Il nuovo parlamento della Costa d’Avorio

Dopo una girandola di cifre, il dato sull’affluenza alle urne si è attestato al 36,56%, tre punti in più rispetto al 2000, quando fu invece il RDR a boicottare le legislative. Un dato accettabile se si considera che le legislative in Africa non hanno certo lo stesso coinvolgimento delle presidenziali e che, in Costa d’Avorio, oltre al boicottaggio del FPI, la paura e la disillusione generate dagli eventi post-presidenziali hanno altresì indotto molti elettori a rimanere in casa. In ogni caso, questo dato non pregiudica che il RDR sia il vincitore indiscusso delle legislative dell’11 dicembre. Il partito del Presidente, che oramai comprende organicamente le Forces Nouvelles, ha conquistato 127 seggi su 254 assegnati (e non 255) poiché le elezioni sono state rimandate in un distretto in seguito al decesso di un candidato.

Ouattara e Soro possono quindi contare sulla maggioranza assoluta della nuova Assemblea Nazionale considerato che certamente qualcuno dei 35 candidati indipendenti eletti rinforzerà le fila del RDR (tra gli indipendenti ce ne sono alcuni che erano vicini a Gbagbo ma non hanno aderito al boicottaggio). Poco importa, quindi, se il fronte gbagboista sottolinei la bassa affluenza, al di sotto della percentuale di voti che Ouattara aveva ottenuto alle presidenziali del 2010. Le elezioni dell’11 dicembre, piuttosto, si sono svolte in un clima pacifico con pochi incidenti minori e qualche sporadica tensione tra candidati del PDCI e RDR in aperta competizione. Buona anche la gestione complessiva del processo da parte della Commissione elettorale. Rimangono alcune lacune da colmare, compresa l’importanza di annunciare prima i risultati preliminari e non al conta gocce come è avvenuto.

La revisione delle circoscrizioni elettorali operata dal governo in carica nel mese di settembre, che ha aggiunto 30 seggi secondo un criterio che ha favorito le regioni del nord, feudi del RDR, è risultata quindi decisiva. L’iter seguito per apportare tali modifiche non corrisponde alle buone pratiche stabilite degli standard internazionali, secondo cui non bisognerebbe operare rilevanti cambiamenti alla legge elettorale e alle circoscrizioni nei sei mesi precedenti la data delle elezioni. Proprio al nord, il tasso di partecipazione è stato notevole: record di partecipazione registrato a Ferké, dove ha votato l’80% della popolazione ed era candidato il primo ministro Guillame Soro, eletto con il 99% dei suffragi espressi. Sebbene non sia mancata qualche sorpresa e qualche vittima illustre nel campo presidenziale, tutti i ministri del RDR in corsa sono stati eletti. Il nuovo parlamento ivoriano, quindi, si tinge di arancione e di verde, con una netta superiorità di rappresentanza di dioula, l’etnia del Presidente. Questo gruppo, fortemente radicato nel nord, di osservanza musulmana, storicamente subalterno ai baulé e beté che hanno sempre governato il paese e sostengono la loro ‘vera ivorianità’, ha completato oggi la sua rivincita. È il corso della storia che cambia e sarà ora interessante vedere se e come i dioula saranno capaci di gestire il potere.

Intanto, Ouattara va avanti per la sua strada e intende rimanere fedele alla tabella di marcia imposta al suo governo, sebbene debba fronteggiare le tensioni interne al RHDP, la coalizione che lo ha portato elezione. Queste legislative, infatti, sono state anche una prova di forza tra RDR e PDCI. Quest’ultimo, che ha ottenuto 77 seggi, reclama una maggiore rappresentanza all’interno dell’esecutivo e, in particolare, vuole esprimere il primo ministro, come era l’accordo prima della crisi post-presidenziale che ha poi portato alla conferma di Soro. Questi, con tutta probabilità, mira ora alla carica di presidente dell’Assemblea Nazionale con l’ambizione di ridare vigore ad un’istituzione praticamente emarginata dalla vita politica del paese degli ultimi anni e, al contempo, di porre una forte ipoteca sulle presidenziali del 2015.

Quanto al nuovo esecutivo, fonti ben informate fanno trapelare che la nuova lista di ministri sarà diramata nel mese di gennaio mentre Ouattara ha già reso pubblica l’intenzione di limitare a quindici il numero di dicasteri con portafoglio, cui si aggiungerà l’introduzione di segretari di stato. Per completare la riorganizzazione amministrativa e proseguire nel processo di ricostruzione istituzionale del paese, in primavera si tornerà alle urne per eleggere i consigli municipali e regionali.

Tutti i dettagli sulle elezioni legislative e l’attualità in Costa d’Avorio su www.abidjan.net

Michele Camerota

Michele Camerota è di Scauri (Lt), laurea in scienze politiche, master in diritti umani, viaggia e lavora in quattro continenti come osservatore elettorale e affini. Saldamente legato alle sue origini.