Un vaccino che funziona al 90% è una buona cosa?

Supponiamo che i dati preliminari sul vaccino che Pfizer sta testando siano confermati, e che l’efficacia del vaccino sia del 90%. Supponiamo anche che lo Sputnik V abbia il 92% di efficacia, come i russi si sono affrettati a ribattere. Che significano questi numeri? Che tanto ci si ammalerà lo stesso?

Beh, bisogna fare i conti con l’oste… cioè capire cosa stiamo effettivamente cercando di fare. Se qualcuno ci dicesse di giocare alla roulette russa con una pistola a 10 proiettili, credo che quasi tutti declinerebbero gentilmente l’invito; una probabilità del 10% di morire non è esattamente irrilevante. Ma in questo caso abbiamo un evento diverso: nel 10% dei casi rischiamo comunque di prendere una malattia che potrebbe essere o non essere letale, nei casi restanti abbiamo un rischio – basso ma non meglio identificato, o almeno non ho letto il comunicato stampa per quantificarlo – di un malessere. Già questo cambia parecchio le carte in gioco, come potete immaginare. Però tutto questo è solo una piccola parte della storia.

L’esempio della roulette russa, anche se modificato perché il proiettile non ti uccida ma ti inoculi il coronavirus, non è corretto per una banale ragione: nell’esperimento mentale ciascuna persona è indipendente dalle altre, con il vaccino si potrebbe davvero avvicinarsi all’immunità di gregge a cui tanti stanno anelando. Forse il 90% non basta, ma è un ottimo punto di partenza; e del resto a quanto pare l’influenza “comune”quest’anno pare più benigna, probabilmente perché la gente prende più precauzioni. Questo potrebbe significare che un 90% di efficacia potrebbe essere sufficiente per bloccare la pandemia e avere al più dei focolai isolati più facilmente trattabili.

Poi, parlando dell’influenza, è vero che abbiamo comunque dei semi-negazionisti che ritengono controverso il vaccinare le persone sane contro l’influenza; ma è anche vero che il rischio che una persona sana ha nel contrarre la malattia è minore, e comunque i vaccini hanno un’efficacia del 70-80%, quindi parecchio minore. Ma la cosa più importante da considerare riguarda in un certo senso la teoria dei giochi. Vaccinarsi è un gioco cooperativo; ogni singola persona ci guadagna a non vaccinarsi… se tutti gli altri invece si vaccinano. Ma se non ci si vaccina in parecchi, anche chi è vaccinato rischia di più, e l’abbiamo visto con il ricomparire dei casi di morbillo in questi ultimi anni. Ecco perché, una volta trovato un vaccino abbastanza sicuro e relativamente efficace, occorrerebbe che il governo lo imponesse a chiunque non abbia evidenti controindicazioni. Ma vedendo come si sta prendendo questo semilockdown, mi sa che non sarà così.

Maurizio Codogno

Matematto divagatore; beatlesiano e tuttologo at large. Scrivo libri (trovi l'elenco qui) per raccontare le cose che a scuola non vi vogliono dire, perché altrimenti potreste apprezzare la matematica.