Coacervo

Un coacervo è precisamente un’accozzaglia, un groviglio, una congerie, vale a dire un mucchio, un ammasso, un miscuglio, un cumulo (o un accumulo) di cose eterogenee, o messe insieme senza criterio o alla rinfusa; se il confuso ammasso è di fili, corde, matasse o capelli (o altri oggetti simili) attorcigliati o avviluppati, oppure di pensieri o di idee, allora coacervo diventa facilmente un garbuglio, un groppo, un intreccio, un intrico o un viluppo. Il termine, in passato, poteva inoltre indicare una caterva, e cioè una massa disordinata di persone, come nel «coacervo, cieco, impulsivo o docile agli impulsi, della folla» di un passo di Benedetto Croce (Storia d’Europa nel secolo decimonono, settima edizione riveduta, Bari, Laterza, 1948, p. 334; prima edizione: 1932). Lo stesso Croce adoperò coacervo anche in senso astratto: «È beninteso che la   filosofia, di cui qui si afferma la necessità, non è l’indigesto coacervo di astrattezze e di questioni mal fondate, che suol andare sotto questo nome nelle scuole» (La Poesia. Introduzione alla critica e storia della poesia e della letteratura, quarta edizione riveduta e accresciuta, Bari, Laterza, 1946, p. 298; prima edizione: 1936).

Coacervo è un derivato di coacervare (“ammucchiare”, “accumulare”, “ammassare”). In un saggio critico, parlando degli antichi ateniesi, scrive Ugo Foscolo:

«Già la metafisica, allettando gl’ingegni più nobili alle sublimi contemplazioni, facea sì ch’ei sdegnassero di dar utili esempi alla loro patria per aspirare ad ammaestrarla su le leggi del globo, del sole, dei cieli, dell’etere, del caos, dell’eternità, dell’universo; grandi nomi, incomprensibili idee, e quindi involute in voci mirabili al volgo. Con questo esempio si coacervarono in un vocabolo solo molte idee morali che già nell’uso erano determinate e sicure, ma che riunite in una diveniano indistinte e parvero astratte» (Dell’origine e dell’ufficio della letteratura, in Lezioni, articoli di critica e di polemica, a cura di Emilio Santini, Firenze, 1933, p. 23).

L’origine di coacervare, riferito dal Foscolo a un intrico di pensieri concentrati in una sola parola, è l’omonimo verbo latino coacervare, continuato anche dal francese coacerver (sec. XVI) e attestato in Cicerone e in vari altri scrittori. Seneca, nel contestare la teoria sulla spiegazione dell’universo (enarratio mundi) formulata da uno studioso greco originario della Troade, Artemidoro di Pario, che il filosofo latino giudicava sfrontata per il livello di menzogna (impudens mendacium), conclude così le sue considerazioni:

«Nam, si illi credimus, summa caeli ora solidissima est, in modum tecti durata et alti crassique corporis, quod atomi congestae coacervataeque fecerunt» (Naturales quaestiones, VII, 13, 2).

(“Infatti, se gli diamo credito, la volta del cielo è solidissima e si è indurita al modo di un tetto e di un corpo denso e imponente, originato da un ammasso di atomi condensati”).

Il latino coacervare, composto dal prefisso co– (“con”) e da acervare, significò a sua volta “ammucchiare”, “accumulare”, “ammonticchiare”, e l’uno o l’altro verbo – ma i vari significati erano perlopiù condivisi – poteva riferirsi a diversi oggetti, materiali o immateriali: cadaveri, messi di grano, leggi, parole, pensieri, ecc. Nell’antica Roma era acervus, da cui acervare era stato generato, a indicare mucchi, accumuli, ammassi più o meno disordinati di cose: acervus tritici (“mucchio di frumento”); acervus pecuniae (“mucchio di denaro”); acervus scelerum (“mucchio di delitti”).

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Vi ripropongo l’elenco delle 30 parole “da salvare”, che abbiamo immaginato qualcuno avesse deciso di cancellare prima del tempo, e vi invito a salvarne una. Fate la vostra scelta nei commenti qui sotto (potete esprimervi una sola volta; se farete una seconda scelta, o una terza, una quarta, ecc., verrà considerata soltanto la prima) e accompagnatela con un commento sul motivo per il quale salvereste proprio quella parola. Io spiegherò intanto via via le 30 parole.

1. abulico
2. afflizione
3. arguto
4. becero
5. bizzarro
6. blaterare
7. caustico
8. coacervo
9. corroborare
10. deleterio
11. elucubrare
12. fedifrago
13. fosco
14. giubilo
15. illazione
16. intrepido
17. laconico
18. magnanimo
19. mendace
20. nugolo
21. ondivago
22. preambolo
23. riottoso
24. sagace
25. sbigottire
26. sbilenco
27. solerte
28. sporadico
29. uggioso
30. veemente

Massimo Arcangeli

Linguista, critico letterario, sociologo della comunicazione. Si è sempre nutrito di parole, che ama cercare in giro per il mondo.