto di Mimmo Jodice e sculture classiche (www.metro.na.it).

La nuova ala del Capodimonte

Visita al Museo Capodimonte. Perché: lo scorso dicembre è stata inaugurata la nuova ala ottocentesca ricavata negli appartamenti dei Principi, finora chiusi al pubblico. L’allestimento e le didascalie sono stati realizzati con il contributo dei cittadini che hanno espresso il proprio parere su come comunicare la nuova esposizione attraverso un flash mob. Nuova è anche la sezione permanente con i primi manifesti pubblicitari disegnati per i grandi magazzini Mele, primo centro commerciale di Napoli. La visita è anche l’occasione per vedere, appena restaurato, il Trittico con le Storie della Passione, capolavoro in alabastro del XV secolo esposto insieme ad altre opere nella mostra Restituzioni, dal 22 marzo al 9 luglio 2013 (via Miano 2, www.polomusealenapoli.beniculturali.it).

Pizza e freselle sul mare

Dalla promenade di via Caracciolo – il controverso lungomare secondo alcuni appena riqualificato, secondo altri definitivamente rovinato – si prende un ponticello che porta a Castel dell’Ovo e a Borgo Marinari, con tante trattorie vista mare che preparano i grandi classici del fast food partenopeo: freselle olio e pomodoro e  pizza.

Alle spalle c’è Villa Pignatelli, dove si alternano mostre, workshop, eventi dedicati alla fotografia (Casa della Fotografia, Riviera di Chjaia 200, www.polomusealenapoli.beniculturali.it).

Tunnel segreti

Napoli è tanto bella in superficie quanto misteriosa sotto. Ci sono molti percorsi e siti archeologici sotterranei aperti al pubblico. Per esempio il Tunnel Borbonico, inizialmente aperto dalle truppe del re per i trasferimenti segreti, è stato rifugio antiaereo durante la Seconda Guerra Mondiale, deposito di auto e moto sequestrate tra gli anni ‘50 e ’60 – lambrette e topolino sono ancora lì sepolte dalla polvere -, e ora spazio per performance e concerti con un bel programma che dura tutto l’anno (via Domenico Morelli 40, www.tunnelborbonico.info).

Fuori dal tunnel ci si trova nel quartiere bene di Chiaia, con le strade dello shopping di moda, via Filangieri, piazza dei Martiri e via Calabritto. Sempre in zona, tutte le mattine davanti al Liceo Umberto, c’è il mercato di San Pasquale, dove si comprano le griffe a pochissimo per qualche difetto irrilevante.

Una notte nella galleria di Kaplan

Il Purgatorio 2 è un progetto d’arte (è la galleria di un certo Kaplan, collezionista immaginario) e di ospitalità interattiva. Nel senso che ha due camere per soggiornare tra le opere contemporanee; per dormirci però bisogna diventare soci e lasciare una traccia di sé, foss’anche soltanto un libro purché con nome e data. L’ideatrice è Nathalie de Saint Phalle, parente della scultrice Niki (via dei Tribunali 362, palazzo Spinelli, tel. 081299579, nhsp@aol.com; da 100 € per camera, a notte + 77 € per diventare soci).

SECONDO GIORNO

Musei e mercati al Vomero

Napoli, adagiata sui colli, è una delle poche città dove sono ancora in funzione le funicolari. Il trasporto su rotaia è il più affidabile e il più puntuale. Con la funicolare, si sale al Vomero, dove tutti i giorni si ripete il mercato di Antignano: sulle bancarelle si trova di tutto, dalle scarpe alle alici fresche. Ma al Vomero ci sono anche tre musei, tutti ugualmente interessanti: quello di San Martino con i presepi antichi (largo San Martino 5), quello della ceramica Duca di Martina a Villa Floridiana (via Domenico Cimarosa 77) e quello del Novecento a Castel Sant’Elmo (via Tito Angelini 22; www.polomusealenapoli.beniculturali.it).

Note bene: anche se non lo visitate, non perdete la passeggiata sugli spalti di Castel Sant’Elmo che, come dalla prua di un transatlantico proietta l’osservatore su Capri, Procida, Ischia e il Golfo tutto. Da quassù si comprende meglio perché si dice “Vedi Napoli e poi muori”: senza le estreme conseguenze, un posto più bello è difficile da immaginare!

Pizza storica

Sulla collina del Vomero, la pizza storica si mangia da Gorizia, che le sforna secondo tradizione dal 1916. Le più classiche sono la pizza fritta e la margherita con i friarielli, una verdura tenerissima, simile per sapore alle cime di rapa (via Bernini 29; www.gorizia1916.com).

Museo Madre

La fondazione del Madre è il punto di arrivo di un percorso di rinnovamento che la città ha intrapreso da tempo. In pieno in centro, nel quartiere San Lorenzo, occupa un palazzo restaurato da Alvaro Siza secondo il principio di sottrazione, e cioè togliendo decori e sovrastrutture per valorizzare le opere che ospita, la collezione permanente e le mostre temporanee (Sol Lewitt è da vedere fino al 1° aprile 2013, via Settembrini 79; www.museomadre.it).

Un velo di marmo

Tuffo nell’arte del passato. In un vicolo vicino al Madre, dietro un insospettabile portone, si cela la magnifica Cappella di San Severo che custodisce il Cristo velato, assoluto capolavoro in marmo di Giuseppe Sanmartino nel 1753 (via Francesco De Sanctis 19/21; www.museosansevero.it).

Cena con (super)vista

Il Grand Hotel Parker’s è un hotel storico tra il Vomero e Chiaia con ristorante partenopeo al settimo piano. Lo chef Baciòt è ai fornelli da vent’anni e si ispira alla cucina popolare, copiando le ricette della suocera o di una certa vicina di casa “con le mani d’oro”. Quindi la elabora e la prepara con ingredienti scelti ogni giorno al mercato, cosicché Pizzilli e foglie, una pasta fatta in casa con fiori di zucca, pomodorini e scarola, e il semplice pesce all’acqua pazza risultano deliziosi e freschi. Se poi si aggiunge la vista, la cena diventa memorabile: con un solo sguardo si abbraccia la città, il Tirreno, il Vesuvio (corso Vittorio Emanuele 135; grandhotelparkers.it).

SE AVETE UN GIORNO IN PIU’

Verso Ischia

Alzatevi di buon’ora e andate a prendere l’aliscafo per Ischia. Ci si arriva in meno di un’ora. E in qualunque stagione è un approdo glorioso.

L’isola in motorino

Con 30 euro al giorno si noleggia una Vespa e si fa il giro dell’isola con soste strategiche e panorami strepitosi. Le fermate: le Terme di Negombo (www.negombo.it); la discesa al Sorgeto, spiaggia libera con le fumarole per le cure gratuite, dove un isolano propone maschere all’argilla miracolosa. Si prosegue per Castel Sant’Angelo, poi su verso il centro, a Serrara Fontana con il borgo vecchio, la chiesa e il ristorante, e una piazza-belvedere letteralmente sospesa sul mare.

Pranzo a Lacco Ameno

Le Terme della Regina Isabella è l’hotel storico di Ischia, fondato da Angelo Rizzoli negli anni Cinquanta secondo un’idea di vacanza benessere ancora molto attuale. L’hotel è anche una specie di circolo culturale che organizza rassegne di cinema, mostre, degustazioni di vini, cioccolati, sigari, tè invitando sempre i massimi esperti in materia. In più ha un centro termale rinomato, un ristorante con stella Michelin e vista che concilia con l’universo (www.reginaisabella.it).

Oltre il giardino

Ultima tappa al giardino mediterraneo della Mortella, uno dei più bei giardini privati d’Europa. La sua è una storia romantica: nel 1956 Lady Susan lo creò per offrire un rifugio di serenità al marito, il musicista William Walton. E mentre lui componeva, lei piantava fiori e alberi tropicali, creava stagni di ninfee, disegnava cascate, voliere e serre coltivando una collezione di piante rare che si arrampicano sul fianco di una collina. Lungo il percorso sono sistemate panchine e opere d’arte che invitano a fermarsi un attimo, e a godere della bellezza che circonda e della vista sul mare che trapela tra le fronde. Ci sono anche una sala da tè e una sala per i concerti, in programma tutto l’anno (www.lamortella.org).

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Sara Magro

Fa la giornalista di viaggi e scrive di turismo. Il suo sito è The Travel News